Caro energia, così le aziende ortofrutticole si difendono

Dall’uso più parco per la refrigerazione delle celle agli investimenti nel fotovoltaico. “Siamo al tracollo”

Le celle ipogee delle mele Melinda scavate nelle Dolomiti
Le celle ipogee delle mele Melinda garantiscono un forte risparmio energetico in fase di stoccaggio

Razionalizzazione dei costi e pannelli solari sui capannoni: sono alcune delle soluzioni che le aziende ortofrutticole stanno adottando contro i rincari energetici. Basterà? “Il prezzo medio del Pun (il Prezzo unico nazionale, riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana) negli ultimi 16 mesi si è in pratica sestuplicato: a maggio 2021 era di 0,069 €/kWh e ad agosto 2022 0,637 €/kWh2 ha denunciato Giancarlo Minguzzi, presidente Fruitimprese Emilia Romagna-. Questi aumenti fuori controllo si abbattono sia sulle singole imprese sia sulle strutture consortili dove il prodotto viene stoccato, selezionato e confezionato e dove gli impianti frigoriferi industriali sono accesi giorno e notte. Servono subito sostegni importanti per le imprese e serve sganciare il prezzo dell’energia dalla quotazione del gas. E poi c’è il problema dell’Iva dell’Iva che con questi rincari raggiunge dimensioni intollerabili”.

Matteo Freddi (Freddi Prodotti Ortofrutticoli): “Durante il giorno ho cominciato a spegnere le celle”

Matteo Freddi, sales manager azienda Fredd
Matteo Freddi, sales manager per l’azienda di famiglia

“Sono dieci anni che siamo massacrati, non c’è mai anno tranquillo”. Matteo Freddi, sales manager per l’azienda di famiglia accusa il sistema. “Il consumo energetico delle celle frigorifere è più o meno lo stesso quantitativo di kWh a luglio: nel 2019 abbiamo speso 10 mila euro, quest’anno siamo passati a trentamila. Qui si va a gambe all’aria tutti: noi della trasformazione non abbiamo un piano B. L’ossigeno è ormai finito, abbiamo subito bisogno di un intervento immediato. Io durante il giorno ho cominciato a spegnere le celle: conviene buttare un po’ di prodotti anziché tenerle accese in continuazione. Come faranno quelli che devono riscaldare le serre d’inverno? Nessuno dei supermercati alza di un punto percentuale. Chi ha fatto industria 4.0 e ha fatto debito rischia di chiudere. Dobbiamo farci valere anche a livello europeo. Durante il Covid eravamo insostituibili, ora a noi chi ci pensa?”

Nuccia Alboni (Ortonatura-Melanzì): “Partecipiamo a bandi per aumentare l’utilizzo di fotovoltaico”

Nuccia Alboni

Nuccia Alboni è responsabile amministrazione vendite e marketing di Ortonatura (Melanzì). “Noi abbiamo investito sull’agricoltura di precisione: l’energia la usiamo soprattutto per le celle, che sono attive 24 su 24, il magazzino. Abbiamo finito la campagna  a giugno: quando accenderemo le celle a settembre vedremo i rincari, siamo preoccupati. Già da maggio-giugno avevamo visto gli aumenti dell’energia elettrica che è quasi raddoppiata. Per le serre usiamo per fortuna il gasolio agricolo che ha prezzo agevolato: abbiamo una quota in più e l’abbiamo messa da parte per l’inverno. Per settembre ci prepariamo a partecipare a bandi per aumentare i pannelli fotovoltaici che già abbiamo installati sul capannone: è un aiuto per una parte del fabbisogno energetico”.

Teresa Diomede (Racemus): “Costi triplicati, refrigeriamo il necessario”

Teresa Diomede, titolare di Racemus, azienda che produce uva da tavola
Teresa Diomede, titolare di Racemus

Teresa Diomede è produttrice di uva da tavola in Puglia, a Rutigliano colpita dalla grandine ad agosto, con l’azienda agricola Racemus, di cui è titolare. “I rincari dell’energia elettrica stavano montando già da fine scorso anno. L’abbiamo constatato quando è ripresa la campagna delle ciliegie e peggio dell’uva. Dallo scorso anno il costo complessivo è triplicato. Per noi incide già dai pozzi artesiani e con la siccità si è aggravato: è acqua di falda e scendiamo a più di 200 metri nel sottosuolo. Solo per uno siamo passati da 2500 euro di luglio del 2021 a quasi 8 mila euro di luglio di quest’anno.

