Fiori eduli, una nicchia con grandi potenzialità

Il settore dei fiori riscuote un crescente interesse e rappresenta una nuova opportunità di business sia per le aziende florovivaistiche sia per i produttori di baby leaf e microgreen

Fiori eduli, è arrivato il momento di crederci davvero? Parrebbe di sì, perlomeno secondo Barbara Ruffoni, ricercatrice del Crea di Sanremo e coordinatrice di Antea, il progetto italo-francese sui fiori commestibili che rappresenta il punto di riferimento per il settore: “Pur essendo ancora un prodotto di nicchia, offrono nuove opportunità di business e di crescita sia per le aziende florovivaistiche sia per i produttori di baby leaf e microgreen, e stanno riscuotendo un interesse crescente”.

Quali sono i plus dei fiori eduli

Innanzitutto provengono da una filiera sostenibile: totalmente biologica e a basso impatto ambientale, con ridotto fabbisogno di acqua e di prodotti chimici. Poi sono alimenti virtuosi sul piano nutrizionale (soprattutto perché ricchi di antiossidanti) e rappresentano un business interessante per l’ampia varietà coltivabile (le specie con fiori edibili sono più di 1.600) e dei prodotti commercializzabili: fiori freschi in vaschetta ecologica o film biodegradabile, pianta in vaso, fiori essiccati, preparazione di liquori o sciroppi e fiori cristallizzati o trasformati. Senza parlare di business tutti da sviluppare, legati a utilizzi innovativi, ad esempio l’estrazione di coloranti naturali.

L’esperienza de L’Insalata dell’Orto, primo produttore europeo

Il rovescio della medaglia? ”I fiori sono difficili, richiedono un know-how specifico, tanta attenzione e una lavorazione tutta manuale” spiega Cinzia Busana, amministratore delegato de L’Insalata dell’Orto, primo produttore europeo con oltre 240mila piante di 10-12 varietà e 40 colori diversi, coltivati in 35mila metri quadrati di serre dedicate. I fiori commestibili freschi, confezionati in vaschette in R-Pet e venduti con il brand Mettiunfiore, finiscono nei mercati ortofrutticoli, in gdo e nell’Horeca, ma si possono acquistare, freschi o disidratati tramite l’eShop dedicato avviato dall’azienda nel 2022, che cresce a tassi del 15%.

Il progetto Biofiori di RaveraBio

Sempre l’anno scorso un altro produttore storico del settore, RaveraBio, ha deciso di fare un passo in più e di creare una linea di prodotti trasformati a partire dai fiori che coltiva ad Albenga. È il punto d’arrivo di Biofiori, un progetto di sviluppo pre-competitivo a vantaggio dell’intero comparto floricolo potenzialmente interessato alla produzione biologica che è stato avviato dall’azienda e condotto insieme ai ricercatori del Crea di Sanremo e dell’università di Genova con l’obiettivo di sviluppare tecniche innovative di conservazione e trasformazione dei fiori, di garantire una maggior diversificazione nel loro utilizzo e di allungarne la shelf-life.

Sono nati in questo modo i prodotti Tastee, tutti vegani e senza glutine, come la composta, il succo e il ketchup di begonia, la composta di violetta e il pesto fresco di nasturzio. L’ultima novità è il preparato per gelato alla begonia, destinato all’Horeca, a cui presto si affiancherà anche la versione per gelatiere domestiche. “Ci aspettiamo una crescita molto importante nei prossimi anni, tanto che nella nostra azienda agricola abbiamo sostituito parte delle piante aromatiche con i fiori eduli, di cui stiamo sperimentando molte specie e di cui siamo pronti a raddoppiare la produzione” spiega la titolare Silvia Parodi.

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