Apofruit, arriva la fragola invernale

Inizia la campagna con la varietà Marimbella, dalla Basilicata, sviluppata da Nova Siri Genetics

Fragole invernali Marimbella Apofruit a marchio Solarelli
Fragole Marimbella Apofruit a marchio Solarelli

Al via la campagna 2023-24 della fragola di Apofruit, con i primi quantitativi commercializzati attraverso i marchi Solarelli e Piraccini. La prima varietà è Marimbella, sviluppata da Nova Siri Genetics.

In commercio fino alla fine di gennaio

Fragole Marimbella a marchio Piraccini
Fragole Marimbella Piraccini

Il prodotto proviene dalla Basilicata, nello specifico dagli areali di Policoro e di Scanzano Jonico, dove la cooperativa negli ultimi anni ha operato forti investimenti, a partire dal nuovo magazzino di lavorazione a Scanzano Jonico, attivo 12 mesi l’anno.

“Abbiamo inaugurato la stagione con un buon anticipo -spiega Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit-. E soprattutto con un’ottima qualità di prodotto, grazie alle performance produttive che ci stanno garantendo le piantine a cima radicata della varietà Marimbella, messe a dimora già a metà settembre. Il mercato sta mostrando molto interesse verso la referenza fragola e, senz’altro, agire sull’ampliamento del calendario gioca a favore di tutta la filiera. Ci attendiamo di proseguire con la varietà a cima radicata fino al termine di gennaio 2024, per poi cominciare a proporre le nostre cultivar da pianta fresca e continuare fino a giugno”.

Investimenti su Sabrosa (Candonga) e Rossetta

A fine ottobre sono stati completati anche i trapianti delle piantine fresche, iniziati all’inizio di questo stesso mese, e che hanno visto un notevole aumento delle superfici. Nel giro di un solo anno si è passati da 119 a 124 ettari, ovvero da 9,20 a oltre 10,2 milioni di piantine. Di queste, i due terzi sono costituiti dalla varietà Sabrosa, sviluppata dalla spagnola Planasa e nota commercialmente come Candonga, mentre il restante terzo è rappresentato da piantine di Rossetta, altra proposta di Nova Siri Genetics.

“Il caldo anomalo di settembre e di ottobre ha fatto esplodere il problema dei rimpiazzi, solitamente contenuto in una quota del 10%, ma che quest’anno è arrivato, per quanto ci riguarda, al 20%. Tuttavia siamo riusciti a fornire a tutti i nostri soci produttori i quantitativi di piantine che a causa del clima non avevano attecchito durante il primo impianto”.

 

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