Primo Sole, con Greentose valorizziamo la prima gamma evoluta #vocidellortofrutta

Francesca Appio, Cfo e social media manager della Op racconta i progetti legati ai brand: da quelli sulla fragola lucana (fuori suolo, Igp, Club Candonga), al finocchio, con il marchio Dolce Lucano e il futuro in quarta gamma

Francesca Appio, chief financial officer e social media manager della Op Primo Sole
Francesca Appio, Cfo e social media manager della Op Primo Sole

Una trentina di soci dislocati tra Puglia, Calabria e soprattutto Basilicata (quest’ultima il fulcro dei territori di produzione), oltre a qualche socio in Abruzzo per la commercializzazione del finocchio, la punta di diamante. Dagli spot in Rai alla presenza a Fruit Logistica, Primo Sole è un’organizzazione di produttori molto dinamica, con numerosi progetti in fase di sviluppo per conoscere i quali abbiamo intervistato Francesca Appio, chief financial officer e social media manager della Op.

Da Cfo, quali sono i numeri della Op Primo Sole?

Siamo nati come organizzazione di produttori nel 2017, dopo la ventennale esperienza della Coop Primo Sole e il primo anno abbiamo registrato 5 milioni di fatturato. Chiudiamo il 2023 a 17 milioni, +18% rispetto al 2022, e il primo trimestre 2024 siamo già a poco più di 6 milioni di ricavi. Anno dopo anno la nostra realtà aziendale continua a crescere, ottenendo spazi sempre maggiori sui banchi dell’ortofrutta italiana ed europea.

A cosa si deve questa crescita?

Finocchio, primo business della Op Primo Sole
Finocchio, primo business della Op

Sotto l’aspetto produttivo è certamente legata all’aumento degli ettari di produzione, abbinati a una sempre maggiore specializzazione e una programmazione, che ci permette di avere sempre una risposta qualitativamente elevata alle richieste del mercato. Sotto l’aspetto strategico invece, la crescita della nostra Op ha un legame diretto con la scelta di comunicare al meglio le referenze di punta della nostra realtà aziendale.

Nel 2019 abbiamo, infatti, dato vita al marchio Dolce Lucano per valorizzare il finocchio di fascia premium coltivato e confezionato in Basilicata, che ha da subito riscontrato un enorme successo nel mercato, attestandosi come vero e proprio “traino” della nostra realtà. Forti di questa esperienza, abbiamo poi ideato Made in Lucania, il brand che valorizza solo le migliori varietà di fragole lucane. In ultimo, quest’anno a Berlino abbiamo presentato il brand Greentose, con l’obiettivo di valorizzare le produzioni più piccole, con una lavorazione di prima gamma evoluta: cime di rapa, rosette di cavolfiore, puntarelle di cicoria. Tutte referenze caratterizzate dall’ecosostenibilità, dalla loro origine fino al loro confezionamento, e dal rispetto di stagionalità e giusto grado di maturazione.

Quali produzioni rappresentano il core business?

Il 60% del fatturato è coperto dalla commercializzazione del finocchio, referenza per la quale siamo orgogliosi di dire che abbiamo ottenuto negli anni il massimo livello di conoscenza e specializzazione. A seguire le fragole, le brassiche e tutta la gamma dei meloni, dal retato al piel de sapo, fino alla minianguria.

Dove si stanno orientando gli investimenti?

Con il nuovo brand Greentose stiamo puntando a una lavorazione più evoluta: maggiore attenzione lungo tutta la filiera, partendo dalle nuove esigenze del mercato, sempre più interessato a prodotti già puliti, niente scarto in cucina, salvaguardia dell’ambiente e stagionalità dei prodotti sul banco.  Novità di quest’anno sarà anche la nuova linea di lavorazione per il melone, installata con Unitec, mentre in ambito ricerca stiamo collaborando con l’Università di Cesena per un progetto che possa dare una nuova “forma” al finocchio marchiato Dolce Lucano.

Come social media manager quali sono le attività di comunicazione in essere?

