Continua la diminuzione dei volumi di ortofrutta fresca esportata in base ai dati comunicati da Fruitimprese: meno 2,2% in quantità nei primi nove mesi dell’anno anche se in valore si registra un +5,4%. Peggiora ancora il saldo commerciale, con 141 milioni di euro di surplus (-51,6% rispetto al dato del 2022). In volume l’import supera l’export di 425.753 tonnellate.
L’export: bene i kiwi, exploit delle arance in valore
A incidere negativamente sul risultato la performance della frutta secca (-14,2%), il cui export soffre della scarsità di prodotto a disposizione e del calo dei consumi, e soprattutto della frutta fresca, le cui esportazioni in quantità sono in calo del 7,6%: un dato segnato da gelate, alluvioni e fitopatie.
Valori invece positivi per gli agrumi, che segnano un +8,7% in volume e +20% in valore. Bene anche tuberi, ortaggi e legumi con esportazioni in quantità in crescita del 7,5% e del 19,4% in valore. Bene anche l’export di frutta tropicale (+7,6% e +12,6%).
Tra i prodotti più esportati esportati, in calo le mele (-3,83%) che comunque segnano un +4,94% in valore; bene i kiwi che confermano il trend in crescita dei mesi precedenti con un ottimo +11,08% in quantità e un +6,47% in valore. Molto bene gli agrumi con le arance che segnano un +7,66% in volume e +25,47% in valore, e i limoni che salgono circa del 10% in tutti e due gli indicatori.
L’import: avocado ancora superstar
Per le importazioni i numeri sono in crescita, +6,9% in volume e +10,2% in valore. Continua la scalata degli ortaggi che superano abbondantemente il miliardo di valore importato, +22,1%. Calano i volumi degli agrumi -8,3%; le importazioni di frutta fresca salgono dell’8,7% in quantità e del 12,9% in valore.
Per i prodotti importati, le banane crescono del 13,18% in valore, mentre l’ananas conferma i dati del 2022. Non frena il trend molto positivo dell’avocado, che aumenta del 18,82% in valore.
Salvi: accordi fitosanitari e le Tea necessari per la crescita
Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi sottolinea le preoccupazioni degli operatori per la crisi di prodotti come le pere e le pesche (-44,15% l’export in volumi), che stanno soffrendo più di altri i cambiamenti climatici e chiede un supporto, per scongiurare il rischio abbandono di queste colture. La recente decisione del Masaf di ridurre dal 70 al 40% il contributo per le polizze assicurative agevolate, rileva, è purtroppo in controtendenza.
In attesa dei verdetti finali sulle proposte di regolamento per i fitofarmaci e gli imballaggi, il presidente auspica che l’Ue possa trovare una linea di intesa sulle Tea, anche se la normativa sarà più facilmente affrontata con la costituzione del nuovo Parlamento. Sulla questione degli accordi fitosanitari, dopo l’apertura del mercato cinese alle pere, si guarda a nuovi mercati del Sudest asiatico e del Messico. Non dobbiamo permettere – sottolinea- la chiusura di quelli disponibili, come il mercato australiano per i kiwi, quello brasiliano, che è chiuso da 10 anni alle susine, e quello indonesiano, dove dal 2024 sarà obbligatoria la certificazione di prodotto Halal che rappresenta un costo insostenibile per le nostre aziende.