Giovanni Vassallo è presidente di Sgm (Società Gestione Mercato), che gestisce il Mercato ortofrutticolo di Genova. La struttura punta sempre più ai servizi logistici oltre a quelli di mercato all’ingrosso. Da poco ha riaperto l’accesso ai privati autorizzati. “La pandemia ha provocato, oltre che difficoltà logistiche e produttive, modifiche nelle abitudini alimentari. Ciò ha determinato forti aumenti del consumo di alcuni prodotti, come arance e mele, con l’aumento dei relativi prezzi; e il crollo delle quotazioni per altri, per esempio fave, carciofi, asparagi, a causa della riduzione della domanda.
Il settore Horeca ha vissuto mesi di pressoché totale azzeramento e le aziende che si rivolgevano a quel canale hanno dovuto velocemente diversificare la loro offerta commerciale verso la Gdo e la distribuzione tradizionale. Alle difficoltà derivanti dalla mancata domanda, si stanno ora sommando la difficoltà di incasso delle forniture già effettuate”.
Quali sono i numeri del mercato ortofrutticolo di Genova, qual è la sua specializzazione?
Il Centro Agroalimentare di Genova si sviluppa su una superficie di 75000 mq di cui 32000 coperti. È costituito da due padiglioni principali, il Mercato ortofrutticolo, che occupa 24000 mq, e la Piastra logistica e dei servizi che utilizza 8000 mq. Vi sono insediate e operano 27 aziende grossiste e 22 di logistica e servizi.
Risultano occupati 500 lavoratori in forma diretta e circa 5000 nell’indotto. Nel complesso vi transitano poco meno di 2000 persone al giorno, tra grossisti, personale dipendente, acquirenti, trasportatori, fornitori di servizi.
Qual è il bacino geografico delle attività di commercializzazione e distribuzione dei prodotti ortofrutticoli?
È localizzato in Liguria e Basso Piemonte. La vicinanza al Porto favorisce anche l’attività con altri Paesi esteri. Sono in aumento le attività collegate alla portualità, come la logistica di ultimo miglio e il consolidamento di contenitori sia per l’importazione che per l’esportazione.
Com’è stato il periodo critico della pandemia e come sono cambiati i numeri degli accessi e volumi movimentati?
Venerdì 5 giugno la struttura ha riaperto l’accesso ai privati autorizzati, che era stata sospesa a metà marzo nel quadro delle iniziative finalizzate a garantire la sicurezza sanitaria di titolari e dipendenti delle aziende operanti al Mercato, nonché dei fornitori, degli acquirenti e dei trasportatori: soggetti fondamentali per garantire il funzionamento della filiera dell’approvvigionamento.
Obiettivo della gestione nel periodo pandemico è stato infatti garantire la funzionalità della struttura, indispensabile per consentire il consumo quotidiano agli acquirenti finali. Durante il periodo di allerta sanitaria sono stati consentiti solo gli accessi indispensabili, stabilmente sotto i 1500 giornalieri. Sempre nello stesso periodo, le attività si sono svolte nella piena attuazione delle normative nazionali e regionali, integrate dalle disposizioni di Sgm.
Come sta rispondendo il canale horeca?
Il settore Horeca ha vissuto mesi di pressoché totale azzeramento e le aziende che si rivolgevano a quel canale hanno dovuto velocemente diversificare la loro offerta commerciale verso la Gdo e la distribuzione tradizionale. Alle difficoltà derivanti dalla mancata domanda, si stanno ora sommando la difficoltà di incasso delle forniture già effettuate.
Sono stati rilevati prezzi in rialzo, per quali prodotti?
La pandemia ha provocato, oltre che difficoltà logistiche e produttive, modifiche nelle abitudini alimentari. Ciò ha determinato da una parte forti aumenti del consumo di alcuni prodotti, come arance e mele, con aumento dei relativi prezzi; dall’altra crolli delle quotazioni, per esempio, per fave, carciofi, asparagi, a causa della riduzione della domanda.
Dalle nostre rilevazioni periodiche, peraltro in analogia con le verifiche nazionali, il confronto con lo stesso periodo del 2019 evidenzia una realtà di sostanziale allineamento dei prezzi anno su anno. A dimostrazione che l’intera filiera agroalimentare ha perfettamente risposto alle improvvise nuove esigenze del periodo di lockdown e ha retto senza ricadute significative sul consumatore.
Quali misure di sicurezza avete adottato per la nuova fase?
Sgm, fin dai primi giorni di marzo, ha adottato una politica di rigorosa sicurezza sanitaria in un contesto che non si è mai fermato e non si poteva fermare. È stato insediato un Comitato Covid, composto dai rappresentanti delle aziende insediate, delle maestranze, dei sindacati e delle diverse figure professionali, che ha seguito tutto lo svolgimento delle iniziative.
È stato istituito il servizio di rilevamento della temperatura corporea, sono stati installati distributori di gel igienizzante, rese obbligatorie mascherine e guanti (distribuiti, per entrambi, 1500 esemplari ogni giorno), messo in atto il servizio di sanificazione, raddoppiato il servizio di pulizia e quello di vigilanza. Dopo le recenti normative, è stata sospesa la rilevazione della temperatura e sono stati ridotti i vincoli relativi all’ingresso alla struttura.