Libretti: insetti predatori per il residuo zero sul pomodoro #vocidellortofrutta

È  una delle tecniche utilizzate dalla storica azienda del Ragusano che ha una filiera tracciata per prodotti di qualità e diverse linee innovative. “Sperimentiamo le serre attive con i fondi del Pnrr” annuncia Angelo Libretti, responsabile della produzione

Insetti utili sul pomodoro, tecnica adottata da Libretti
Insetti utili sul pomodoro Libretti

Fondata 70 anni fa, Libretti, nel Ragusano, è un punto di riferimento nella produzione del pomodoro tracciato e di qualità, con totale controllo della filiera. L’obiettivo dell’azienda, che investe continuamente nello sviluppo di varietà innovative ed è licenziataria del Camone, è un prodotto a zero residui, come dimostra il lancio di alcune linee dedicate oltre quelle bio. E per raggiungere questo obiettivo utilizza anche la tecnica degli insetti predatori, come racconta Angelo Libretti, responsabile produzione.

Come avviene l’utilizzo degli insetti per abbattere l’uso dei pesticidi?

Usiamo questa tecnica da qualche anno, sia per il convenzionale sia per il bio. Sono insetti utili, predatori che vanno a cacciare i patogeni. È una tecnica delicata perché devono essere monitorati e tenuti sotto controllo: non devono essere in quantità eccessiva nella serra, altrimenti possono intaccare la produzione se non trovano più prede. Si usa soprattutto su altre colture come peperoni: nel pomodoro come sulle melanzane siamo in pochi a impiegarla.

Il focus è sul pomodoro: come è organizzata la filiera?

Libretti pomodoro ciliegino
Libretti ciliegino

Produciamo per il 75% pomodori e piccole quantità di peperoni, come il Sweet Palermo, e melanzane, tonda nera. Siamo un’azienda storica del Ragusano, sede a Vittoria, zona vocata alla produzione di ortaggi e in particolare pomodoro, che coltiviamo da decenni. Da anni abbiamo inserito sempre più varietà per seguire i trend del mercato. Abbiamo parecchie tipologie: ciliegino, piccadilly, mini plum, Camone, costoluti, cuore di bue, a grappolo, datterini e ciliegini colorati.

Facciamo produzione a lotta integrata, in serra e a residuo zero. Produciamo a marchio dei nostri clienti, Carrefour, Selex, Despar, inizieremo ora con Conad. Il nostro punto di forza è una produzione di qualità e controllata. Abbiamo 250 ettari di serre tra quelli di proprietà e dei nostri conferitori, tutte nel territorio vicini allo stabilimento del Vittoriese. Il fatturato negli ultimi 5 anni è cresciuto notevolmente: oggi supera i 50 milioni di euro e questo trend positivo continua. In termini di volumi movimentiamo circa 30 mila tonnellate l’anno.

Dal viaggio in Olanda al centro Syngenta cosa avete tratto?

È stato interessante, per la prima volta ho visto realtà differenti dalle nostre: serre attive, riscaldate, con recupero delle acque. È stato importante anche per capire i trend dei mercati esteri. Si muovono su varietà diverse da quelle italiane: per esempio il piccadilly in Olanda non esiste, hanno invece tipologie cocktail o di grosso calibro, pomodori  insalatari, che in  Italia o non ci sono o hanno quote di mercato basse. Va detto che tra i problemi di Tomato Brown e costi dell’energia sono stati più penalizzati di noi: oggi fare produzione è ancora più difficile e onerosa. Le nostre non sono serre attive, ma hanno anche stufe di riscaldamento per evenienza. Ma sono eventi rari.

Sarete a Fruit Logistica?

Saremo a Berlino, avremo lo stand espositivo nel padiglione della Regione Sicilia. Presenteremo datterini e ciliegini colorati. Stiamo cercando di aprirci al mercato estero e vorremmo introdurre questi prodotti.  Sono lavorati in un certo modo per approcciare i  nuovi mercati: siamo alla continua ricerca di nuove varietà: in serra facciamo continuamente prove di diverse varietà.

Oltre che con Syngenta, con quali altre aziende sementiere lavorate?

Angelo Libretti, responsabile produzione
Angelo Libretti

Lavoriamo bene con Syngenta, Clause: il ciliegino Creativo ci dà ottimo grado brix, colorazione e shelf-life e ci permette di accedere ai mercati esteri. Con Rijk Zwaan facciamo parte del progetto Sweet Palermo. E con Esasem stiamo sviluppando datterini ad alto  gusto, come Solbello e Tybello. Esasem ha anche il Lobello che ha gusto particolare e pluripremiato in Spagna. Cerchiamo sempre prodotti nuovi. Un’altra azienda sementiera con la quale lavoriamo è Axia Sementi, in particolare con i ciliegini, e Top Seeds con la quale stiamo seguendo delle varietà di pomodori ad alto gusto.

Che appeal hanno in gdo le linee bio, residuo zero e nichel free?

Stiamo crescendo con la linea bio, abbiamo lanciato la linea datterini e ciliegini mix colorati, stiamo sviluppando la linea nichel free. Siamo poi in fase di sperimentazione su diversi nuovi prodotti. Sono linee che danno risposte ottimali in gdo, il consumatore è molto più attento rispetto a qualche anno fa, pretende un prodotto salubre, con certe caratteristiche organolettiche. Oggi il nostro punto di forza è avere una vasta gamma varietale, dare continuità ai nostri clienti, con una produzione su 12 mesi l’anno,  e prodotti salubri, sostenibili, non usando pesticidi. Buona parte anche dei prodotti convenzionali è a residuo zero e utilizziamo tecniche dell’agricoltura bio. Facendo filiera, dobbiamo rispettare dei capitolati interni  dei  nostri clienti che sono più restrittivi del disciplinare Sicilia che è più restrittivo di quello nazionale e viene aggiornato annualmente. Il nostro obiettivo è il residuo zero.

Rispetto a un pomodoro in idroponica il vostro come si distingue?

Ho visitato qualche indoor farming e devo dire che il risultato finale è simile. Cambia la gestione, che ha vantaggi e svantaggi. Noi siamo riusciti negli anni a preservare i nostri terreni, integrati con sostanza organica, facendo rotazione; buona parte delle serre, a giro, vengono fatte riposare e solarizzate. Non abbiamo terreni stanchi. Diversi clienti ci richiedono l’uso del terreno: per il bio è necessario.

Anche noi, però, stiamo cercando di sviluppare delle serre attive, quasi sul modello olandese, automatizzate, con sensori di umidità e temperatura su circa 3 ettari. Abbiamo presentato il progetto di filiera al ministero dell’Agricoltura per avere dei fondi del Pnrr. Stiamo inoltre utilizzando delle nuove tecnologie, in collaborazione con delle multinazionali del settore che ci permettono di monitorare lo “stato” dei nostri terreni, ovvero la presenza di elementi nutritivi nel suolo oltre ad altri parametri fondamentali quali conducibilità e ph. In questo modo cerchiamo di limitare l’utilizzo e soprattutto lo spreco dell’acqua, andando a intervenire con concimazioni oculate e mirate solo quando il terreno effettivamente lo richiede.

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