Trasformare il rifiuto in valore aggiunto, secondo i principi dell’economia circolare indicati dal Green Deal europeo. La quarta edizione del premio Danila Bragantini 2022, promosso dall’Associazione nazionale le donne dell’ortofrutta e dedicato a proposte innovative per il settore, presentate da donne della filiera, è andato quest’anno al progetto Scartami. Questo si prefigge di riutilizzare gli scarti vegetali delle produzioni di pomodoro e melanzana per riprogettare un packaging compostabile. L’idea è stata promossa da Nuccia Alboni, responsabile amministrazione vendite e marketing della cooperativa Ortonatura, con altre due imprenditrici siciliane, socie dell’Associazione nazionale le donne dell’ortofrutta: Roberta Tardera (Op Ioppì) ed Elisabetta De Luca (azienda San Lorenzo, socia del Consorzio Igp di Pachino). Con il supporto scientifico della professoressa Anna Catania del dipartimento di Architettura e Ingegneria dell’Università di Palermo.
Nuccia Alboni, come nasce l’idea della valorizzazione degli scarti?
Il progetto nasce da una necessità irrisolta a livello territoriale. A fine ciclo, dalle piantine di ogni ortaggio, si generano parecchi scarti, fusti, foglie. Non abbiamo un’azienda che venga a recuperarli e smaltirli nel modo corretto: noi li facciamo essiccare e triturare con un trattore; quindi vengono interrati in un campo non seminato. Solo di melanzane abbiamo 75 mila piantine, poi ci sono i soci conferitori di altri prodotti ortofrutticoli. Ci siamo chieste come valorizzarli. Grazie al supporto di un’altra socia dell’associazione Donne dell’ortofrutta, referente di Comieco, Federica Brumen, siamo entrati in contatto con la ricercatrice Anna Catania dell’Università di Palermo. Le abbiamo inviato campioni di scarti di melanzana e pomodoro essiccati, sono stati analizzati e testati ricavandone un biopolimero da usare per un imballaggio compostabile per i nostri prodotti.
Quali saranno i prossimi step?
L’Università ha delineato un profilo tecnico e avviato una ricerca da approfondire in termini di composizione del biopolimero biocomposito. Il progetto rientrerà all’interno delle azioni destinate alla ricerca e sviluppo e gestite dalla Op Ioppì, cui le nostre tre aziende aderiscono.
Come è andata la campagna delle melanzane?
Nonostante i tanti problemi determinati dalla guerra, stiamo chiudendo con un risultato positivo. Quest’anno non abbiamo avuto problemi di patogeni, muffe, i volumi sono aumentati almeno del 20% con una forte crescita a valore. Per la melanzana lunga striata la campagna è finita: noi facciamo prodotti premium e quando inizia a fare molto caldo alcune varietà più delicate perdono di qualità e diventano più amare. Ora andiamo avanti con la tonda fino a fine giugno. Verso la fine di settembre avremo la nuova campagna ed esporteremo anche a Dubai.
Su peperoni e pomodori che feedback abbiamo?
La campagna andrà avanti fino metà luglio. Il peperone Sweet Palermo è andato alla grande: non siamo riusciti a soddisfare le richieste della gdo che l’ha voluto con il brand Melanzì e il nostro vassoio. Per la prossima campagna andremo a raddoppiarne la produzione: la richiesta è incredibile. Sul rialzo dei prezzi spesso la gdo ci è venuta incontro, si è comportata benissimo e ha trovato una via di mezzo tra noi e il consumatore. Per il pomodoro siamo una cooperativa di conferimento: i prezzi di datterino e ciliegino sono nella norma, riusciamo a contenere i costi; il piccadilly si mantiene su quotazioni più alte.
Quando vedrà finalmente luce il progetto della melanzana tracciata con la blockchain?
Arriverà a settembre con la nuova produzione: sarà in tutte le insegne che distribuiscono i nostri prodotti: Aldi, Megamark, Gruppo Arena, Ortofin. E sarà applicata a tutte le nostre cinque varietà. Per il futuro vorremmo poter usare questo packaging innovativo su tutta la nostra gamma. Dobbiamo guardare al futuro della sostenibilità ed economia circolare.