Ghelfi Ondulati, l’imballaggio 4.0 #vocidellortofrutta

Giuseppe Ghelfi, che rappresenta la terza generazione dell'azienda, racconta i vantaggi della stampa digitale. Le scatole diventano "parlanti": personalizzazione, integrazioni dei dati e meno spreco

Giuseppe Ghelfi (Ghelfi Ondulati)
Giuseppe Ghelfi

Il packaging, basato su stampa digitale, permette un’eccezionale integrazione dei dati, un vantaggio per tutta la supply chain, che consentirebbe anche grandi risparmi in chiave anti spreco. Le scatole, da semplice contenitore, con il dato digitale si trasformano in “scatole parlanti”. E offrono infinite possibilità di personalizzazioni e segmentazioni per il brand o la marca privata. Giuseppe Ghelfi, titolare di Ghelfi Ondulati, sede a Buglio in Monte, in Valtellina, quasi 70 anni di storia, racconta il salto di qualità con l’imballaggio 4.0.

Ghelfi Ondulati ha ricevuto il Gold Medal di EcoVadis per la responsabilità sociale d’Impresa. Cosa significa questo premio?

Stabilimento Ghelfi Ondulati in Valtellina
Stabilimento Ghelfi Ondulati

Ecovadis, piattaforma per il monitoraggio della responsabilità sociale di impresa, ci ha assegnato la medaglia d’oro, facendo rientrare la nostra azienda tra le Top 5% performers. La valutazione ha riguardato essenzialmente gli aspetti di responsabilità sociale di impresa nelle aree di ambiente, lavoro e diritti umani, etica e sostenibilità. Quella della sostenibilità sociale è una direzione che abbiamo intrapreso fin dagli anni 50 grazie ai nonni Giuseppe ed Elsa che hanno fondato l’azienda. E ci hanno da sempre spiegato che l’economia è un mezzo e non un fine: mezzo per migliorare il proprio territorio e per far crescere le persone. All’interno del nostro plant, da diversi anni, c’è la cooperativa Il Sentiero, che nasce per agevolare l’integrazione nel mondo del lavoro di tutte le persone svantaggiate: a oggi ci lavorano 50 soci.

Nuovi progetti? Avete avviato nuove partnership per l’ortofrutta o nell’industria del food?

Progetto Ghelfi per Le Piccoline Melinda
Le Piccoline Melinda

A breve ci saranno novità sugli scaffali dei supermercati. Con il Consorzio della ciliegia di Vignola Igp abbiamo tracciato le ciliegie contenute in ogni singola confezione per dare informazioni di raccolta univoche al consumatore (luogo, data, nome del produttore che ha raccolto con numero di telefono). Con Melinda abbiamo avviato l’anno scorso il progetto Le Piccoline, dove alla varietà Isaaq, mela piccola e gustosa, adatta ai bambini, è stato abbinato un packaging plastic free che non va buttato, ma diventa un gioco per bambini sempre diverso e divertente grazie all’uso della stampa variabile. Molto bella, nell’industria dei vini, è stata la segmentazione per il mercato americano fatta da Cantine Riunite che ha personalizzato le sue scatole con le squadre del NFL.

Il packaging è forse oggi il lato più sensibile per le aziende che vogliono fare sostenibilità: ci sono molte iniziative eco-friendly. Ghelfi Ondulati propugna una rivoluzione digitale del pack.

La stampa digitale consente la personalizzazione del packaging
La stampa digitale consente la personalizzazione

Con la stampa digitale a bobina su carta possiamo dare un’impronta nuova al packaging primario e secondario (cartone ondulato, cartoncino, packaging flessibile accoppiato base carta). Le scatole, da semplice contenitore, con il dato digitale, si trasformano in scatole parlanti. Il brand o la marca privata hanno oggi la possibilità di personalizzazioni, segmentazioni prodotto, senza l’uso di impianti stampa e con una variabilità a singolo pezzo.

