Lonigro, più volumi e qualità per l’uva da tavola #vocidellortofrutta

Nonostante le difficoltà del clima, con il luglio più caldo di sempre, la produzione si presenta migliore dello scorso anno, come racconta Francesca Lonigro, marketing manager dell’azienda commerciale barese. “Ma i costi delle materie prime sono triplicati”

Francesca Lonigro in uno scatto dell'artista Manuela Perrone per una prossima mostra dedicata al body painting
Francesca Lonigro in uno scatto per una prossima mostra dedicata al body painting

Le difficoltà del clima, i costi triplicati, ma anche migliore qualità e più quantità. E la tentazione di puntare anche al mercato italiano, non solo estero. Francesca Lonigro, marketing manager dell’azienda commerciale di famiglia, in provincia di Bari, fa il punto della campagna di produzione dell’uva da tavola, con la Vittoria nel pieno della sua commercializzazione e maturazione: una dolcezza con 19 gradi brix.

Come sta andando la campagna dell’uva?

Lonigro è un'azienda a carattere familiare in provincia di Bari
Lonigro è un’azienda a carattere familiare

La qualità di questa stagione è sicuramente alta. Abbiamo avuto un’annata priva di acqua. L’effetto negativo è sull’aspetto tardivo della piena raccolta: l’inizio è stato a luglio, ma per entrare in piena campagna abbiamo dovuto aspettare la fine del mese. Per non parlare dei costi delle materie prime produttive che sono triplicati, compresi quelli per imballaggi, carta, legno. E che si sono riversati sui prezzi dell’uva. I volumi sono sicuramente superiori allo scorso anno anche se non abbiamo ancora fatto stime. Lo scorso anno la campagna è durata fino a dicembre, ma il fine stagione è complicato per l’umidità.

La mancanza d’acqua ha però anche un impatto positivo sulla qualità.

Quando le stagioni sono piovose sotto i tendoni si crea naturalmente umidità che è la nemica della salubrità dell’uva e porta patogeni, oidio, e si deve intervenire con i fitofarmaci. L’uva quest’anno è più salubre. Ma l’apporto idrico che abbiamo dovuto somministrare è andato a ricadere sui costi. È stato un inizio campagna molto faticoso, la colpa è del clima: quest’anno luglio è stato il mese più caldo nella storia. Credo che ognuno di noi debba fare qualcosa. Negli anni si sono fatti progressi: oggi il quaderno di campagna non può menzionare sostanze che danneggiano l’ambiente o la salute umana. La direzione è quella della sostenibilità, del risparmio idrico. Noi abbiamo creato un sistema che recupera le acque piovane, i pannelli fotovoltaici vanno a produrre energia rinnovabile.

In campagna si trova la manodopera?

Il nostro grande problema è la mancanza di quella specializzata. Un esempio: il grappolo va tagliato non dal peduncolo verde ma raso raso al tralcio, questo va a mantenere il prodotto fresco fino al consumatore finale. La richiesta di manodopera in campagna è altissima e se qualcosa non sta bene all’operatore se ne va da un’altra parte.

Quale uva state ora commercializzando?

Siamo nel pieno della campagna dell’uva Vittoria: è il momento che ha raggiunto il massimo della sua bontà. Quest’anno per fattori climatici ha poco colore, un paglierino. È una varietà con i semi, dove risiedono i principali benefici nutrizionali. La stiamo commercializzando con un packaging in plastica riciclabile e con il mio volto in etichetta: diamo un valore diverso mentre il mercato tende al ribasso. Alcune catene chiedono ancora la plastica perché il consumatore vuole vedere il prodotto.

Lonigro con l’uva copre tutte esigenze del mercato: senza semi o con semi. Quante sono le varietà proposte, oggi cosa state raccogliendo?

Uva Vittoria Lonigro, con il nuovo packaging
Uva Vittoria Lonigro, con il nuovo pack

Abbiamo le uve con semi, come Vittoria, Black Magic, Palieri, Red Globe e Italia; senza semi, Millennium, Sofia, Supernova, Flame, Crimson, Summer Royal. Al momento stiamo raccogliendo Vittoria, Palieri e Red Globe. Siamo al momento di incrocio tra Palieri, che è molto resistente, e Red Globe, assai apprezzata dal mercato europeo. Qualcuno ha già cominciato a raccogliere uva Italia, ma siamo al minimo commercializzabile di gradi brix: per noi è impossibile. La Vittoria è ora la “signora” Vittoria: ha un grado brix altissimo, 19, contro un minimo commercializzabile di 12. È molto apprezzata in Germania e Paesi dell’Est, che, come la Francia, sono ancora legati ai prodotti con i semi. Il consumatore chiede sempre il prodotto più dolce.

Lonigro è un marchio che va quasi esclusivamente all’estero: non c’è l’intenzione di investire anche sul mercato italiano?

Esportiamo per le catene commerciali in Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Polonia. Romania. In Italia facciamo il 5%, però ci stiamo muovendo. Mi piacerebbe molto vendere in qualche catena del Nord Italia comunicando i nostri plus.

Uva da tavola locale e da agricoltura convenzionale, una decina di ettari per un centinaio di produttori. Non c’è per il futuro l’intenzione di dedicare anche una parte della produzione al residuo zero o al bio? La direzione del mercato è quella.

A parole direi di sì, ma qui è dura per tanti aspetti, clima, patogeni. Quando vado a trovare gli amici Lapietra, che fanno pomodori in idroponica, rimango estasiata: controllano tutto, umidità, temperatura. Noi non abbiamo la stessa fortuna con l’uva. Altri in passato hanno provato in serra ma i costi erano più alti. Potrebbe essere una nuova sfida. Ma io tengo molto al lato agricolo e al rispetto del ciclo naturale.

Che riscontro c’è per il nuovo pack che riporta l’immagine del suo viso sulla confezione?

Lonigro commercializza diverse varietà d'uva, con semi e seedless
Lonigro commercializza diverse varietà d’uva

Abbiamo iniziato lo scorso anno con delle coccardine e il successo ci ha spinto a riproporre l’idea con il nuovo pack. Conoscere chi c’è dietro è importante. Il nuovo packaging è riservato solo alla Vittoria. È un’uva autoctona, riconosciuta italiana. E il mio viso mediterraneo in etichetta aiuta a far riconoscere il prodotto made in Italy.

C’è qualche idea di sviluppare campagne di comunicazione?

Bella domanda: secondo la cultura del nostro territorio l’agricoltura è produrre, raccogliere e vendere. Io ho studiato marketing a Milano e questo modo di fare è duro da smuovere. Per l’anno internazionale di frutta e verdura abbiamo realizzato un progetto in collaborazione con un’artista milanese, Manuela Perrone, che si occupa di body painting dove esprimiamo il nostro concetto di agricoltura. È venuta in campo a raffigurarmi con un grappolo d’uva e alcuni simboli della Puglia, come il muretto a secco, Polignano. Non abbiamo ancora deciso quando pubblicizzare questa mostra.

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