Road to quality, il marchio che premia le produzioni orticole di qualità #vocidellortofrutta

Assosementi ha lanciato un progetto di tracciabilità che punta a valorizzare il prodotto ortofrutticolo made in Italy. “Al via il primo test in un retailer che comunicherà le informazioni al consumatore” racconta Rodolfo Zaniboni, referente del progetto

Il logo del nuovo marchio Road to quality
Il logo di Road to quality

Assosementi, l’Associazione nazionale che rappresenta oltre 150 aziende sementiere in Italia, ha presentato la scorsa settimana alla Camera dei Deputati Road to quality un innovativo progetto che garantisce la tracciabilità del processo produttivo a partire dal seme sino al prodotto finito. Attraverso l’adozione di uno specifico disciplinare il progetto si pone l’obiettivo di valorizzare il prodotto ortofrutticolo made in Italy. Hanno aderito la stragrande maggioranza delle aziende sementiere che operano nel mercato delle sementi orticole professionali in Italia, oltre a un buon numero di aziende vivaistiche e importanti aziende agricole e Op. Il prossimo passo sarà quello di coinvolgere la distribuzione moderna, come racconta Rodolfo Zaniboni, referente del progetto per Assosementi. “Entro un mese partirà il primo test in un’insegna che ha deciso di comunicare le informazioni di tracciabilità al consumatore finale”.

Come nasce il progetto, perché un nuovo marchio?

L’esigenza di garantire l’origine del prodotto, l’etica dei processi produttivi e la qualità delle produzioni hanno ispirato i primi passi del progetto. Chi aderisce al progetto si impegna a rispettare processi produttivi qualificati (buone pratiche di produzione), con precisi riferimenti etici e un impegno specifico verso la tracciabilità lungo tutta la filiera. Il marchio è carattere distintivo e qualificante dei produttori che abbracciano questa filosofia e intendono valorizzare il prodotto made in Italy contrastando ogni forma di illegalità o contraffazione.

In che cosa consiste la contraffazione?

Vi possono essere varie forme di illegalità: considerando il settore sementiero, primo anello di molte filiere produttive, possiamo individuarle in utilizzo di materiali non autorizzati che violano titoli di protezione vegetale, così come la concorrenza sleale con vere e proprie frodi in commercio con vendita di prodotti sotto falso nome. In entrambi i casi i rischi – su tutti la diffusione di malattie e il commercio di materiali non sani – non si ripercuotono solo sul settore sementiero, bensì sull’intera filiera. Se vogliamo dare un valore a questi fenomeni illegali possiamo considerare per il settore sementiero una incidenza di qualche decina di milioni di euro, importo che poi aumenta in maniera esponenziale lungo la filiera interessando tutti i passaggi produttivi: la produzione della piantina, la coltivazione agricola, la commercializzazione, fino ad arrivare al consumatore finale. La corretta e completa tracciabilità del processo produttivo può contrastare in maniera efficace queste illegalità.

Come funziona il sistema?

A partire dalla produzione del seme e sino al banco del supermercato, il nostro processo traccia l’intero processo. Una app appositamente sviluppata fornisce al distributore tutte le informazioni relative a ciascun lotto di prodotto messo in commercio avvalendosi anche della tecnologia blockchain a ulteriore garanzia della fedeltà del sistema.

In pratica, offriamo due opzioni alla gdo: una informazione interna come garanzia dell’origine e della qualità del prodotto che l’ufficio qualità può rapidamente verificare attraverso l’app, oltre la possibilità di comunicare informazioni sul prodotto al consumatore finale, cui viene fatta conoscere la storia dell’intero processo produttivo semplicemente inserendo a portale il lotto del prodotto acquistato.

C’è, dunque, un marchio che distingue questi prodotti per il consumatore?

Sì, è un marchio registrato a livello comunitario. Chi aderisce al progetto è autorizzato a utilizzarlo su documenti di trasporto, fatture, nelle proprie forme di comunicazione e nella pubblicità, oltre che, ovviamente, anche sulle confezioni.

A livello comunicativo ci muoviamo su due livelli: il primo, di tipo tecnico, con la catena di distribuzione, il secondo, più discorsivo, orientato agli interessi del consumatore. Ad esempio, è possibile visualizzare l’azienda che produce o il luogo di produzione, oppure la storia del processo produttivo con informazioni sui diversi produttori. Il programma offre la possibilità di registrare tutte le informazioni che riguardano le pratiche agronomiche, trattamenti, concimazioni eccetera.

Qualche retailer ha già aderito?

Rodolfo Zaniboni, referente del progetto Road to quality
Rodolfo Zaniboni

Nel giro di un mese partirà un primo test con un’insegna che intende comunicare queste informazioni al consumatore finale. Presso i punti di vendita di questo retailer il consumatore avrà la possibilità tramite un QR code di collegarsi a un sito web che gli fornirà tutte le informazioni relative al prodotto.

Diverse altre insegne stanno mostrando interesse per il progetto il cui sviluppo ha subito indubbiamente un rallentamento anche a causa degli effetti della pandemia, ma che negli ultimi mesi sta registrando un interesse crescente. Non solo da parte delle catene distributive, ma anche dalle aziende agricole che vedono nel progetto la possibilità di garantire valore aggiunto alle proprie produzioni.

Quanti sono gli aderenti al progetto?

Le aziende sementiere aderenti rappresentano la quasi totalità  (il 90%) del mercato delle sementi orticole professionali in Italia. A livello di vivaismo il progetto rappresenta una buona quota di mercato (circa il 20-30%.) Per le aziende agricole e Op abbiamo raccolto l’adesione di aziende importanti, eccellenze nel panorama produttivo italiano. Si tratta di un progetto aperto che confidiamo possa a breve aumentare il numero e raccogliere l’interesse anche delle industrie della trasformazione (quarta gamma).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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