Stati generali, le proposte dell’agroalimentare

Conte: "Patto comune per sfruttare appieno i fondi europei". E Bellanova: "Il futuro del Paese passa di qui"

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha aperto la quinta giornata degli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphili, quella dedicata all’incontro con i rappresentanti del settore agricolo.
“Di fronte a un Paese che non ha mai manifestato storicamente grandi capacità di spesa” dei fondi europei “dobbiamo sfruttare appieno questa opportunità. Se riusciamo a raggiungere l’obiettivo sarà solo perché riusciremo a stringere un patto in cui tutti, tutto il sistema Italia marcia verso questo obiettivo. Questo Paese è strutturato in modo troppo articolato per poter pensare che se non si rema tutti nella stessa direzione si possa raggiungere un obiettivo così sfidante”.

“Ho ascoltato con interesse i contributi e le proposte presentate oggi durante gli Stati generali dagli attori di un settore, la Filiera della vita, che merita di essere ripagato per l’enorme impegno di questi mesi per garantire un bene essenziale come il cibo e assicurare a tutti spazi di normalità -ha commentato la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova– Con la strategia nazionale per il sistema agricolo e agroalimentare inclusa nel piano Progettiamo il rilancio vogliamo dare risposte ulteriori all’emergenza in corso, ma anche costruire una visione di Paese per i prossimi anni. Agricoltura e pesca sostenibili, sostegno alle filiere, competitività, promozione del made in Italy, semplificazione e digitalizzazione, sviluppo rurale, tutela del verde, salvaguardia dei territori, risparmio idrico, lotta al dissesto e ai cambiamenti climatici sono solo alcuni degli ambiti che la strategia va a toccare, mentre alcune delle priorità emerse oggi al Tavolo ci vedono al lavoro da tempo.Per questo mi auguro che produzione, trasformazione, distribuzione non disperdano l’esperienza di questi mesi. Lavoriamo insieme perché agricoltura, pesca e agroalimentare si affermino come settori del futuro, continuando ad attrarre le nuove generazioni e siglando il patto necessario tra sostenibilità, ricerca, innovazione, qualità, legalità e tutela del territorio. Il futuro del Paese passa di qui”.

Prandini, in campi crack da 12,3 miliardi

“L’esperienza dell’emergenza coronavirus ha dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro che oggi sono affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
Il comparto, però, si scontra con la mancanza di formazione e professionalità che è necessaria anche per le attività agricole soprattutto per chi viene da esperienze completamente diverse. “Un’opportunità che deve essere accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione e il contenimento del costo del lavoro“, ha aggiunto Prandini.

L’emergenza Covid-19 ha provocato perdite stimate in 12,3 miliardi di euro al settore agricolo nel 2020 per effetto del taglio alle esportazioni, delle difficoltà e chiusure di bar e ristoranti, del crollo dei flussi turistici e della pesante contrazione delle quotazioni alla produzione per diversi prodotti per effetto di distorsioni e speculazioni, ha aggiunto Prandini. “Da quando è iniziata la pandemia in Italia, il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore; un allarme che ha comunque fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne sta mettendo a nudo tutte le fragilità”. Da qui la necessità di intervenire con un piano nazionale per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali. In gioco “c’è una filiera allargata che dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati“.

Cia, agricoltura strategica nell’emergenza e ora motore di crescita

“L’emergenza Covid-19 ha mostrato con tutta evidenza come il settore agricolo non sia residuale nel contesto socio-economico italiano, ma rappresenti il motore dello sviluppo e della crescita del Paese. Ha garantito l’approvvigionamento di beni alimentari durante il lockdown e ora rientra, quindi, a pieno titolo nel piano di rilancio economico dell’Italia”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino nell’incontro agli Stati generali. Per Cia, infatti, la straordinarietà della crisi non consente un approccio ordinario, mentre è necessario che le istituzioni e la politica, superino rivendicazioni e opportunismi per dare forma credibile a un progetto più ampio che consideri l’agricoltura centrale e avanzi secondo una visione chiara e di lungo periodo. “Sono due le strade principali da percorrere in parallelo -ha detto Scanavino-. Quella europea che deve vedere l’Italia ben posizionata nel contesto delle politiche comunitarie, definite dal Green New Deal e con le strategie Farm to Fork, Biodiversity e Next Generation Eu. L’altra strada è quella tutta italiana di creare le condizioni favorevoli allo sviluppo e al rafforzamento dei sistemi produttivi territoriali. Cia-Agricoltori Italiani -ha concluso Scanavino- si candida a esserne il promotore attivo nei territori, tra Enti e Istituti locali, imprese, società e mondo della ricerca”.

