La Toscana sfida il mercato con la filiera Bio

Ci vorranno circa tre milioni di euro per trasformare la regione Toscana in uno dei principali distretti produttivi di ortofrutta biologica d’Italia. È questo il senso del progetto integrato di filiera “Ortofrutta Toscana Bio” che Legacoop Toscana ha presentato questa mattina presso la sede Cis Meeting di via Fiume.

I partner strategici. Un progetto ambizioso che sarà finanziato per il 40% dal piano di sviluppo rurale della regione Toscana e che si svilupperà grazie ad un accordo inedito tra Vivi Toscano (società con stabilimento e magazzino presso il mercato ortofrutticolo del capoluogo mediceo) che sarà il braccio commerciale “armato” di Apofruit per la distribuzione del bio nelle principali catene regionali; Cs Etruria (partecipata da Agribologna) a cui sarà affidato, invece il canale ho.re.ca. e la cooperativa di produttori Terre dell’Etruria che, in base all’accordo, si occuperà di assistenza tecnica ai produttori che si aggregheranno, di fornire sistemi innovativi ad esempio sulla tracciabilità del prodotto e mezzi tecnici avanzati.

Gli step. «Partiremo con venti aziende – spiega Mario Tamanti di Apofruit – che rappresentano circa 300 ettari di superficie coltivata Bio per una produzione complessiva di eccellenze dell’ortofrutta toscana di circa 2mila tonnellate. Ma l’obiettivo è quello perlomeno di quadruplicare areali e volumi attraverso la realizzazione di nuovi impianti o anche la riconversione di colture convenzionali. Stiamo lavorando per coinvolgere nel progetto quante più aziende possibili».

Le prospettive. Tra le prime invitate ci sono tutte quelle che ruotano nell’universo di Apofruit, naturalmente, ma anche le aziende che fanno parte della cooperativa Terre dell’Etruria che è una delle più importanti della regione toscana. Alla presentazione ufficiale dell’accordo di questa mattina, inoltre, il progetto è stato proposto a tutte le associazioni di categoria.

«Tra le novità che metteremo in campo – continua Tamani – c’è un progetto pilota di ricerca e sperimentazione che, grazie ad una collaborazione con Crpv di Pisa, lavorerà su nuove tecniche produttive e nuove varietà».

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