Violì, partita la campagna commerciale

Volumi in contrazione ma alta qualità per il carciofo del Consorzio che riunisce Apofruit, Cericola, Op La Mongolfiera e Peviani

Il carciofo Violì punta a maggiore penetrazione nella gdo
Il carciofo Violì

Iniziata la campagna commerciale 2023-2024 di Violì, il carciofo made in Italy che riunisce, nell’omonimo consorzio, quattro grandi player del comparto ortofrutticolo nazionale, Apofruit, Cericola, Op La Mongolfiera e Peviani. Il raccolto è inferiore rispetto all’anno precedente, a causa delle problematiche climatiche, ma è alta la qualità del prodotto, con un interesse crescente della gdo, sostenuto da investimenti in comunicazione.

Un progetto di filiera italiano, le varietà sviluppate da Basf-Nunhems

Bauletto carciofo Violì
Bauletto Violì

La quasi totale assenza di piogge e le temperature mediamente superiori di 3-4 gradi rispetto alla norma hanno inciso sul raccolto. “Le carciofaie hanno accumulato un ritardo di produzione importante, con una produttività per pianta anche molto inferiore rispetto allo standard -fa notare Vito Cifarelli, responsabile commerciale e marketing di Cericola-. In tale contesto diventa fondamentale il fattore della selezione varietale: Violì, con le sue varietà sviluppate da Basf-Nunhems, riesce a esprimere tutta la sua qualità”.

“Nonostante il prolungarsi di temperature “estreme” fin quasi al mese di dicembre e la totale assenza di piogge i tagli sono iniziati abbastanza regolari nella prima decade di novembre -afferma Sergio Giardina, amministratore unico di La Mongolfiera-. Le piantagioni si presentano al momento molto sane e lasciano intravedere un andamento positivo per la imminente campagna natalizia e per il mese di gennaio”.

“Il progetto Violì è partito con tre grandi obiettivi: ringiovanire, qualificare e promuovere -sottolinea Gianluca Casadio, responsabile marketing di Apofruit-. Questa operazione è necessaria per abbassare l’età media dei consumatori di carciofo e assicurare a questa coltura maggiori certezze anche per il futuro. Come areali produttivi sono stati selezionati solo i più vocati, la Romagna, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna”.

“La componente del made in Italy al 100% è un altro punto a nostro favore, che bisognerà sapere sfruttare anche in ottica futura, per rilanciare una referenza per troppo tempo snobbata dal mercato. La sicurezza di potere contare su un partner tecnico come Basf-Nunhems ci offre  poi una certezza in più” aggiunge Claudio Bartolini, presidente del Consorzio Violì.

“Violì è l’unico progetto di filiera che si registra in un mercato così complesso e frammentato come quello del carciofo: aggregazione e investimenti al servizio della qualità per offrire ai consumatori un prodotto all’altezza delle aspettative” rimarca Claudia Iannarella, Chain manager di Basf-Nunhems.

Le iniziative con la distribuzione moderna

Il carciofo Violì è 100% made in Italy
Violì è 100% made in Italy

Violì punta a sostenere iniziative di collaborazione con la distribuzione. Le attività marketing di quest’anno prevedono investimenti in progetti di comunicazione che mirano a far conoscere meglio Violì, come la partecipazione all’iniziativa Spettacoli alla Frutta e campagne social.

“La gdo è interessata alle iniziative che cercano di creare valore attraverso prodotti di qualità, riconoscibili e con un ampio calendario produttivo -spiega Alessio Orlandi, direttore vendite Italia di Peviani-. Sul prodotto a libero servizio, Cuore di carciofo, abbiamo le migliori performance sia in termini qualitativi sia di riconoscibilità. Uno dei nostri obiettivi è di invertire la tendenza di una contrazione dei consumi della categoria.”

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