Nasce la carta d’identità alimentare per chi mangia fuori casa

L’idea di un imprenditore vicentino: il documento, da condividere con il ristorante, registra intolleranze, allergie, ma anche preferenze rispetto agli ingredienti

La carta d’identità alimentare è gratuita e si può condividere via mail con il ristorante o stampare
La carta d’identità alimentare è gratuita e si può condividere via mail o stampare

Basta complicate spiegazioni verbali su quali prodotti o ingredienti non si vogliono trovare nel piatto. Arriva la rivoluzione digitale della carta d’identità alimentare. Un documento gratuito da condividere con il ristorante, locale, hotel, per un pranzo o una cena personalizzata, in linea con il proprio regime dietetico.

“Circa il 40-50% degli italiani ha difficoltà a digerire il lattosio, 4 milioni sono vegetariani e vegani e in 10 anni i celiaci sono aumentati del 220%”

L’idea dell’imprenditore vicentino Pietro Ruffoni,  ceo di HealthyFood, risponde a due fattori. Da una parte il numero crescente di italiani che  pranza outdoor. Nel 2018 la spesa in pranzi e cene fuori casa ha raggiunto in Italia il massimo storico di 85 miliardi di euro (dati Censis). Quasi un italiano su quattro (22,3%) lo scorso anno ha mangiato fuori almeno una volta alla settimana. Percentuale che sale al 33,8% tra giovani e laureati. Dall’altra  la diffusione di allergie e intolleranze che hanno favorito diete free from: senza glutine o lattosio, vegetariane e vegane.

“Dai dati che abbiamo elaborato – spiega Pietro Ruffoni si evince che in Italia la difficoltà a digerire il lattosio interessa circa il 40-50% della popolazione. Se si sommano vegetariani e vegani si arriva a 4 milioni di persone.Senza contare che in 10 anni i celiaci sono aumentati del 220%”.

Come funziona la carta d’identità alimentare

Un esempio di carta d'identità alimentare
Un facsimile di carta d’identità alimentare

Basta registrarsi gratuitamente al sito e compilare la propria carta d’identità alimentare. Il documento chiede se si soffre di intolleranze, allergie ma anche semplici preferenze o non preferenze rispetto a prodotti, materie prime o ingredienti che non si vogliono o possono mangiare quando si va al ristorante. Quando è ultimato, si può scaricare e condividere via mail (o presentarlo stampato) con il ristoratore di fiducia, o l’hotel scelto magari per le vacanze estive. Tutti i dati personali condivisi sulla piattaforma sono protetti e non possono essere divulgati a terzi.

“Vogliamo rispondere a un bisogno crescente con un servizio che è solo il primo passo verso la creazione di un grande network digitale  – spiega Ruffoni –. Se è vero che sono sempre di più gli italiani che mangiano fuori casa, oltre 7 milioni, e che cresce l’attenzione dei consumatori verso l’healthy food, è altrettanto vero che è sempre più difficile conciliare le esigenze alimentari di tutti, quando si esce a cena fuori”.

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