#vocidellortofrutta, Cappi (Conserve Italia): “Con il lockdown boom di pomodoro e vegetali”

Forte crescita anche nell’export di prodotti base. Al via un nuovo progetto di filiera tracciata a partire dalla pesche sciroppate Valfrutta

Federico Cappi, direttore marketing retail del consorzio cooperativo Conserve Italia
Federico Cappi, direttore marketing retail Conserve Italia

“In due mesi di lockdown c’è stato un vero e proprio boom di richieste di prodotti base, a cominciare dal pomodoro, soprattutto nella Ue. Tra domanda europea, e quella italiana, con aumenti decisi anche per i vegetali, fatichiamo a evadere tutte le richieste. In questi giorni inizia al Nord la campagna del pomodoro e torneremo a rimpinguare le scorte”. Federico Cappi, direttore marketing retail Conserve Italia, esprime soddisfazione per la risposta dei consumi, con alcuni segmenti che beneficiano di un effetto trascinamento. E annuncia una novità sul fonte della tracciabilità di filiera: “Partiremo dalle pesche sciroppate Valfrutta, con l’intenzione nei prossimi anni di ampliare il progetto ad altre colture”.

Come stanno andando i consumi sul fronte retail dopo gli aumenti a due cifre nel periodo del lockdown? Quali segmenti rispondono meglio?

I mercati che avevano reagito in modo deciso nel periodo del lockdown sono stati per noi il pomodoro, fagioli, piselli, ceci, mais dolce. I succhi di frutta invece non hanno avuto balzi di crescita. Oggi i vegetali sono rientrati su consumi più standard,mentre sul pomodoro continua la crescita anche se a un tasso inferiore. C’è stato un effetto trascinamento.

Che risultati stanno dando le innovazioni dei mix veggie, di frutta e verdura, nelle confetture, succhi e polpe di frutta?

Frullato veggie a marchio Valfrutta
Frullato veggie Valfrutta

Molto bene sui succhi, meno sulle altre due categorie. Sulle polpe di frutta abbiamo trovato difficoltà nella fase distributiva: non abbiamo convinto molti clienti a inserirle a scaffale. Sulle confetture è un progetto difficile, abbiamo notato rotazioni a scaffale basse. L’idea di fondo è pertanto abbandonare il progetto sulle confetture e continuare sull’area succhi e polpe.

Da alcuni anni siete nel bio con Valfrutta: che risposte ci sono?

Il progetto Valfrutta nasce con l’idea di dare un’offerta bio con una marca nazionale, non con un marchio nato biologico. Un bio dunque più accessibile. Gran parte della gdo italiana lo ha sposato. Il progetto è soddisfacente. Va molto bene sull’area dei succhi; bene anche sulle polpe di frutta e sui vegetali, anche se in calo per quest’ultimi. È meno performante sulla categoria del pomodoro, dove abbiamo margini di crescita.

Come è andato l’export ne i primi sei mesi del 2020?

In due mesi di lockdown c’è stata l’esplosione dei prodotti di base, a cominciare dal pomodoro, soprattutto nella Ue. In seguito a questa forte richiesta abbiamo oggi diverse referenze quasi esaurite e non abbiamo stock di prodotto da consegnare. Tra domanda italiana, nostro mercato principale, e quella europea,  non riusciamo a evadere tutte le richieste. In questi giorni inizia al Nord la campagna del pomodoro e torneremo a rimpinguare le scorte. Così è stato per i piselli, con la campagna iniziata a maggio, e lo stesso vale per il mais dolce, la cui raccolta e lavorazione è partita da alcune settimane.

Valfrutta sta lanciando un progetto sulla  tracciabilità, di che si tratta?

Pesche sciroppate Valfrutta filiera italiana
Pesche sciroppate Valfrutta

È un progetto che presenteremo dopo la raccolta della frutta, tra settembre e ottobre. Partiremo dalle pesche sciroppate Valfrutta perché abbiamo colture dedicate e accordi stipulati con le aziende agricole. L’intenzione è nei prossimi anni di ampliare il progetto ad altre colture. Vogliamo essere trasparenti verso il consumatore, che può avere informazioni sul produttore.

Vogliamo far capire cosa c’è dietro un vaso di pesche. Aggiungiamo la tracciabilità a Valfrutta, marca che da sempre ha incorporato il concetto di filiera. Vogliamo aprire le porte della filiera, non solo dichiararla. Stiamo costruendo un percorso.

Tutta la produzione Valfrutta è fatta con energia eolica con richiamo anche sul pack: la sostenibilità nel packaging dà risultati in termini di vendita?

Quando facciamo indagini e ricerche di mercato il consumatore dice di essere molto interessato. Capire quanta parte delle vendite sia dovuta alla sostenibilità e quanto sposti i consumi da una marca all’altra è difficile: non ci sono al momento algoritmi. Secondo indagini più ampie, le marche che comunicano la sostenibilità, però, mediamente vanno meglio di altre che non lo fanno. È un asset al quale il consumatore guarda. Per noi il tema dell’eolico è diventato uno dei pilastri dei valori della marca, come l’italianità e il rispetto dell’ambiente.

Sulla Mdd che piani ci sono?

Continuiamo a crescere (+4,6% nell’esercizio 2018-2019), oggi incide per oltre il 30% sul fatturato globale di Conserve Italia. Saremo a Marca. L’idea è di stare dentro questo mercato come player competitivi che danno servizi. Non seguiamo percorsi di ribassamento prezzi.  Oggi i distributori chiedono soprattutto attenzione al packaging, sempre più ecologico; selezione e qualità della materia prima. E per alcune insegne anche servizi logistici particolari.

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