Bellanova: “Pratiche sleali ancora più intollerabili durante Covid-19”

Bisogna assumersi la responsabilità di regolarizzare persone che sono nel nostro Paese e magari ci lavorano da anni. L'ok di Cia

“La sicurezza alimentare, la trasparenza, la qualità e la salubrità delle produzioni sono la nostra priorità. Soprattutto in questo periodo cosi critico è nostro dovere salvaguardare la salute dei cittadini, la reputazione del nostro Paese e l’intera filiera agroalimentare italiana, che in questi mesi con enorme sforzo e grande responsabilità ha continuato a produrre, garantendo al Paese cibo sano e di qualità”. E’ quanto ha affermato la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, commentando il report dell’Ispettorato frodi (Icqrf).

“Per questo considero con particolare attenzione il lavoro e l’impegno delle ispettrici e degli ispettori dell’Icqrf -ha aggiunto Bellanova- che anche in questi tre difficili mesi hanno fronteggiato l’emergenza e non hanno mai smesso di vigilare, per il bene della collettività e delle moltissime imprese che lavorano con impegno e sacrificio, contro le pratiche sleali e gli atteggiamenti speculativi che danneggiano le filiere. Pratiche ancora più intollerabili in questo particolare momento”.

“Quello che ho posto ai colleghi della maggioranza, e su cui ritengo non sia più possibile tergiversare, è chiarissimo: assumere la responsabilità di regolarizzare persone che sono nel nostro Paese e ci lavorano da anni. Se non accade, lo Stato si rende non solo complice, ma fautore dell’illegalità in cui questi lavoratori sono costretti”, ha detto all’Ansa la ministra Bellanova, precisando che “a queste persone, che non lavorano solo in campagna, ma anche in edilizia o nelle famiglie, va dato un permesso di soggiorno”.

“L’Italia – ha precisato – deve decidere di combattere questo fenomeno scegliendo la giustizia sociale e la civiltà, sapendo che lasciare immutato questo stato di cose significa alimentare l’illegalità, la concorrenza sleale e il caporalato. Da anni nei distretti agricoli, con percentuali differenti, c’è manodopera immigrata, molta senza permesso di soggiorno. E allora, o si lasciano i campi incolti, o si sceglie di regolarizzare queste persone sottraendole ai caporali”.

Cia: bene Bellanova su sanatoria immigrati

Una sanatoria per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari per farli lavorare nei campi, già nel decreto di maggio, il Cura Italia bis. Cia-Agricoltori Italiani accoglie con grande favore le dichiarazioni della ministra Bellanova, per una risposta immediata alla richiesta di manodopera delle aziende agricole italiane, a seguito dell’emergenza coronavirus.

“Ha ragione la ministra Bellanova, siamo noi ad avere bisogno degli immigrati – ha dichiarato il presidente Cia, Dino Scanavino – Ma è necessario che la regolarizzazione si concretizzi subito, velocizzando e semplificando le procedure senza intralci burocratici. Se non si agisce in fretta, la sanatoria rischia di avere effetto fra troppi mesi, quando la stagione della raccolta sarà terminata e i prodotti saranno abbandonati nei campi per mancanza di forza lavoro, con la conseguenza per le famiglie di trovare scaffali vuoti nei supermercati”. Secondo le stime di Cia, un provvedimento di regolarizzazione, che in Italia manca dal 2012, oltre a coinvolgere una platea di almeno 150mila operai agricoli e a inserire in una cornice di legalità i lavoratori già presenti nel nostro Paese, potrebbe portare nelle casse dello Stato anche nuove entrate per 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali. L’idea è quella di prevedere, alla stipula del contratto, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore.

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