Distretto Agrumi Sicilia, Cia e Lilt promuovono la dieta mediterranea

Il protocollo di intesa siglato da Distretto Agrumi Sicilia e Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) Sicilia con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) Sicilia ha l’obiettivo di promuovere la dieta mediterranea, inserita nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, per esaltare le proprietà salutistiche ed organolettiche degli agrumi siciliani bio. I tre enti intendono, infatti, favorirne il consumo sottolineandone gli effetti benefici sulla salute e sulla prevenzione anche oncologica.

Per arrivare agli obiettivi prefissati, nel corso dell’anno saranno organizzate varie attività promosse dalla Lilt come nel caso della Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica con l’intento di potenziare fra i cittadini il livello di conoscenza dell’agricoltura e dell’agrumicoltura etica e di qualità.

Le dichiarazioni

La nostra regione è fra le prime in Italia per coltivazioni biologiche, a cominciare dagli agrumi -spiega la presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati-. Una garanzia di genuinità che, insieme al disciplinare imposto ai produttori dai Consorzi di tutela di arance e limoni Dop e Igp, contribuisce a mettere sul mercato agrumi “made in Sicily” di altissima qualità e dalle riconosciute proprietà organolettiche e nutritive. Affiancare la Lilt nelle campagne di prevenzione anticancro ci è sembrato un atto doveroso nei confronti dell’associazione e della sua mission e dei consumatori”.

Giovanna Castagna, presidente Cia Sicilia, sottolinea la “sinergia di valore che riunisce le eccellenze nel campo della divulgazione scientifica e della prevenzione del cancro e delle produzioni agrumicole bio, Dop e Igp della Sicilia, da sempre sinonimo di salute e qualità”.

Questa collaborazione -dichiara il coordinatore regionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Giuseppe Scibiliaci permette di fronteggiare i tumori a bassa incidenza, il 25% del totale, per i quali non esiste possibilità di attivare né screening, né diagnosi precoce, ma solamente la prevenzione primaria, ovvero corretti stili di vita e buona alimentazione”.

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