Le nuove varietà di uve apirene, a Macfrut l’attività di breeding dell’Università di Catania

Il racconto dei progetti al centro del Macfrut Table Grape Symposium, in programma l’8 maggio a Rimini Fiera

Campo di valutazione nuovi genotipi dai programmi di breeding dell’Università Catania (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente)
Campo di valutazione nuovi genotipi dai programmi di breeding dell’Università Catania

I programmi di breeding dell’Università di Catania saranno al centro dei riflettori del Macfrut Table Grape Symposium, il Simposio mondiale sull’uva da tavola, coordinato da Bruno Mezzetti dell’Università Politecnica delle Marche, in programma l’8 maggio alla Fiera di Rimini. L’uva da tavola è infatti il prodotto simbolo della 41esima edizione, con la Puglia, principale produttore in Italia, Regione partner. Tra gli altri eventi in programma il Macfrut Table Grape Global Players sui trend di mercato e l’andamento della produzione (giovedì 9 maggio) e Table grape in the field, con visite tecniche in un campo prova allestito all’interno della Fiera (venerdì 10 maggio).

La ricerca

Alessandra Gentile, ricercatrice dell'Università Catania (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente)
Alessandra Gentile, ricercatrice dell’Università Catania

Dal 2010 i ricercatori dell’Università di Catania (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente) sono impegnati in programmi di breeding con lo scopo di ottenere varietà innovative apirene, costituite nel territorio e per il territorio. Alcune attività sono state svolte in sinergia con le imprese viticole del territorio di Mazzarrone.

“Per l’ottenimento di nuovi genotipi sono state utilizzate 16 cultivar, apirene e con seme (Italia, Crimson, Sublima, Sugraone, Italia 2, Moscato d’Amburgo, Summer Royal, Victoria, Luisa, Black Magic, Pink Muscat, Sophia, Early Gold, Midnight Beauty, Melissa, Superior), particolarmente importanti da un punto di vista economico e molto diffuse nel territorio nazionale e siciliano -raccontano  Alessandra Gentile ed Elisabetta Nicolosi-. Complessivamente, tra ibridi con seme di diversa consistenza e ibridi apireni, sono state ottenute 1200 piante, sottoposte negli anni a successive valutazioni in campo. Tra i genotipi complessivamente valutati ne sono stati selezionati una trentina con caratteristiche di rilievo. Sette genotipi ritenuti particolarmente interessanti sono stati iscritti al Cpvo (Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali”.

Nuovi sapori, dal foxy al tropicale

“La Sicilia è una delle grandi aree vocate per la coltivazione dell’uva da tavola e i distretti produttivi siciliani più importanti si trovano nella zona centro meridionale -sottolineano-. Purtroppo, spesso, le nuove uve apirene proposte dai vari enti costitutori, spesso stranieri, non confermano le attese degli agricoltori italiani che, tra l’altro, si imbarcano in grossi investimenti economici, sia per difficoltà di acclimatamento sia perché necessitano di particolari cure colturali e quindi di una gestione differente da quella tradizionale.

La competitività del comparto è strettamente connessa all’innovazione varietale, che è alla base del successo commerciale registrato in altri distretti produttivi internazionali. Oggi i programmi di miglioramento genetico dell’uva da tavola sono in continua evoluzione e orientati principalmente alla costituzione di uve apirene, ma anche di uve con caratteristiche qualitative importanti. Tra tutte, la maggiore consistenza della bacca, soda e croccante, la ricerca di nuovi sapori, dal fruttato al foxy, all’esotico, l’elevata resistenza ai trasporti e una pianta di facile gestione agronomica e resistente alle principali malattie, quali oidio, peronospora e botrite”.

 

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