#vocidellortofrutta, A. Montanari (Tomapaint): “Un coating naturale dagli scarti del pomodoro”

La co-fondatrice e Ceo della start up innovativa, con sede a Parma, ha sviluppato un processo per la produzione di una bioresina, bisfenolo free, da utilizzare per imballaggi metallici. Ora l'azienda punta alla produzione industriale e alla messa in commercio. “Cerchiamo investitori e partner industriali, dal 2021 potremmo essere sul mercato”

La cutina, un biopolimero estratto dagli scarti delle bucce del pomodoro, diventa la sostanza di partenza della biovernice protettrice brevettata da Tomapaint
La cutina, un biopolimero estratto dalle bucce del pomodoro, diventa la sostanza di partenza della biovernice protettrice brevettata da Tomapaint

Una vernice green ed ecofriendly estratta dalle bucce del pomodoro. Un rivestimento di origine naturale da usare come protezione nei contenitori metallici alimentari al posto delle vernici chimiche attualmente utilizzate. Più sicuro per la salute, essendo bisfenolo A free (un interferente endocrino). E che sposa pienamente l’economia circolare, puntando a riutilizzare le 150 mila tonnellate di scarti agroindustriali della lavorazione del pomodoro prodotte ogni anno in Italia. Dopo l’avvio di un impianto pilota, il progetto, che ha vinto diversi bandi europei, si appresta a diventare realtà industriale.

Con questo scopo è nata Tomapaint, start up di Parma, fondata da Angela Montanari, coordinatrice scientifica della Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari (Ssica) di Parma, che grazie alle sue ricerche  ha sviluppato il processo per l’estrazione della bioresina dalle bucce di pomodoro. Nella società ci sono Alessandro e Stefano Chiesa dell’azienda agricola Virginio Chiesa e Tommaso Barbieri, che ha un dottorato in ingegneria ambientale.

Dottoressa Montanari, come si ricava la bioresina?

Dalle bucce del pomodoro, attraverso un procedimento green, estraiamo la cutina, un biopolimero che diventa il componente principale della biovernice da usare per il rivestimento e la protezione dei contenitori metallici per alimenti. Un processo e  prodotto brevettati. I vantaggi di questa applicazione sono sia sul piano della sicurezza alimentare sia su quello dell’impatto ambientale.

Perché la creazione di una start up, Tomapaint?

L'invenzione di Angela Montanari ha ricevuto diversi riconoscimenti
L’invenzione di Angela Montanari ha ricevuto diversi premi

Il prodotto è nato con il progetto Biocopac Plus (Development of bio-based coating from tomato processing wastes intended for metal packaging) finanziato dall’Ue. Allora avevamo realizzato un impianto pilota per l’estrazione della cutina dalle bucce di pomodoro e produzione della biovernice con l’azienda agricola Virginio Chiesa e Salchi Metalcoat.

In seguito abbiamo vinto un altro bando europeo, sempre con la Stazione sperimentale e l’azienda Chiesa, per allargare l’impianto pilota. Questo progetto è ancora in corso, ma nel frattempo diverse aziende ci hanno contattato dimostrandosi interessate allo sviluppo del prodotto. Visto l‘interesse commerciale abbiamo deciso di creare una start up innovativa registrata nel 2019.

Possiamo sapere qualche nome delle aziende interessate?

Abbiamo firmato diversi accordi, con Salchi, Metlac, che producono vernici per imballaggi alimentari, poi Ardagh che è tra i maggiori scatolifici al mondo. Poi altri aziende alimentari, Rodolfi che produce pomodoro, ha collaborato con noi al primo progetto. Un grande retailer ci ha dimostrato il suo interesse quando saremo in commercio.

Qual è l’obiettivo della start up?

Realizzare un impianto industriale: oggi abbiamo un impianto pilota a scopi di ricerca. Vorremmo nel giro di tre anni partire con 200 tonnellate all’anno per arrivare a 500. Cerchiamo finanziatori o partner industriali.

Qual è oggi il prodotto utilizzato sul mercato?

Oggi viene usato ancora molta resina epossidica con bisfenolo A, più a livello europeo ma qualcosa anche in Italia. Poi vernici senza bisfenolo A, di natura poliestere, ma di origina sintetica.

Quali altre applicazioni ha il vostro prodotto?

Ci siamo focalizzati come imballaggi metallici, sappiamo che funziona e siamo pronti per andare sul mercato. Ma stiamo valutando per altre applicazioni, coating per la carta, pellame, cosmetica come additivo.

Ha ancora appeal il lato ambientale in tempi di pandemia?

C’è un discorso di economia circolare oltre che salutistico e ambientale. È vero che un po’ il coronavirus l’ha smorzato, ma l’Ue continua a puntare. Oggi gli scarti annuali di pomodoro industriale, a livello mondiale, sono 1 milione di tonnellate: 350 mila in Europa e 150 mila in Italia.

Possibile che una ricerca unica a livello mondiale, destinata a rivoluzionare il mercato del packaging di banda stagnata, sia ancora in cerca di investitori?

L'attuale impianto pilota nel Mantovano
L’attuale impianto pilota

Noi abbiamo fatto tutti gli step, abbiamo vinto diversi premi regionali e nazionali. Ci stiamo, in realtà, muovendo ora per coinvolgere gli investitori, incubatori. Trovando i finanziamenti, potremmo arrivare sul mercato alla fine del 2021. Potremmo anche già produrre con l’impianto che abbiamo, ma non è possibile per i vincoli europei, essendo nato per la ricerca e non per uso commerciale.

 

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