Cia-Agricoltori Italiani, l’agricoltura non rimanga fuori dalla blockchain

La Confederazione italiana agricoltori plaude la strategia del governo ma chiede che il settore primario giochi un ruolo da protagonista nello sviluppo della nuova tecnologia

La blockchain può portare molteplici benefici lungo le filiere agricole, non solo in chiave di trasparenza
La blockchain può portare molteplici benefici lungo le filiere agricole grazie all'assoluta tracciabilità

Bene l’insediamento degli esperti al Mise, ma l’auspicio è che nella  discussione sulla blockchain l’agricoltura non rimanga fuori. Cia-Agricoltori Italiani nell’esprimere soddisfazione per l’insediamento al ministero dello Sviluppo economico del gruppo di esperti che dovranno confrontarsi su un tema così cruciale, ha sottolineato l’importanza che il settore primario giochi un ruolo da protagonista nello sviluppo di questa tecnologia.

Dalla trasparenza alla sicurezza alimentare, dalle opportunità per il bio allo sprone per le aggregazioni di filiera: i mille vantaggi del sistema mutuato dai bitcoin

Dino Scanavino, è il presidente di Cia-Agricoltori Italiani
Dino Scanavino, presidente di Cia-Agricoltori Italiani

Il vicepresidente del consiglio, Luigi Di Maio, intervenuto alla recente edizione di StartUp Italia, aveva annunciato che dal primo gennaio al ministero dello Sviluppo economico si sarebbero insediati due tavoli di lavoro, sulla blockchain e sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di creare una strategia nazionale. Il governo punta forte sulla blockchain  soprattutto in chiave anticontraffazione e tutela del made in Italy.

Tanti i vantaggi che possono arrivare al settore primario nazionale  grazie a questa tecnologia che punta sulla tracciabilità assoluta, a vantaggio della trasparenza richiesta dai consumatori sempre più consapevoli. Il sistema, lo stesso su cui si basano i bitcoin, permette, infatti, di certificare le transazioni tra i vari attori della filiera. A beneficiarne, sottolinea Cia-Agricoltori Italiani, sarebbe in particolare un settore trainante per l’Italia come il bio (il nostro Paese è leader in Europa), ma si allargherebbe alla maggiore sicurezza alimentare, oltre a favorire le aggregazioni di filiera.

Le nuove tecnologie la chiave per diminuire i costi lungo la filiera, per una maggiore qualità dei prodotti

Carrefour Italia è il primo retailer ad aver puntato sulla blokchain
Carrefour è il primo retailer ad aver puntato sulla blockchain in diverse filiere

Una ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia ha messo in luce come le innovazioni tecnologiche  dell’agricoltura 4.0 siano le chiavi per diminuire i costi lungo la filiera, a vantaggio di maggiore qualità dei prodotti. Delle circa 300 soluzioni tecnologiche già adottate, la blockchain, come del resto l’AI, rimane però ancora poco utilizzata. Tra gli strumenti più in uso dalle aziende agroalimentari per migliorare la tracciabilità spiccano barcode (39 per cento), RFId (Radio-Frequency Identification, 32 per cento) sistemi gestionali (32 per cento),  Big Data (30 per cento) e tecnologie mobile (21 per cento).

Dalla gdo alla ristorazione si punta sulla blockchain

Anche l’Ue spinge per l’utilizzo della blockchain, finanziata attraverso il Settimo programma quadro per la ricerca e Horizon 2020 con 340 milioni di euro. Ci scommette la Gdo. Carrefour Italia è stato il primo retailer ad applicare questa tecnologia alla tracciabilità dei beni alimentari. E anche la ristorazione coglie da questa tecnologia aspetti utili. Antonello Colonna, chef-imprenditore, già stellato con l’Antonello Colonna Open, a Roma, alla guida dell’omonimo resort & spa di Labico, è il primo chef ad avere certificato una ricetta con la blockchain.

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