Conforma, credibilità e crescita del bio dipendono anche dai controlli

L’associazione, che annovera tra i soci i più importanti enti di certificazione, è stata ascoltata in Senato in merito alla discussione del Ddl sull’agricoltura biologica

Secondo la strategia dell'Unione Europea, il 25% dei terreni agricoli deve diventare biologico entro il 2027
Secondo la politica Ue il 25% dei terreni agricoli deve diventare biologico entro il 2027

“L’ulteriore crescita del settore dipendono in buona parte anche dalla sua credibilità. Che a sua volta dipende dall’efficacia dell’intero sistema, produttori, consumatori, istituzioni ed enti di accreditamento e di certificazione”. Così Paolo Salza, presidente di Conforma. L’associazione è stata ascoltata durante un’audizione in Senato in merito alla discussione sul Disegno di legge sull’agricoltura biologica.

Conforma nel 2018 ha rilasciato oltre 9 mila certificati secondo standard internazionali in tema di sicurezza alimentare

Il presidente di Conforma, Paolo Salza
Paolo Salza, presidente di Conforma

Conforma annovera tra i propri associati i più importanti enti di certificazione operanti nel settore agroalimentare. I soci controllano più di 13 mila operatori nel biologico, oltre 500 prodotti e vini a Indicazione Geografica. E nel 2018 ha rilasciato oltre 9 mila certificati secondo standard internazionali in tema di sicurezza alimentare.

“Conforma ritiene strategico definire un Piano d’azione nazionale per il biologico, così come previsto all’art. 7 del disegno di legge – ha aggiunto Pietro Bonato, consigliere delegato di Conforma per il settore Agroalimentare –. È favorevole all’istituzione di un Tavolo di lavoro sul biologico. E all’equiparazione al biologico di altre forme di coltivazione, come ad esempio quella biodinamica, a condizione che vengano rispettate le regole base del biologico stesso. Ed è favorevole alla semplificazione delle procedure di certificazione per i piccoli produttori, a condizione che le regole adottate in forza del presente provvedimento siano in linea con quanto già previsto a livello europeo e non penalizzino il nostro sistema produttivo”.

Nel 2018 il bio ha generato una domanda domestica superiore ai 4 miliardi di euro e un volume dell’export che ha toccato i 2,26 miliardi di euro, posizionando l’Italia al secondo posto in Europa e al quinto nel mondo in termini di produzione e al primo in Europa in termini di numero di operatori.

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