La Linea Verde: l’accelerazione 4.0, #vocidellortofrutta

Il direttore generale, Andrea Battagliola, racconta i contenuti del Piano triennale da 25 milioni di euro, che punta all'implementazione delle tecnologie digitali. “E per la logistica abbiamo preso spunto da Amazon e Alibaba”. In arrivo nuove ricette Poke Bowl

Fast Farm to Fork è il Piano triennale da 25 milioni di euro varato dalla Linea Verde
Fast Farm to Fork è il Piano triennale da 25 milioni di euro della Linea Verde

Un investimento da 25 milioni di euro per il nuovo piano triennale (2021-2023) di sviluppo tecnologico battezzato Fast Farm to Fork. Un progetto che mira a una forte accelerazione in ottica di agricoltura e industria 4.0. La Linea Verde continua a investire in innovazione per assicurare un prodotto sempre più qualitativo e sostenibile, come racconta il direttore generale Andrea Battagliola. L’attenzione è posta anche al risparmio: l’azienda ha ridotto del 18% il consumo di acqua necessaria per i processi produttivi ed entro i prossimi tre anni arriverà a un ulteriore taglio del 20% dei consumi. L’impianto di trigenerazione consente poi di incrementare del 58% l’energia autoprodotta.

Che tipo di soluzioni tecnologiche verranno adottate e quali gli obiettivi?

Andrea Battagliola, direttore generale della Linea Verde
Andrea Battagliola

Le soluzioni sono diverse, in differenti ambiti, dal campo allo stabilimento alla distribuzione. Abbiamo ricercato quelle che secondo noi sono le tecnologie migliori e che più si adattano. Si lavora, per esempio, in campo, con la sensoristica, con le stazioni meteo. Ma anche a una migliore gestione documentale, per la tracciabilità, con l’idea di passare le informazioni a valle della supply chain. A beneficio dell’organizzazione del lavoro, con più efficienza e meno sprechi. I software giocano un ruolo molto importante in quest’ottica. L’idea importante dell’agricoltura 4.0 è l’interconnessione delle tecnologie, per una gestione più sistemica di tutta la supply chain.

Clima, patogeni: quanto incidono questi problemi nello sviluppo di nuove tecnologie?

L’aumento della virulenza degli eventi climatici è evidente. E deve toccare tutti sul tema della sostenibilità che deve essere per noi una guida. Abbiamo, per esempio, studiato una sensoristica ad hoc per gestire al meglio l’irrigazione e avere risparmio idrico. Ed è il frutto di una ricerca interna. L’approccio alla misurazione si collega anche alla questione dei patogeni.

Cosa ci sarà di nuovo negli impianti e nella logistica?

Anche per lo stabilimento l’idea è stata la stessa: adottare le ultime tecnologie disponibili sia software che hardware. Parliamo di selezionatrici ottiche, tecnologie di asciugatura, macchinari di lavaggio. Sono salti generazionali, non un semplice aggiornamento. Poi si va a toccare le movimentazioni, la logistica interna. Abbiamo preso spunto in questo anche da grandi hub logistici come Amazon o Alibaba e abbiamo adattato le soluzioni alla nostra realtà: tecnologie robotizzate per creare un salto nel sistema di gestione di tutta la catena di produzione.

Qual è lo stato di salute oggi della quarta gamma a livello di consumo? Che cosa chiede oggi il consumatore?

La nostra visione è che il consumatore cerca una qualità elevata e costante del prodotto. E questo è collegato agli investimenti del Piano. Uno dei grandi obiettivi è elevare ancora di più la qualità e renderla costante. La penetrazione ampia della quarta gamma significa la fiducia dei consumatori su questo prodotto. Non dobbiamo deluderli, ma alzare l’asticella. Cerchiamo anche di dare qualcosa di nuovo, di qui il lavoro varietale e soluzioni di packaging. Ci siamo dati l’obiettivo di un pack con uguali prestazioni ma maggiormente sostenibili.

Che risposte arrivano da Un Sacco Green, la gamma di insalate di IV gamma in una confezione in materiale bioclastico? Tutti i sondaggi dicono che il consumatore chiede più sostenibilità e qualità, ma non sempre si traduce in acquisto.

Un sacco green dimmidisi
Un Sacco Green

Sì, è vera questa lettura. Un Sacco Green è stato un successo a prescindere, perché è stato un manifesto della direzione de La Linea Verde. Dimostra quanto abbiamo intenzioni serie a trovare soluzioni a problemi complessi. È la punta di diamante di un lavoro sul pack ma la ricerca va avanti: dall’R-pet alle confezioni di plastica aderenti al programma di sostenibilità Prevented Ocean Plastic, all’eco-design, alla carta erba. Dopo Un sacco green cercheremo altre soluzioni.

Quali novità lancerete nel 2022?

Poke Bowl DimmidiSì salmone prodotto da La Linea Verde
Poke Bowl DimmidiSì salmone

Nel 2021 abbiamo avuto grande successo con i Poke Bowl: torneranno con nuove ricette verso la primavera. Sono un esempio di un servizio di qualità che sostiene anche il prezzo. Siamo contenti di avere trovato questa formula. Ci saranno novità anche sulle bevande, sia nella linea classica sia per la limited edition. E poi anche sulle insalate.

Le vertical farming stanno portando innovazione anche sulla ricerca varietale.

Ben vengano gli stimoli del mercato, come quelli delle vertical farmig, se si sprona tutti a fare meglio: accettiamo la sfida. Per noi la ricerca varietale è sempre attiva, noi puntiamo all’innovazione. È da un po’ di tempo, in verità, che una nuova varietà non spopola: è più questione di mix e formati negli ultimi anni. Oggi vanno sempre i classici, rucola, valeriana, lattughino, misticanze. Sta crescendo l’Iceberg e dallo scorso anno gli spinaci e pronti da cuocere.

C’è qualcosa da migliorare nel banco frigo?

Fondamentale è la chiarezza a scaffale. Quando c’è la monoreferenza è più facilmente comprensibile, mentre il mix va spiegato. Lì si deve stare attenti al display nel lavoro a category. Vedere prodotti della prima gamma accostati nello stesso scaffale alla quarta gamma è per esempio un elemento di confusione. E in alcuni casi preoccupanti.

A che punto è la nuova normativa del settore che prevedrebbe l’aggiunta dei “prodotti non lavati e pronti al consumo” e una separazione nel banco ortofrutta tra i prodotti di IV gamma e quelli da vertical farming?

Stiamo aspettando aggiornamenti. Posso dire che il mio auspicio, come presidente  di Unione italiana food quarta gamma, è che sia posta dovuta attenzione a questi temi perché regole chiare favoriscono l’innovazione e il successo nel mercato, sia in Italia che all’estero.

Che risultati ha la quarta gamma all’estero?

I numeri dicono che come quarta gamma l’Italia è prima in Europa a volume e a valore, seguita da Francia e Spagna. Il fatto di essere produttori e avere una filiera corta e controllata, avere dei distretti, nella Pianura Padana e del Sele, ci dà una marcia in più. Per noi i primi mercati sono Spagna e Nord Europa.

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