Sweet Africa, dal Kenya la frutta essiccata

Una filiera corta di qualità che permette lo sviluppo di competenze agronomiche e imprenditoriali sul territorio

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Da criticità a opportunità: è il percorso che ha portato alla nascita di Sweet Africa, una start-up italiana creata da un pool di soci in collaborazione con l’acceleratore di impresa di E4Impact e Università Cattolica. Il problema? La crisi del settore della frutta essiccata in Kenya, dotato (grazie a investimenti istituzionali) di strutture produttive moderne ma sovradimensionate per la domanda del mercato interno. La soluzione? Creare una filiera corta di qualità, contribuendo allo sviluppo di competenze agronomiche e imprenditoriali in Kenya, e trovare nuovi sbocchi commerciali per questi prodotti.

Su questo doppio binario si muove Sweet Africa, che propone frutta tropicale essiccata (mango, banana, cocco, ananas e papaya) senza zuccheri aggiunti e con qualità nutrizionale garantita, verificata dalla facoltà di Agraria dell’università Cattolica di Piacenza. Tutti i dried fruit, così come il resto dell’offerta nelle nuts (macadamia e anacardi), provengono da una filiera corta, controllata e tracciata in ogni fase produttiva, dalla raccolta alla commercializzazione.

Il progetto di filiera corta in Kenya di Sweet Africa

Una filiera tutta interna al Kenya, poiché anche l’essiccazione e il confezionamento avvengono in loco. Infatti, grazie alle sue condizioni climatiche e alla ricca biodiversità, questo paese è in grado di garantire la produzione al giusto grado di maturazione per 12 mesi l’anno e Sweet Africa è organizzata per trovare i prodotti con il miglior grado brix e farli arrivare nei punti vendita in Italia entro tre mesi dalla raccolta. Con benefici sia sulle caratteristiche organolettiche sia su quelle salutistiche, poiché non c’è necessità di aggiungere zuccheri.

Sono 92 i contadini, seguiti da agronomi italiani, che coltivano i frutti secondo le normative europee (certificazione Global Gap), di cui una ventina provvedono anche all’essiccazione. Tutti i prodotti sono conferiti allo stabilimento di Machakos, dove avviene il confezionamento e dove vengono svolti ulteriori controlli di qualità e sicurezza. L’anno prossimo partiranno i lavori per il nuovo centro di essiccazione e confezionamento che sorgerà nei pressi di Malindi, che sarà operativo dal 2025 e in cui verranno investiti 5 milioni di euro.

I prodotti vengono sottoposti a ulteriori controlli una volta arrivati in Italia. Negli uffici commerciali di Sweet Africa, situati a Bergamo, è stato allestito un laboratorio che svolge circa 2mila analisi microbiologiche annue sui prodotti in tre momenti diversi della loro vita commerciale. Tutte le analisi di conformità dei vari lotti sono rese disponibili nel sistema della blockchain, avviata lo scorso maggio e finanziata da Puglia Sviluppo (la società finanziaria della Regione Puglia, ndr), che consente di notificare tutte le fasi di lavorazione: dalla coltivazione alla trasformazione fino alla logistica e all’autocontrollo, garantendo la massima trasparenza. Tutte le informazioni sono a disposizione anche dei consumatori, che le possono consultare grazie al QR Code inserito sulle confezioni.

“Siamo partiti dalle esigenze della gdo e del consumatore per offrire la giusta gamma e fornire tutte le informazioni e le garanzie che si aspettano su questi prodotti” spiega l’amministratore delegato Marco Nicolini. Un lungo lavoro affidato all’università Cattolica, che ha analizzato i prodotti per misurare i valori nutrizionali, e quindi indicare i claim ideali da inserire on pack. In parallelo l’università ha anche studiato l’intero processo produttivo, arrivando a caratterizzare il metodo utilizzato e a definire il piano analitico e le schede tecniche.

