Sì…amoBio: “Per il gelo perdite fino al 90% del raccolto” #vocidellortofrutta

Colpite sopratutto Drupacee e kiwi, ma anche melo e pero, come racconta Ilenia Nordera, titolare e responsabile commerciale dell’azienda del Veronese. “L’agricoltura biologica può salvarci dai disastri del cambiamento climatico”

Ilenia Nordera titolare e responsabile commerciale di Bio trading, azienda del Veronese che produce con il marchio Sì...amoBio
Ilenia Nordera titolare e responsabile commerciale di Bio trading, azienda che produce con il marchio Sì…amoBio

Bio trading, con il marchio Sì…amoBio, è una società specializzata nella produzione biologica di mele, pere, kiwi e altri prodotti freschi nel territorio Veronese. E tra i principali riferimenti nel settore per i prodotti di punta. Ilenia Nordera titolare e responsabile commerciale dell’azienda, racconta i danni provocati dalla gelata di questi giorni che ha colpito diverse regioni del Paese e sta mettendo in ginocchio molte imprese ortofrutticole.

L’ultima ondata di gelo nella settimana dopo le festività ha procurato notevoli danni, avete già una stima?

I danni provocati dal gelo rischiano di compromettere la produzione di molta frutta estiva
I danni provocati dal freddo rischiano di compromettere la produzione di molta frutta estiva

Le ultime ondate di gelo di questi giorni hanno procurato evidenti e pesanti danni soprattutto per quanto riguarda le produzioni di Drupacee e il kiwi (anche su impianti con reti e sistemi antibrina) di cui stimiamo perdite anche per il 90% delle produzioni. In alcune zone più di altre abbiamo riscontrato danni anche su melo e pero, ma ci vorrà ancora qualche giorno per comprendere la reale dimensione del problema e poter stimare le perdite produttive, più del 50%. I danni sono evidenti, ma l’esposizione dipende dallo stadio fenologico delle diverse varietà.

Questi eventi estremi sono più frequenti negli ultimi anni, sono legati ai cambiamenti climatici in atto?

Certo, il clima globale sta evidentemente cambiando a causa delle emissioni antropiche di gas da effetto serra che portano a un aumento del riscaldamento globale e il settore agricolo è quello più colpito dagli effetti negativi di questo cambiamento “innaturale” che provoca significative alterazioni degli ecosistemi agricoli. Ma il legame agricoltura e cambiamento climatico è bidirezionale: è necessario produrre in modo sostenibile. L’agricoltura biologica, attraverso l’esclusione di prodotti chimici di sintesi e con miglior uso delle pratiche agronomiche, è in grado di fissare maggiori quantità di carbonio nel terreno e ridurre le emissioni di gas serra, con la conseguenza di dare un contributo reale alla mitigazione del cambiamento climatico.

Ci sono strumenti e pratiche che si possono adottare per limitare i danni?

Per limitare i danni da gelata, si può optare per sistemi antibrina con irrigatori a schiaffo che permettono alle piante di rimanere coperte dal ghiaccio; il classico sistema delle candele nei campi, per aumentare di qualche grado, o ventole antibrina che agiscono rimescolando aria calda con aria fredda. Ma in alcune zone si è registrata una temperatura di -6/-7 gradi e i sistemi adottati non sono risultati sufficienti. È importante che siano rivisti e garantiti strumenti assicurativi efficaci e immediati in relazione alle conseguenze sempre più frequenti dei cambiamenti climatici.

Che risvolti avrà questo avvenimento sulla campagna dei frutti estivi?

Il danno reale si calcolerà in fase di maturazione, ma la situazione è sicuramente preoccupante per la scarsità di produzioni di pesche, nettarine, albicocche, ciliegie, susine e kiwi. Speriamo ci siano danni limitati alle pomacee, soprattutto per il pero che presenta già non poche criticità.

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