Poi abbiamo le celle: le produzioni vanno refrigerate prima di farle partire. Ne abbiamo di tre tipi, una appena la merce arriva dal campo, intorno ai 15 gradi, per l’acclimatamento; poi quella a 8 gradi e a 1-0 gradi per la lunga conservazione o per i container che devono partire per l’Oltremare. Refrigeriamo il necessario senza fare troppo stoccaggio ma il mercato è lento non si riesce. Stiamo chiedendo la collaborazione ai clienti. Poi abbiamo i magazzini, le linee di lavorazione e per confezionamento. Abbiamo chiesto la rateizzazione al fornitore di energia elettrica e questo ci dà un po’ di respiro. Poi stiamo partecipando a un bando regionale per posizionare i pannelli fotovoltaici sul capannone. Il preventivo è stato di 135 mila euro e visto quello che paghiamo potremmo scontarcelo in poco tempo. Per settembre-ottobre si preannuncia un disastro. Spero che il governo possa intervenire per calmierare i prezzi, ma è in atto anche una speculazione”.

Andrea Fedrizzi (Melinda): “Con le celle ipogee dimezziamo i costi dell’energia elettrica”

Andrea Fedrizzi, responsabile marketing di Melinda

Melinda impiega energie rinnovabili al 100% e ogni anno autoproduce circa il 10% dell’energia consumata tramite i pannelli fotovoltaici installati su tutti i tetti delle 16 cooperative. Ma i benefici arrivano soprattutto dal sistema delle celle ipogee. “Siamo azienda energivora -spiega Andrea Fedrizzi, responsabile marketing del brand -: per conservare le mele fino alla stagione successiva e fornirle fresche al consumatore servono celle frigo in atmosfera controllata e dunque energia elettrica. Le celle in ipogeo ci riducono i consumi del 50%. Stiamo portando avanti dei progetti per un nuovo lotto ipogeo e un nuovo impianto fotovoltaico programmato per questa stagione: vogliamo raddoppiare l’autoproduzione”.

Il Consorzio si affida anche all’intelligenza artificiale per ridurre i consumi energetici e a tal fine ha selezionato la start up Energenius per un progetto di ricerca volto a ridurre ulteriormente i consumi. “Siamo molto preoccupati per la stagione entrante per il tema costi e variabili: il mercato è buono, siamo partiti con Sweet Tango e questa settimana toccherà a Gala Melinda”.

Guido Grasso (Dorilli-Kamarino): “Costo del gas decuplicato, servono meno limitazioni per l’uso del fotovoltaico”

Guido Grasso, ad di Dorilli
Guido Grasso, ceo di Dorilli

Guido Grasso è ceo di Dorilli, azienda siciliana che produce in idroponica pomodori con il brand Kamarino. “L’energia elettrica incideva nel 2021 per circa il 3% del fatturato e quest’anno stiamo andando al raddoppio. Stiamo lavorando al passaggio al fotovoltaico, che però agisce solo su una parte del consumo. Abbiamo un impianto da 85 kW e consumo circa mezzo milione di kWh all’anno. Lo sto implementando con un impianto di 138 kW. Oggi alle aziende agricole si devono dare le possibilità di sfruttare di più il fotovoltaico, anche a terra. Le nostre serre tecnologiche invece funzionano con il gas. Due anni fa usavo 500 mila kWh termici, abbiamo stravolto tutti i cicli colturali e in questo modo il consumo è sceso tra 60 e 80 mila kWh. Il costo però del gas è però decuplicato.

Qualche anno fa ho pensato al riutilizzo degli scarti con un digestore, ma ne abbiamo pochi e non ho un uso continuo del gas in inverno e non è pertanto conveniente. Le società energetiche non fanno più contratti a prezzo fisso e, andando a scadere quelli stipulati, molti agricoltori si troveranno ad affrontare prezzi variabili e il problema esploderà. Siamo al tracollo, la situazione insostenibile. Per l’autunno prevedo a livello generale una riduzione delle superfici coltivate e quindi dei volumi, che porterà ad aumento dei prezzi. Non sono ancora chiari gli scenari del Nord ma si percepisce che per il pomodoro ci sarà un inverno con offerta limitata e prezzi alti”.

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