Coldiretti, gli affari delle agromafie superano i 24,5 miliardi

Prezzi ortofrutta triplicati per effetto delle infiltrazioni malavitose. Rischio usura per la mancanza di liquidità innescata dalla pandemia

Il neopresidente nazionale dell'associazione Coldiretti, Ettore Prandini
Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini

Il volume d’affari delle agromafie ha superato i 24,5 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo e passano dal controllo dei trasporti dell’ortofrutta fino all’estorsione nei supermercati. La denuncia arriva da Coldiretti a seguito delle ultime operazioni delle forze dell’ordine contro la criminalità organizzata.

Prandini: “Serve revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli con l’Osservatorio agromafie”

L’ortofrutta -sostiene Coldiretti- è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi arrivano a triplicare dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita. Le agromafie impongono l’utilizzo di specifiche ditte di trasporti o la vendita di determinati prodotti agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della mancanza di liquidità, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti illecitamente.

Il fenomeno minaccia di aggravarsi per gli effetti della pandemia che potrebbe spingere le imprese a rischio a ricorrere all’usura. In questo modo la malavita si appropria  di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale. “Le frodi agroalimentari vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato, con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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