Opi, il primo consorzio nazionale per la quarta gamma della mdd #vocidellortofrutta

Almeda, Ambruosi&Viscardi e Ortoverde si associano per rispondere come interlocutore unico alle esigenze della pl, per una filiera corta e consegne più rapide, come spiega il direttore commerciale Angelo Castorina

Dalla collaborazione tra Almeda, Ambruosi&Viscardi e Ortoverde nasce Opi (Orti pronti italiani riuniti)
Dalla collaborazione tra Almeda, Ambruosi&Viscardi e Ortoverde nasce Opi

Dalla collaborazione di tre aziende specializzate, Almeda, Ambruosi&Viscardi e Ortoverde, con sedi produttive in Sicilia, Marche e Lombardia, nasce Opi (Orti pronti italiani riuniti), il primo Consorzio nazionale dedicato alla quarta gamma: 3 stabilimenti, 33 linee di produzione, 2.000 ettari coltivati, 620 dipendenti. “Un solo interlocutore in grado di poter soddisfare le esigenze della distribuzione”, come racconta il direttore commerciale del Consorzio Angelo Castorina. La sinergia è al servizio della mdd, per consegne in tempi rapidi di un prodotto omogeneo, di filiera corta, con valorizzazione delle produzioni locali e packaging sostenibile. Allo stesso tempo il marchio del Consorzio “fungerà da driver per l’innovazione sulle pl”.

Qual è il significato e l’obiettivo del progetto Opi?

Opi è l’acronimo di Orti pronti italiani. All’inizio del progetto ci siamo sempre posti come obiettivo quello di dare la possibilità alla distribuzione di avere un solo interlocutore in grado di poter soddisfare le esigenze, garantendo una filiera corta in grado in interagire nel più breve tempo possibile, con i vari player. Oltre che al rispetto per il pianeta che ci ospita.

Quali sono i punti di forza industriali e qualitativi del neonato
Consorzio?

Angelo Castorina responsabile commerciale Consorzio Opi
Angelo Castorina direttore commerciale Consorzio Opi

I punti di forza del consorzio Opi sono avere 3 siti produttivi, dislocati al Nord, al Centro e in Sicilia, in grado di interagire nel più breve tempo possibile. I siti di produzione sono tutti all’avanguardia, capaci di poter soddisfare le esigenze dei distributori. Oltre ad avere una filiera corta che garantisce non solo la salubrità delle materie prime ma dà una grande mano all’impatto ambientale. La parte logistica oggi è tutta su gomma: pensiamo a quanto inquinamento in meno portiamo sulle nostre strade.

Qual è la gamma dei prodotti sviluppati, ci saranno novità prodotto e
attenzione al localismo?

Il Consorzio, grazie a una filiera produttiva corta, e lo sguardo rivolto a livello nazionale, consente la valorizzazioni di produzioni locali, orientata verso un percorso di qualità legata alle specifiche tradizioni territoriali.

La produzione sarà solo per la mdd o ci sarà anche un prodotto a
marchio del Consorzio?

Riteniamo corretto andare verso la pancia del mercato che viene
rappresentata dalla mdd. Allo stesso tempo porteremo avanti il marchio
del Consorzio che fungerà da driver per l’innovazione sulle pl.

Il mercato chiede un pack sostenibile e un prodotto con bassi o nulli
contenuti di residui o bio: cosa potete garantire su questi elementi?

L’obiettivo che ci siamo posti è quello di garantire un percorso
sostenibile per il pianeta che ci ospita e di cui siamo i custodi
temporanei. Pertanto il progetto che stiamo portando avanti punta
anche ad avere una materia prima a residuo zero.

Oggi crescono le start up che lavorano in Vertical Farming
e puntano a rifornire i retailer con insalate a km zero. Cosa vi
differenzia da loro?

Praticamente quasi nulla, poiché la delocalizzazione su cui possono
contare i siti produttivi di Opi ci mettono nelle condizioni di avere per
gran parte delle materie prime lavorate un chilometro zero.

 

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