Luca Garletti (Mc Garlet): “Lo Stato paghi i debiti arretrati”

L’amministratore dell’azienda della Bergamasca fa un’analisi a 360 gradi delle criticità. “La quarta gamma perde il 50%, il fresco il 30%. Superesotico sparito”

Luca Garletti, amministratore delegato di Mc Garlet
Luca Garletti, Ceo di Mc Garlet

 “I 400 miliardi del governo? Lo Stato potrebbe prima pagare i debiti arretrati che non ha onorato. Le aziende del fresco e freschissimo, come la nostra, hanno bisogno di denaro contante”. Luca Garletti, Ceo di Mc Garlet, lancia un allarme liquidità. E da una delle aree più colpite del Coronavirus racconta una situazione di sofferenza. “La quarta gamma perde il 50%, il fresco il 30%. Superesotico sparito”.

Com’è la situazione nella Bergamasca?

“Abbiamo lavorato gli ultimi venti giorni in apnea: da qualche giorno si comincia a respirare. Hanno tenuto tutti: le aziende, gli ospedali, la parte logistica, i servizi, i volontari. Ma qui è stata una situazione da pelle d’oca. I pasti all’ospedale di Bergamo sono passati da 350 a 1200”.

Veniamo alle criticità per McGarlet.

“Noi lavoriamo con i circuiti assicurativi: la loro risposta è stata tagliare i fidi dei clienti e spostare i termini di insolvenza. Se da una parte tagli i fidi e dall’altra allunghi i pagamenti, inevitabilmente togli denaro alle aziende. Quelle del fresco e freschissimo hanno bisogno di denaro immediato per mantenere i posti di lavoro e avere potere economico a livello internazionale”.

Ma i 400 miliardi che ha stanziato il governo?

Zenzero Mc Garlet, uno dei prodotti più venduti
Zenzero Mc Garlet

“Paghi prima i debiti arretrati che non ha onorato! Le aziende del settore agroalimentare, in più, sono tutte spaventosamente in credito d’imposta. Lo Stato ha debiti con noi che risalgono a un paio d’anni: alleggerisca i crediti di imposta che abbiamo tutti! Non vogliamo soldi che non sono nostri, ma quelli che ci spettano per poter operare. Avremo bisogno di liquidità. E l’agricoltura può veramente diventare un ammortizzatore sociale: se mancano 250 mila persone in campagna, mandino a lavorare quelli con il reddito di cittadinanza, chi è in cassa integrazione: ci serve una regia organizzativa veramente operativa”.

Come sta andando la produzione?

“Lavoriamo con America Latina, Africa, Asia: tutti i Paesi si stanno chiudendo. In Perù si sta cominciando adesso a lavorare sulla nuova campagna avocado. Ma è stata emessa un’ordinanza di quarantena. Nelle packing house per imballare l’avocado possono andare massimo venti lavoratori quando prima ne andavano 300. E altri venti massimo possono andare in piantagione”.

Di quanto sono in calo import e export?

Dal 30 al 40%. Sull’export serviamo solo la Croazia, gli altri Paesi non accettano merce italiana per i blocchi della logistica: in Austria non vai più, in Svizzera è difficile entrare, l’Est è chiuso. Sta lavorando un minimo il nostro deposito in Olanda”.

Riuscite a distribuire alla gdo?

“Sì serviamo ancora tutta la gdo e chiaramente siamo fermi sull’horeca. All’interno delle catene c’è chi si comporta e bene e chi male. In questo momento, per esempio, che senso ha fare delle promozioni? Metti in difficoltà sui ritorni economici e danneggi quei poveretti che continuano a operare nei campi. Sostanzialmente i prezzi dei prodotti non sono cambiati”.

Quali prodotti riuscite a veicolare?

“La quarta gamma soffre: perde almeno il 50%. Tutto il superesotico (granadilla, maracuja, carambola, eccetera) è sparito completamente. Teniamo con il fresco, che è in calo del 30%, con avocado, mango e un po’ ananas e agrumi. Sono invece richiesti in modo particolare zenzero e curcuma”.

Qual è la situazione negli stabilimenti?

Vista aerea dell'azienda Mc Garlet
Vista aerea di Mc Garlet

Siamo passati da 28 persone a 8 in ufficio e in produzione da 75 a 30. Abbiamo dovuto isolare tutti quelli che avevano in famiglia qualcuno malato di Coronavirus. In più abbiamo dovuto mettere delle persone in stand by, in caso succedesse qualcosa agli operativi. Questo per garantire continuità di servizio. Per l’abbigliamento della quarta gamma siamo dotati di cuffie, tute, mascherine. Sulle mascherine chirurgiche, siamo passati da 20 centesimi a 1,10 euro come offerta migliore. Dobbiamo prenderle in Cina e Corea. Sono venuti a chiedercele i Comuni e la Protezione Civile e abbiamo fatto quello che potevamo fare. Avevamo ordinato delle macchine a Vicenza per fare disinfezioni, si sono bloccati i corrieri e non consegnavano più a Bergamo e Brescia, così le abbiamo dovute prendere in Germania. Adesso dobbiamo capire come la situazione si evolverà e come andare avanti in modo intelligente per garantire servizio al cittadino e garanzie sui posti di lavoro”.

 

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