Mele e pere, le previsioni sulla produzione 2023-2024 a Prognosfruit

Per le mele Europa in lieve diminuzione ma bene l'Italia che mantiene le quantità dello scorso anno. Pere invece in grande difficoltà anche a causa degli eventi estremi degli scorsi mesi

Sono stati diffusi i dati previsionali sulla produzione di mele e pere nel corso dell’attesa conferenza annuale di Prognosfruit, organizzata quest’anno in Trentino da Apot (Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini) insieme a Wapa (Associazione Mondiale Mele e Pere) e Copa-Cogeca (Associazione delle Cooperative e dei Produttori agricoli Europei), con il supporto di Assomela.

Tante le tematiche che hanno impegnato gli oltre 300 delegati in rappresentanza di 26 paesi, oltre agli ospiti presenti: dall’andamento del biologico, ai brevetti varietali, ai consumi, dove si concentrano le preoccupazioni maggiori a causa dell’aumento dei prezzi dovuto alla fiammata inflattiva e alla disaffezione del consumatore nei confronti del prodotto che, a detta di tutti, va sostenuto a livello comunitario con politiche di promozione che puntino alla valorizzazione delle componenti salutistiche.

I rappresentanti del mondo economico che fanno capo alla mela e alla pera sono concordi nel dire che le sfide sono rappresentate dai consumi e dai prezzi per i produttori che vanno sostenuti pena l’esclusione di quelli che potrebbero soccombere al rincaro delle materie prime. I prossimi mesi saranno determinanti in tal senso.   

Mele: produzione in diminuzione in Europa, soddisfacente in Italia

Le stime di produzione per il 2023 parlano di un raccolto di mele in Europa in diminuzione del 3% rispetto allo scorso anno con 11.411.000 tons., in linea con la produzione media degli ultimi tre anni.

Bene l’Italia dove si stima una produzione totale di 2.104.125 tons., perfettamente in linea con la produzione dello scorso anno. Per quanto riguarda le singole regioni, risalgono le produzioni in Alto Adige (+7%) e in Trentino (+4%), mentre le produzioni di tutte le altre regioni sono previste in diminuzione, in particolare quella del Veneto (-25%) per effetto delle gelate primaverili.

Il calo produttivo, causato dalle temperature elevate in combinazione ad una persistente mancanza di acqua, riguarda i maggiori paesi produttori a livello europeo a cominciare da Polonia (-11%), Austria (-26,2%), Belgio (-14,9%), Germania (-11,2%), Paesi Bassi (-11,7%) e Grecia (-33,8%).

Segno negativo anche per Nord Europa e paesi scandinavi, mentre per la Francia, altro importante produttore, si stima un raccolto in ripresa del 7,9%, così come la Spagna (+30%) ed il Portogallo (+7,3%).

Considerate le ondate di calore che stanno investendo diverse aree in Europa, in alternanza con le piogge eccessive, grandinate e venti forti in diverse aree produttive, la situazione qualitativa risulta piuttosto disomogenea ed in alcune situazioni già compromessa, ma bisognerà attendere la chiusura della raccolta per avere un quadro più definito.

Biologico e consumi le questioni più dibattute

Preoccupa la situazione del biologico in Europa e nel nostro paese, non tanto per i livelli produttivi che diminuiscono solo leggermente rispetto alla produzione record dello scorso anno (-7% sul 2022), quanto per i consumi che frenano in tutti i paesi, anche in Danimarca lo scorso anno. A detta di tutti, ciò impone una riflessione profonda sugli obiettivi dell’UE in tema di raggiungimento del 25% di superficie coltivata biologica entro il 2028.

Aumentano le nuove varietà club, in frenata le tradizionali a parte la Golden

Per quanto riguarda le varietà, in tutta Europa si assiste a un aumento delle nuove varietà “club” che continuano a guadagnare terreno in termini produttivi e di gradimento del consumatore, raggiungendo 588.000 tons., in crescita del 18% rispetto allo scorso anno e +54% sopra la media degli ultimi tre anni.

Se il nuovo avanza, calano invece le varietà tradizionali come Red Delicious (-11%), Granny Smith (-22%), Fuji (-8%) e Jonagold (-8%). Tiene invece la Golden Delicious che cresce del 12% sullo scorso anno e la Gala che segna un record di produzione superando i 1.527.000 tons. (+5% sul 2022).

Per quanto riguarda le dinamiche varietali nel nostro paese, cresce del 14% la Golden Delicious, che raggiunge le 684.431 tons., dopo una produzione particolarmente bassa nel 2022. Cala invece del 20%, sotto la media degli ultimi cinque anni la produzione di Red Delicious (-27% sul 2022) a 169.347 tons. Un calo importante è previsto anche per la Granny Smith a -44% sul 2022 a causa di una scarsa fioritura e allegagione soprattutto in Veneto, ma anche in Emilia-Romagna.

La Fuji perde quota rispetto al 2022 (-9%) con una produzione di 155.420 tons. insieme a Cripps Pink – 5% rispetto al record dello scorso anno, ma rimane sopra la media di +6% rispetto agli ultimi cinque anni.

La Gala, con un +8% sul 2022 e una produzione che va oltre le 400.000 tons, fa segnare un nuovo record produttivo, così come le altre varietà nuove (club) che superano le 200.000 tons con un +20% sullo scorso anno. In aumento anche la Morgenduft che con 50.837 tons supera la bassa produzione dello scorso con +57%, tornando ad una produzione normale.

Pere: situazione produttiva europea ai minimi storici, in Italia si registrano i contraccolpi del maltempo

A livello complessivo nella UE a 27 sono previste 1 milione 746 mila tons, -13% sul 2022. L’offerta si pone così sul livello più basso dell’ultimo decennio, ad esclusione del 2021. Tutti i principali Paesi, ad eccezione di Italia e Francia, evidenziano una buona produzione. Il Belgio con circa 412 mila tons, potrebbe segnare un +20% sul 2022 e sul record produttivo.

Per quanto riguarda il nostro paese, la situazione è deficitaria ovunque a causa delle gelate di inizio aprile che hanno compromesso gravemente la produzione stimata intorno alle 187 mila tonnellate, -63% sul 2022 e 7% sul 2021, la produzione più contenuta di sempre. In Emilia-Romagna, in particolare, i quantitativi stimati sono intorno alle 105 mila tons, oltre il 60% in meno rispetto all’anno precedente, al di sotto anche del 2021. Ad aggravare la situazione anche il calo registrato delle superfici, che è risultato particolarmente impattante tra il 2022 al 2023.

L’Olanda flette solo del 3% sul 2022, mantenendosi con circa 341 mila tons su un buon livello produttivo, mentre la Spagna ritorna su una produzione normale dopo lo scarso 2022, con circa 296 mila tons. Il vicino Portogallo segna solo un +4% sul 2022, rimanendo così su livelli inferiori alla norma con un’offerta che non arriva alle 140 mila tons. Da segnalare il trend di crescita della Polonia, arrivata nel 2023 a stimare circa 100 mila tons, il +5% sul 2022 e +30% sulla media degli ultimi tre anni. La Francia, al contrario scende a 105 mila tons, quasi il -30% sul 2022, il dato più basso ad esclusione del 2021.

A livello varietale, Conference con circa 928 mila tons, segna un +8% sul 2022, arrivando a rappresentare quest’anno oltre il 50% delle pere in Unione Europea. Seguono la William con 154 mila tons, che quest’anno registra però un -37% sul 2022 e la Rocha, con 138 mila tons, con una lieve ripresa.

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