Aop Viva, 63 milioni per contrastare il climate change #vocidellortofrutta

È uno dei capitoli prioritari del nuovo Programma Operativo 2024 dell’associazione che riunisce 13 Op, come racconta il direttore Mario Tamanti

Mario Tamanti, direttore Aop Viva che riunisce 13 Op
Mario Tamanti, direttore Aop Viva

È di 63 milioni di euro, di cui 32,6 milioni stanziati dall’Ue, il budget del Programma Operativo 2024 di Aop Gruppo Viva cui partecipano 13 Op associate, operanti su tutto il territorio nazionale: Apofruit Italia, Asipo, Botticelli, Cerere, Codma, Consorzio Agribologna, Mongolfiera, Naturmind, Ortoromi, Sole, Terra di Bari, Terramore, Terremerse. Il direttore Mario Tamanti spiega dove e come saranno impiegati gli stanziamenti.

Come valutare i numeri del Piano che beneficia degli aiuti europei?

C’è una crescita delle risorse che deriva dalla produzione commercializzata, che è la base di calcolo dell’aiuto ed è pari per l’Aop al 5% di quel valore. Avendo avuto un aumento di 20 milioni della produzione commercializzata, da 623 milioni del precedente programma a 650 milioni, equivale a circa 1 milione in più di aiuto comunitario.

A livello generale quali sono i focus su cui è concentrato questo piano?

Raccolta manuale albicocche Apofruit
Raccolta albicocche Apofruit

I fabbisogni sono tanti. Uno dei principali è l’adattamento al cambiamento climatico: è stata la nuova Pac a dettare poi gli obiettivi di riferimento e dunque la presentazione dei programmi operativi, con alcuni vincoli, come destinare il 2% della spesa complessiva del programma alla ricerca (ad ampio raggio, dall’introduzione di nuove varietà, alla messa a punto di nuove tecniche o processi produttivi, al post raccolta, con il tema della shelf-life, nuove confezioni compostabili) e del 15% per le azioni ambientale. Altro obiettivo chiave è la promozione sia sul mercato Ue sia extra Ue. Facciamo sinergia con altri progetti di promozione europea che stiamo attuando sul biologico, come It’s bio. La promozione è fondamentale in un contesto di decremento dei consumi per la riduzione del potere di acquisto dei consumatori. I prodotti di qualità sono quelli che potrebbero risentirne maggiormente e vanno sostenuti. Non solo bio ma anche prodotti con alti standard qualitativi. Abbiamo diversi marchi dei soci che promuoviamo tramite il Programma Operativo: Almaverde Bio, Ortoromi, Solarelli, Questo l’ho fatto io, Fresco Senso, SiBon, Perla Nera. È un’operazione dell’Aop Gruppo Viva di marchio ombrello che poi traina i vari brand.

Cosa si prevede sui patogeni?

Rientra nell’obiettivo di adattamento climatico, perché i nuovi fitofagi e patogeni derivano dal climate change, dalla cimice asiatica, alla maculatura bruna del pero. Si sono fortemente evidenziati con il nuovo clima. Poi c’è il discorso degli eventi avversi: grandinate, trombe d’aria, gelate tardive, piogge ad alta intensità e lì si spinge sulla protezione dei frutteti con coperture antigrandine a antipioggia, colture protette per gli ortaggi e per lo sviluppo del fuori suolo.

Come si definisce il progetto per il fuori suolo?

Si sta facendo un progetto soprattutto per alcuni areali del Sud Italia, in Campania in particolare soprattutto per la fragola; l’associata Op Sole sta mettendo a punto questo progetto per piccoli frutti come i lamponi. C’è un problema di stanchezza dei terreni e di attacchi radicali che possono essere superati con questa tecnica, con anche un miglioramento delle condizioni di lavoro.

Quale capitolo ha allocazione maggiore?

Aumentano gli ettari di coltivazione di kiwi giallo
Aumentano gli ettari di kiwi giallo

Circa il 50% è destinato ai soci produttori per le spese sostenute dalle aziende agricole. L’altra quota è rappresentata delle spese sostenute dalle Op per ottimizzare le fasi successive alla produzione ovvero il post raccolta. Sono investimenti legati agli stabilimenti di lavorazione e stoccaggio dei prodotti. E poi il capitolo dello sviluppo e attuazione di pratiche ambientali e la ricerca e sviluppo. All’interno della parte produttiva le voci più rilevanti sono quelle legate al cambiamento climatico, come impianti di copertura, reti antigrandine e antipioggia, sistemi antibrina. E i nuovi impianti frutticoli. Siamo in una fase di riduzione delle superfici destinata a frutteti ed è fondamentale introdurre varietà più resilienti al cambiamento climatico e gradite al consumatore. Un esempio è il kiwi giallo, in forte espansione all’interno del Gruppo, le uve senza semi, nuove varietà di clementino. Nel post raccolta sono importanti gli investimenti per la qualità dei prodotti, tutte le tecnologie con alta componente di automazione e innovazione per tutte le fasi di lavorazione, selezione, movimentazione.

Come si sostiene il taglio agli agrofarmaci voluto dall’Ue?

Con sostegni dedicati ai produttori che applicano le tecniche della produzione integrata e biologica. Sono tecniche più impegnative e costose che richiedono adeguata formazione e assistenza tecnica, elementi a mio avviso molto importanti. Nel Programma Operativo dedichiamo aiuti per l’acquisto dei mezzi tecnici per le produzioni a basso impatto ambientale. Per poter raggiungere gli obiettivi di riduzione della quantità di prodotti fitosanitari impiegati, come stabilito dalla nuova proposta di Regolamento, sono richiesti investimenti in ricerca per promuovere soluzioni alternative alle sostanze attualmente impiegate. Per poter raggiungere l’obiettivo di riduzione degli agrofarmaci, gli agricoltori e le loro Op devono poter contare su strumenti disponibili, sicuri e accessibili dal punto di vista economico, che in buona parte devono ancora essere sviluppati. Servono pertanto tecniche di difesa innovative che permettano di continuare a produrre in modo sano. E qui interviene la ricerca: i temi sono tutti collegati nel programma operativo che è finalizzato a raggiungere più obiettivi.

Serve un’Aop?

È una delle risposte più efficaci per concentrare l’offerta per sviluppare nuovi modelli organizzativi di filiera, per affrontare le sfide del mercato e valorizzare i prodotti, da quelli locali a quelli da esportare nei Paesi esteri fino all’oltremare. Competitività fa rima con aggregazione: la condivisione di un percorso e di una visione strategica comune con lo sviluppo di sinergie produttive e commerciali e la fornitura di servizi avanzati rappresentano un esempio concreto di come tramite l’Aop si possa fare sistema per cercare di portare valore all’ortofrutta.

 

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