Il mirtillo è nutraceutico, ma ora serve anche qualità #vocidellortofrutta

Sarà il frutto simbolo di Macfrut e l’International Blueberry Days riunirà i top player mondiali. “Grazie a nuove varietà e al fuori suolo la coltivazione è arrivata in Sicilia e Calabria. Il consumatore chiede grado brix e aroma” spiega il professor Bruno Mezzetti, coordinatore del Salone

Il professor Bruno Mezzetti (Università Politecnica delle Marche) coordinatore del Salone sul mirtillo a Macfrut
Bruno Mezzetti (Università Politecnica delle Marche) coordinatore del Salone dedicato al mirtillo a Macfrut

Frutto simbolo dell’edizione 2023 di Macfrut sarà il mirtillo. L’International Blueberry Days ne farà la capitale mondiale. Aperto da una giornata di studi all’Università Politecnica della Marche (Ancona), il Forum ospiterà il Simposio (3 maggio), con i più grandi studiosi e ricercatori del blueberry (Gran Bretagna, Australia, Turchia, Portogallo, Cina, Stati Uniti, Cile, Polonia e Italia) e i top player del settore di tutto il mondo (Perù, Cile, Usa, Sud Africa, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Spagna, Portogallo). Il Salone è coordinato da Bruno Mezzetti, professore dell’Università Politecnica delle Marche, con Thomas Drahorad di NCX Drahorad.

Professore, come si svolgerà l’International Blueberry Days?

È un programma intenso. Prevede una prima giornata di anteprima ad Ancona il 2 maggio. Una school internazionale. Si focalizzerà più sulle telematiche di ricerca e sviluppo, sulle tecnologie che i gruppi pubblici e privati stanno portando avanti. Tra i relatori ci sono tecnici che operano a livello globale per le aziende. Gli stessi relatori saranno impegnati anche nel Simposio, il 3 maggio a Macfrut, dove ci saranno presentazioni sulle strategie più generali aperte a tutti.  A Macfrut faremo anche un’esercitazione di potatura, tecnica fondamentale per una garanzia di produzione e qualità del frutto. Ci saranno anche delle dimostrazioni in campo di sensoristiche che le diverse aziende hanno messo a punto e applicano per i nuovi impianti di mirtillo

Chi saranno questi relatori?

Sono ricercatori di istituzioni pubbliche e private internazionali e nazionali. Per il pubblico la Fem di San Michele all’Adige, il James Hutton Institute, in Scozia, un centro di ricerca del ministero agricoltural portoghese e uno polacco, due Paesi che stanno registrando un forte sviluppo, e un’università turca, altra area meridionale importante. Ci saranno poi rappresentanti di due aziende internazionali importanti, una è Driscoll’s con sede in California, la prima azienda al mondo sui piccoli frutti e che sarà rappresentata dal breeder che si occupa del miglioramento genetico del mirtillo. Quindi un ricercatore del gruppo Costa, azienda australiana, che presenterà le innovazioni varietali e le strategie di ricerca che stanno sviluppando a livello internazionale. Ci sarà anche un rappresentante di un centro di ricerca cinese, altro Paese in continua crescita. Quindi alcuni consulenti dell’organizzazione internazionale Berry consultants che porteranno le loro idee sui sistemi di coltivazione più efficienti per i diversi ambienti.

La gdo non sarà coinvolta?

Sì nel Global player, evento del 4 maggio che coinvolgerà grandi player della produzione e distribuzione globale, Marocco, Cile, Perù. Il principale sponsor è Unitec che sta sviluppando selezionatrici ad hoc.

Quali opportunità ci sono oggi? C’è grande richiesta sui piccoli frutti anche per l’aspetto nutraceutico.

Cresce a livello globale la domanda di mirtillo
Cresce a livello mondiale la domanda di mirtillo

C’è forte ricerca sulla nuova produzione, un continuo aumento della domanda e dunque di capacità produttiva. C’è stata in questi anni un allargamento delle aree di coltivazione (prima era localizzata nel Nord e Centro Europa, Scozia, Polonia, Germania), a fronte dell’aumento di richiesta del consumatore, come di quello italiano. Per coprire i diversi periodi è diventato fondamentale espandersi in altri areali per il fuori stagione. E questo grazie all’introduzione di nuove varietà che si sono adattate anche a climi subtropicali. Oggi si distingue tra il northern bush (per ambienti temperati freddi) e southern bush adatto ad ambienti temperati caldi e subtropicali. Il mirtillo ha poi shelf-life un po’ più lunga rispetto agli altri piccoli frutti. E questo permette maggiore mobilità.

In Italia dove si è espansa?

Il mirtillo ama terreni acidi: ecco perché si trovava prevalentemente in Trentino e Piemonte. L’espansione al Sud, Sicilia, Calabria, sta prendendo piede anche per le innovazioni tecniche. Come le varietà che si adattano a climi alcalini e il fuori suolo in vaso, che faremo vedere anche a Macfrut con un campo dimostrativo, venerdì 5. Sono vasi riempiti con una miscela di torba e nutrita con sistemi di fertirrigazione di precisione. Il mirtillo è pianta rustica ma oggi ha un problema di rischio di infezione della drosophila suzukii. Fondamentale è pertanto anche usare serre con reti che proteggano dagli insetti e dal clima. Arrigoni è sponsor e presenterà alcune sperimentazioni con le loro reti.

Quali Paesi hanno in mano il mercato?

In testa ci sono Stati Uniti, Canada, Perù e Messico. Fino a pochi anni l’Italia era al tredicesimo posto, ma stiamo risalendo e dovremmo essere vicini a Spagna e Portogallo, altri Paesi che hanno avuto forte espansione.

Che cosa cerca il consumatore?

Il consumatore sta cominciando ad apprezzare il frutto e cerca più qualità. Il primo parametro è quello di aumentare il grado brix. Venerdì 5 maggio ci sarà anche un workshop con il Cnr di Bologna nell’ambito di un progetto europeo che coordino sul mirtillo (BreedingValue) sulla definizione della qualità sensoriale del prodotto. Tutti sanno che è ricco di proprietà nutraceutiche e ha appeal salutistico: manca ancora la percezione di qualità che il consumatore si attende, dunque aroma e dolcezza. Ci sarà anche un consumer study grazie al contributo di un’azienda, Fall Creek, che sta distribuendo una nuova varietà sul mercato che si distingue per qualità.

 

 

 

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