La gdo italiana conta il 70% del fatturato

Avviato questo complesso progetto, Sweet Africa è arrivata sul mercato. Prima con il suo e-commerce aziendale, poi con l’ingresso in gdo. Al momento l’azienda è referenziata in alcune catene (come Iperal, Finiper, Alì, Tosano, Lando e alcune realtà Conad) e sta entrando in altre (come Unicomm) sempre con il suo brand. Alla gdo, che sviluppa il 70% del fatturato aziendale, si affiancano altri canali commerciali, come l’Horeca e il vending, nonché le farmacie, considerate potenzialmente molto interessanti visto il valore salutistico del prodotto. Proprio su queste caratteristiche sarà incentrato il piano di marketing, con la campagna di comunicazione a supporto dello sviluppo dell’azienda, che prevede di arrivare a 3 milioni di euro di fatturato nel 2024 (contro i 2,5 previsti quest’anno, con il 20% di Ebitda) e passare poi a 8 milioni di euro nel 2026, con il 26% di Ebitda previsto.

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Sweet Africa, dried fruit from Kenia

From criticality to opportunity: this is the path that led to the birth of Sweet Africa, an Italian start-up created by a pool of member partners in collaboration with the E4Impact business accelerator and the Catholic University. The problem? The crisis in the dried fruit sector in Kenya, equipped (thanks to institutional investments) with modern, but oversized production facilities for the demand of the domestic market. The solution? Creating a short quality supply chain, contributing to the development of agronomic and entrepreneurial skills in Kenya, and finding new commercial outlets for these products.
Sweet Africa moves along this double track, offering dried tropical fruit (mango, banana, coconut, pineapple, and papaya) with no added sugar and with guaranteed nutritional quality, verified by the Faculty of Agriculture of the Catholic University of Piacenza. All dried fruit, as well as the rest of the range of nuts (macadamia and cashews), come from a short, controlled, and traced supply chain at every stage of production, from harvesting to marketing. We are talking about an entirely internal supply chain in Kenya, since drying and packaging also take place on site. In fact, thanks to its climatic conditions and rich biodiversity, this Country is able to guarantee production at the right degree of ripeness for 12 months a year, and Sweet Africa is organized to find products with the best brix degree and get them to the stores in Italy within three months from collection. There are benefits both on the organoleptic characteristics and on the health ones, since there is no need to add sugars.

92 farmers, assisted by Italian agronomists, cultivate the fruits according to European regulations (Global Gap certification), and about twenty of them also provide for drying. All products are delivered to the plant in Machakos, where packaging takes place, and further quality and safety checks are carried out. Work will start next year for the new drying and packaging center, which will be built near Malindi and will be operational from 2025, and in which 5 million Euros will be invested.

The products are subjected to further checks once they arrive in Italy. In the commercial offices of Sweet Africa, located in Bergamo, a laboratory has been set up. It carries out about 2,000 microbiological analyzes per year on the products in three different moments of their commercial life. All the conformity analyzes of the various lots are made available in the blockchain system, launched last May and financed by Puglia Sviluppo (the financial company of Puglia Region, ed), which allows notification of all processing phases: from cultivation to transformation up to logistics and self-control, ensuring maximum transparency. All the information is also available to consumers, who can consult it thanks to the QR Code inserted on the packaging.

Marco Nicolini, managing director, explained: ‘We started from the needs of large-scale distribution and consumers to offer the right range and provide all the information and guarantees they expect about these products’. This lengthy work was entrusted to the Catholic University, which analyzed the products to measure their nutritional values, and therefore indicate the ideal claims to be included on the pack. In parallel, the university has also studied the entire production process, coming to characterize the method used and to define the analytical plan and the technical sheets.
Having started this complex project, Sweet Africa has arrived on the market, first of all with its corporate e-commerce, then with entry into large-scale distribution. At the moment the company is referenced in some chains (such as Iperal, Finiper, Alì, Tosano, Lando, and some Conad realities) and is entering others (such as Unicomm) always with its brand. The large-scale distribution, which develops 70% of company’s turnover, is joined by other commercial channels, such as Ho.re.ca. and vending, as well as pharmacies, considered potentially very interesting, given the health value of the product. The marketing plan will focus precisely on these characteristics, with the communication campaign to support the development of the company, which expects to reach 3 million Euros in turnover in 2024 (compared to 2.5 expected this year, with 20% of Ebitda) and then arrive to 8 million Euros in 2026, with 26% of Ebitda expected.

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