Mercuri, sì risorse ma serve innovare

Lavorare nel breve-medio termine con un’accelerazione dei tempi per l’erogazione delle risorse, procedure semplificate e più snelle e una maggiore flessibilità che consenta di alleggerire il carico burocratico per le imprese. Ma nel lungo periodo le tre parole d’ordine sono sburocratizzazione, innovazione e aumento dell’export. Sono queste le principali richieste che l’Alleanza delle Cooperative agroalimentari ha presentato al Governo nel corso degli Stati generali e che potrebbero consentire alle cooperative che detengono un quarto del fatturato del comparto, di gestire al meglio la situazione di crisi causata dal Covid-19. Rispetto allo sviluppo a medio-lungo termine, per l’Alleanza occorre recuperare il gap di competitività che ancora pesa su parte delle imprese. “Dobbiamo crescere, farci conoscere e aumentare le nostre esportazioni -ha dichiarato il presidente Giorgio Mercuri– per far questo occorre una grande opera di innovazione del sistema agroalimentare che dovrà passare necessariamente attraverso le infrastrutture, fisiche e digitali. Dobbiamo recuperare il gap di infrastrutture materiali e immateriali per rendere competitive tutte le aziende, con processi di sistema innovativi di agricoltura 4.0 come la blockchain“. Innovazione ed ammodernamento, per l’Alleanza, sono i due grandi pilastri attraverso cui si potrà raggiungere anche la crescita dell’export che a oggi raggiunge solo in minima parte i mercati più distanti.

Copagri, a Conte pacchetto per ristrutturazione primario

“Guardiamo con interesse ai contenuti del masterplan del Governo, del quale condividiamo le linee strategiche che devono partire necessariamente dalla semplificazione, dal rilancio delle infrastrutture e dagli incentivi per gli investimenti per rendere competitiva l’agricoltura. Ora attendiamo di conoscere se e come questi aspetti si integreranno con i contenuti del ‘Piano Colao’, nel quale – nonostante non figurino approfondimenti sull’agricoltura – sono presenti aspetti che la riguardano indirettamente”. Lo ha detto il presidente della Copagri Franco Verrascina agli Stati generali di ieri. “In tema di competitività dell’agricoltura -ha precisato il presidente Copragri- bisogna ragionare sul lungo periodo, puntando a una vera e propria ristrutturazione del settore“. A questo proposito la Copagri ha stilato un pacchetto di richieste con diverse priorità, a partire dalla semplificazione burocratica e dalla rinegoziazione del debito, con particolare riferimento a mutui e altri finanziamenti.

Federalimentare, tenere in piedi la ristorazione

“Voglio lanciare una sfida al Governo: il settore alimentare è legato a doppio filo al canale Horeca e solo se il Governo riuscirà a tenere in piedi nei prossimi mesi il settore della ristorazione, potremo sperare il prossimo anno nel rilancio dell’alimentare che, voglio ricordare, rappresenta il secondo settore manifatturiero e produce l’8% del Pil italiano”. Così il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, intervenuto agli Stati Generali convocati da Conte. “Dal canale Horeca, fortemente toccato dall’emergenza e che continua a pagare lo scotto anche in questi mesi, dipende tutta la filiera agroalimentare e quindi, indirettamente, i consumatori italiani e stranieri: siamo produttori d’eccellenza a cui nessuno, soprattutto all’estero, vuole rinunciare, perciò è essenziale che questo settore – il cui fatturato in Italia è di circa 30,5 miliardi di cui 18,5 legati alle spese alimentari del turismo nazionale e 12 miliardi a quello estero – torni a lavorare a pieno regime”. Con un focus sull’export, poi, Vacondio ha ricordato che non dobbiamo fare passi indietro proprio ora sui nuovi mercati che sono sempre strategici per il Made in Italy e più che mai nell’era post-Covid: “Come per il Canada, anche il Mercosur deve trovare la sua strada” ha detto.

Filiera Italia, agire su sostenibilità, internazionalizzazione, digitale

“Un riconoscimento importante alla centralità della filiera agroalimentare italiana”, ha detto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, agli Stati Generali. Una filiera che nel suo complesso dà lavoro a 3,6 milioni di persone e vale, dalla produzione agricola alla ristorazione, 538 miliardi di fatturato con 120 miliardi di valore aggiunto, cifra che fa dell’Italia la prima in Europa per “creazione di qualità“.
“Un comparto che oggi più che mai diventa strategico all’ammodernamento del Paese -prosegue Scordamaglia- e in questo senso non appare casuale che 1 punto su 4 del Piano di rilancio del Paese siano collegati in modo diretto o indiretto alla nostra filiera e ai nostri territori”.

Tiso, agricoltura bio e semplificazione priorità del Paese

Senza una riforma fiscale all’insegna della semplificazione, qualsiasi misura per il rilancio rischia di perdere efficacia e di non giovare alle imprese agricole, ha detto il presidente nazionale di Confeuro, Andrea Michele Tiso, in occasione degli Stati generali. “La semplificazione del fisco e degli altri adempimenti amministrativi sono una priorità trasversale della nostra economia -ha precisato Tiso- si tratta di un’azione ancora più indispensabile in questo momento, per permettere alle aziende di uscire velocemente dalla crisi e di esprimere appieno le loro potenzialità”. Occorre inoltre incentivare l’innovazione tecnologica che, secondo il presidente, non può essere focalizzata in modo esclusivo sulla digitalizzazione ma deve riportare al centro l’essere umano e la sua relazione con l’ambiente. “L’unica strada che può percorre il settore primario in questo senso -ha concluso il presidente- è quella dell’agricoltura biologica che deve diventare una vera e propria leva di sviluppo del Paese, puntando sulla qualità delle nostre produzioni e su una tutela del territorio in cui i coltivatori siano i primi garanti”.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome