Primi chiarimenti sulla nuova etichettatura ambientale del packaging in ortofrutta

Salvi gli imballaggi realizzati prima del 31/12/2021 fa sapere Bestack dopo la delucidazione del Ministero: più attenzione alle specificità del settore ortofrutta

Bestack è l'importante Consorzio nazionale dei produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta
Bestack è il Consorzio nazionale dei produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta

Arrivano chiarimenti dal ministero della Transizione ecologica sulla nuova etichettatura ambientale del packaging in ortofrutta che aveva sollevato molti interrogativi. Soddisfazione da parte di Bestack, il Consorzio nazionale dei produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta, che dedicherà ai propri soci un approfondimento il 24 a giugno in un webinar, ospite Simona Fontana, responsabile del Centro Studi di Conai.

Come orientarsi su imballaggi multimateriale, di trasporto e con quelli per cui è impossibile stampare

Il documento del Ministero, a firma della direzione generale Ambiente, contiene alcuni chiarimenti sulla corretta etichettatura ambientale degli imballaggi stabiliti dal decreto legislativo 116/2020 (Attuazione della direttiva 2018/851 che modifica la 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva 2018/852 che modifica la 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio) che recepisce due direttive Ue.

Il principio ispirante è favorire un rapido incremento dei coefficienti di raccolta differenziata. Per perseguirli, spiega il Consorzio, un passo fondamentale è corredare i singoli imballaggi con specifiche codifiche alfanumeriche e con opportune informazioni per i consumatori per favorire la corretta differenziazione dei materiali da imballaggio, in tutti i livelli di utilizzo e smaltimento.  Il settore ortofrutta, come evidenziato in un recente webinar organizzato da Fruitimprese con la partecipazione di Giulia Picerno di Conai, ha però esigenze specifiche: utilizza imballaggi (o componenti) con superfici non codificabili perché troppo piccole per poter includere specifiche etichettature, come i bollini della frutta, per esempio, o non facilmente stampabili. Ma i punti aperti sono diversi: dagli imballaggi multimateriale a quelli di trasporto. Conai ha aperto una consultazione pubblica per collezionare spunti e codificare una specifica linea guida. I chiarimenti del Ministero hanno affrontato i principali dubbi.

Cosa dice il Ministero

Un primo punto chiaro riguarda le scorte, ovvero gli imballaggi realizzati prima del 31/12/2021, che “sono salve”, fa sapere il consorzio Bestack. Per gli imballaggi composti da più materiali e quali di questi devono recare tutte le diciture, si deve distinguere. Se l’imballaggio è di trasporto (es. film per pallettizzazione, pallet, scatole in cartone ondulato) e non si tratta di un’unità di acquisto,  si considera ottemperato l’obbligo di identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio laddove il produttore inserisca tali informazioni sui documenti di trasporto che accompagnano la merce (o su altri supporti esterni, anche digitali); in caso di unità di acquisto (es. busta per prodotti di IV gamma, padella da 3 kg di frutta, bauletto di uva o tutto il prodotto a peso imposto) il packaging deve contenere le informazioni per tutti i materiali di imballaggio presenti.

Altra novità positiva arriva dall’aggiornamento contenuto nel Milleproroghe 2021. “Ha confermato l’obbligo di indicare i codici alfanumerici ma ha posticipato al 01/01/2022 sanzioni e entrata in vigore delle informazioni a favore del consumatore per la corretta differenziata” sottolinea Claudio Dall’Agata, direttore generale di Bestack.

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