Paghi Poco, risparmio ma anche qualità #repartofresh

Il brand siciliano punta sul prodotto locale, freschissimo e a km 0, come racconta Paolo Catalano, caporeparto ortofrutta in un punto di vendita di Gela

Paolo Catalano, caporeparto ortofrutta del punto di vendita Paghi Poco di Gela, in via Cicerone
Paolo Catalano, caporeparto ortofrutta di un punto di vendita Paghi Poco, a Gela

“Per gli ortaggi siamo al km 0. Puntiamo anche sulla qualità del prodotto acquistato freschissimo in giornata, al Mercato di Gela o Catania, o portato da agricoltori appena raccolto”. Paolo Catalano è da quattro anni caporeparto ortofrutta nel negozio Paghi Poco di Gela, in via Cicerone. Il brand, che nasce nel 2010 dal progetto della famiglia Rocchetta, si identifica per la formula risparmio: prezzi bassi tutto l’anno. Oggi il retailer è presente su buona parte del territorio siciliano e vanta circa un centinaio di punti di vendita.

Come è organizzato il reparto ortofrutta?

Siamo sui 60-70 mq all’interno di un punto di vendita che ne ha circa 800-900 mq.

Quali sono in questo momento i prodotti che vanno di più tra frutta e verdura?

Ortaggi e in questo periodo frutti tropicali. Mango e avocado sono molto richiesti, ma non sono made in Italy: non abbiamo ancora un’azienda siciliana che può fornirceli.

Che spazio ha il made in Italy e la valorizzazione della filiera italiana, fino al km zero?

Prodotti sfusi Paghi Poco, punto vendita di Gela
Prodotti sfusi Paghi Poco

Stiamo cominciando con mele, pere. Sugli ortaggi andiamo sul prodotto siciliano. Per esempio, il pomodoro, datterino, ciliegino, piccadilly, pomodoro a grappolo, pomodoro ovetto. Più avanti cominceremo con le arance, andando a prenderle al mercato di Catania. Non abbiamo una piattaforma su cui appoggiarci: acquistiamo soprattutto al mercato ortofrutticolo di Gela. Ci svegliamo prestissimo, alle 3-4 del mattino.

Cerchiamo di comprare ortaggi siciliani, o attraverso fornitori locali: per la pesca andavamo direttamente a prenderla da un’azienda del territorio.

Nel periodo del lockdown c’è stata maggiore preferenza dei prodotti confezionati rispetto allo sfuso. È ancora così?

No, qui vendiamo moltissimo lo sfuso. Andava moltissimo la pesca, dolcissima, adesso cominciamo con mele, pere, tra poco castagne e marroni.

Sul bio?

Non abbiamo molti prodotti biologici: il bio qui è molto difficile.

Qual è la filosofia del punto di vendita?

Abbiamo soprattutto prodotti locali. Comprando ortaggi dal produttore è un grande vantaggio: per gli ortaggi siamo al km 0. Io cerco di dare spazio alla promozioni, variandole. Puntiamo anche sulla qualità del prodotto acquistato freschissimo in giornata o portato da agricoltori che l’hanno raccolto lo stesso giorno.

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