Il ruolo del packaging di oggi, e più in generale di chi partecipa alla filiera produttivo-distributiva, deve essere quello di integrare l’uso dei dati per migliorare tutta la catena del prodotto-servizio, a partire da dove viene confezionato, passando per logistica, la GD e la DO, per arrivare a casa dei consumatori, minimizzando gli errori nei processi e le inefficienze, creando nuovo valore e rendendo il tutto più sostenibile. Oggi lo spreco alimentare in Italia vale 15 miliardi di euro, e quello della filiera produttiva e distributiva oltre 3 miliardi di euro.

In che modo integrare i dati?

Per esempio possiamo collegare un determinato prodotto dentro una scatola 4.0 alla sua scadenza. E avvisare il consumatore direttamente sul suo calendar qualche giorno prima che il prodotto non sia più consumabile. Questo è un servizio a costo zero con un packaging phygital. Ci sono informazioni qualificanti per tutta la catena che oggi non si sfruttano appieno. Attraverso l’IoT, il packaging univoco traccia l’intera filiera, può interagire con logistica e distribuzione moderna, diventa fonte di informazione anti-spreco per il consumatore finale. Il dato deve essere sfruttato in fase di produzione e spedizione per migliorare i processi, la logistica, per ridurre gli stock, velocizzare i riordino  e combattere le inefficienze.

Quali sono gli ostacoli alla sua diffusione?

Da azienda di montagna, le salite non ci spaventano. Abbiamo anni fa creduto, tra i primi, al mondo nella tecnologia di stampa digitale all’acqua ad altissima produttività di HP, scelta che ci ha dato ragione. In 5 anni abbiamo moltissimi casi di clienti piccoli e grandi che usano la stampa digitale per essere diversi, raccontare la loro storia, segmentare i loro mercati, essere liberi di potere fare test. A noi stessi si sono aperti nuovi mercati. Da semplici produttori e stampatori di cartone oggi produciamo bobine che si trasformano nei prodotti più diversi: dai sacchetti in carta per la spesa, ai prodotti a base di film accoppiato a carta, al cartoncino per il packaging primario. Ci sono  poi i nuovi mercati prodotti dallo spostamento  dei consumi: a partire  dalle vaschette in plastica monouso, sostituite sempre più  spesso da quelle in cartone, per arrivare al food delivery, cresciuto in maniera enorme. Mercati, questi, che crediamo siano il veicolo più indicato per esprimere i valori della stampa variabile lato marca.

Che ricavi stimate per il 2021?

Supereremo i 100 milioni, con fatturato in salita. Come in tutti i settori la ripresa post-pandemia è caratterizzata da un enorme aumento dei costi delle materie prime, accompagnato da quello dei costi energetici industriali (energia, gas).

Qual è la causa?

È un problema di approvvigionamento: da una parte c’è la ripartenza forte della Cina che assorbe tantissima carta a livello mondiale; dall’altra i nuovi modelli di consumo con monoporzioni in aumento e commercio online che sale a due cifre hanno aumentato esponenzialmente la richiesta.

Di quali aumenti parliamo, in termini di cifre?

Per carta e cartone si sono registrati aumenti mai visti e che sembrano non arrestarsi. Il prezzo della materia prima nel nostro caso incide moltissimo sul prezzo del prodotto finito, ma oltre a quelli della carta sono saliti anche in maniera esponenziale i costi di energia, gas e trasporti.

Progetti futuri?

Saremo a Berlino, a Fruit Logistica 2022. Punteremo sui nostri brevetti (Esa, No Crush) che consentono di usare meno cartone per produrre imballaggi più sostenibili e più resistenti. Poi sulla stampa digitale, con scatole che offrano dei servizi aggiuntivi ai nostri clienti e nel frattempo ci dedicheremo sempre di più a renderla fruibile a tutti, secondo modalità e utilizzi diversi, ma sempre sostenibili, personalizzabili e riutilizzabili.

 

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