Brand Op Primo Sole
Brand Primo Sole

Da subito abbiamo cercato di utilizzare la leva comunicativa dei social, intuendo tutte le potenzialità che questi canali dimostrano di avere, anche nel settore dell’ortofrutta: collaborazioni mirate con influencer di spessore che vadano a incuriosire quello che definiamo il nostro target, soprattutto donne tra i 25 ai 55 anni.

Pochi giorni fa abbiamo avuto, per esempio, il piacere di ospitare nella nostra azienda Chiara Maci, celebre blogger e conduttrice televisiva, che abbiamo accompagnato direttamente “in campo” per permettere al suo pubblico di scoprire tutta la storia dell’ortofrutta che poi portano in tavola.

Come team interno, invece, cerchiamo costantemente di raccontare metodi e utilizzi dei nostri prodotti attraverso delle videoricette, ma anche di educare, condividendo contenuti che riguardano coltivazione, origine, stagionalità e curiosità delle referenze che commercializziamo. Ci piace dire che costruiamo un rapporto diretto con i consumatori che scelgono i nostri prodotti, mettendoci la faccia.

E sul punto di vendita?

Con il brand Dolce Lucano facciamo parte di Spettacoli alla frutta, l’esclusivo show dell’ortofrutta italiana in tour nella gdo nazionale. È stato un progetto che ci ha dato modo di confrontarci con le catene più note superando il semplice rapporto basato sul prezzo, passando invece a un rapporto di contenuto, che avesse come fulcro la comunicazione. Chiaramente realizziamo anche attività in store con degustazioni e hostess, per permettere al nostro pubblico social di incontrarci dal vivo: è una strategia che aiuta certamente a fidelizzare i consumatori.

Dalla ricostituzione del Club Candonga a vicepresidente del Comitato promotore della Fragola della Basilicata Igp, parliamo dei due progetti.

La fragola lucana Op Primo Sole
La fragola lucana Primo Sole

Con il Club Candonga lo scopo è chiaro: promuovere e comunicare il brand legato alla varietà Sabrosa. Siamo 24 soci e grazie alla forza dell’aggregazione abbiamo raggiunto risultati importanti: quest’anno abbiamo deciso, per esempio, di investire in attività di comunicazione b2c direttamente in tv, lanciando lo spot Candonga in Rai e partecipando come ospiti al seguitissimo programma di Antonella Clerici È sempre mezzogiorno.

Per la Fragola della Basilicata Igp invece il percorso è stato più complesso, avendo riunito nel Comitato Promotore le Op lucane che producono e commercializzano la fragola. Il 9 aprile, alla Camera di Commercio di Matera, è avvenuta la pubblica audizione con la presentazione del disciplinare di produzione, approvato alla presenza del Ministero. Ha così avuto avvio l’ultima fase dell’iter burocratico che dovrebbe portare all’ottenimento del marchio di tutela europeo per “l’oro rosso” della Basilicata, con il preciso intento di valorizzare al meglio questa eccellenza del nostro territorio.

È una mossa anche per sostenere il prezzo di un prodotto posizionato come superpremium?

L’Igp è un marchio di tutela e come tale ha lo scopo di identificare le eccellenze agroalimentari e comunicare al consumatore che sta scegliendo un prodotto premium. Come produttori lucani siamo da sempre convinti che la fragolicoltura del nostro territorio meriti un marchio di questo spessore, sia per qualità eccelsa delle produzioni che apportiamo al mercato, sia per l’importante tradizione storico-culturale della fragola lucana, da sempre riconosciuta come eccellenza ortofrutticola da mercati e consumatori.

Dal punto di vista commerciale la speranza è che il marchio di tutela possa tradursi anche in prezzi di mercato più favorevoli per i produttori, che consentano di remunerare al meglio tutti gli anelli della filiera, a partire dalla produzione, perché come diciamo sempre, per portare in tavola la qualità occorrono investimenti importanti da parte di chi quella qualità deve coltivarla.

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