Approvato il decreto legislativo sulle pratiche sleali nell’agroalimentare

Via libera dal Consiglio dei ministri. Soddisfazione da Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani, che però allerta: “Le aziende ortofrutticole ko per l'aumento del costo delle materie prime, energia e logistica"

Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani
Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani

Via libera dal Consiglio dei ministri allo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue 2019/633 del Parlamento europeo sul divieto di pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare.

“Per l’ortofrutta fresca, su 100 euro spesi dal consumatore, al produttore rimangono solo 6-8 euro netti”

Non sarà più possibile, spiega il Mipaaf in una nota, imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come per esempio la vendita di prodotti agricoli/alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione. Per l’attività di accertamento delle violazioni delle disposizioni previste, quale autorità nazionale di contrasto, è stato designato il  Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Icqrf).

Grande soddisfazione per l’approvazione del decreto legislativo è stata espressa da Cia-Agricoltori Italiani. “Si tratta di un passo avanti significativo, atteso da molti anni e sostenuto fortemente da Cia, perché permette anche in Italia di mettere un freno alle speculazioni nel settore -ha commentato in una nota-. A oggi per l’ortofrutta fresca, per esempio, su 100 euro spesi dal consumatore al supermercato, al produttore rimangono in tasca solo tra i 6 e gli 8 euro netti. Ancora meno nel caso dei prodotti trasformati, dove il margine in campo all’agricoltore è intorno ai 2 euro.

Tra l’altro –ha osservato Cia- l’approvazione del decreto arriva in un momento complicato per le aziende agricole, messe ko dall’aumento insostenibile dei costi di produzione, a causa dei rincari di materie prime, energia, trasporti, mangimi, concimi e fertilizzanti, con rialzi tra il 30% e il 50% negli ultimi mesi ed effetti diretti sui redditi”.

“Notizia positiva- è il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti-: Da sempre chiedevamo di recepire la direttiva comunitaria per ridare fiducia e stabilità agli operatori e al mercato, razionalizzando e rafforzando il quadro nazionale esistente sin dal 2012”. Confagricoltura auspica infine che nella formulazione finale del testo vengano tenute in adeguata considerazione le specifiche esigenze del settore vivaistico, comparto di primo piano del settore primario.

 

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