La sinergia in ortofrutta tra Filiera Agricola Italiana di Coldiretti e Carrefour

Maurizio Marangon, responsabile ortofrutta Italia Fdai, ci ha spiegato progetti, strategie e obiettivi di Coldiretti con il retailer

La collaborazione tra Carrefour e Coldiretti ha permesso di sviluppare e implementare una linea di 100 prodotti a marchio Carrefour con il sigillo di qualità Firmato dagli agricoltori italiani di Filiera Agricola Italiana, realtà che fa capo proprio a Coldiretti. Si tratta di articoli 100% italiani, provenienti da una filiera tracciabile, ottenuti nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale e sociale. Se n’è discusso in occasione del Salone Carrefour 2023, raccontato su Gdoweek, un appuntamento ormai consolidato durante il quale il retailer condivide con gli stakeholder le innovazioni di prodotto e di servizio che intende mettere in pista per l’anno successivo. In quell’occasione Maurizio Marangon, responsabile ortofrutta di Fdai, ci ha spiegato progetti, strategie e obiettivi.

L’impegno per la filiera agricola

Questo progetto nasce per volontà di Coldiretti che ha voluto sostenere le aziende produttrici che non erano in grado di arrivare a certi contesti di mercato. In molti casi la condivisione e l’aggregazione di produttori riesce ad arrivare là dove altrimenti è difficile o impossibile inserirsi –sottolinea Maurizio Marangon, responsabile ortofrutta Italia Fdai-. Come Filiera agricola italiana, organizziamo, associamo e mettiamo insieme una serie di aziende o produttori, non necessariamente iscritte all’associazione di categoria. In ogni caso devono adeguarsi al disciplinare e in particolar modo a certificazioni come Global Cap tre le più importanti ormai per il settore del food fresco e ortofrutta“.

Questo significa imporre un’agricoltura etica fatta in maniera consapevole che vede la riduzione di una serie di trattamenti e dei limiti, in termini di quantità, di principi attivi da adoperare in agricoltura oltre che di residui. A questo tipo di attività va a sommarsi anche la valorizzazione del singolo produttore riportato con foto nell’etichettatura. “Garantiamo cinque livelli di provenienza -prosegue-. Raccontiamo Nazione, Regione, Comune, Provincia e zona vocata. Stabiliamo tre livelli di gestione del global gap, quindi chi produce, chi confeziona e commercializza e le nostre etichette sono tutte quante tracciate singolarmente. Ci sono due numeri sotto il QR Code che rendono unica l’etichetta, e in questo modo riusciamo anche a geolocalizzare le produzioni“.

La collaborazione tra Coldiretti e Carrefour non è unica, né isolata. Avviate già da anni, infatti, le collaborazioni con Lidl soprattutto nel Sud Italia, con Aspiag Service, concessionaria Despar in area 2, Coop Alleanza 3.0. Inoltre, sta partendo un progetto in Sardegna con Crai (Ibba).

In generale, sono importanti gli interventi per promuovere varie categorie di prodotto enfatizzando la stagionalità, ma anche gli articoli non esteticamente belli. “Se una mela è ancora buona perché non dovrebbe essere mangiata solo perché non perfetta? -continua Marangon-. Insistiamo da sempre su concetti come questo. Al tempo stesso, promuoviamo in modo importante la stagionalità. Nei format Chef Express abbiamo, per esempio, sviluppato un progetto molto interessante attraverso la Campagna delle arance che prevede una nostra presenza negli store della rete, dai primi di novembre fino alla fine di giugno, e la disponibilità di servizi come la spremuta d’arancia in calibro nove, normalmente destinato all’industria per la preparazione dei succhi“. Questa attività ingloba anche una scelta di prezzo che coinvolge in modo importante il produttore. “Abbiamo valutato il prezzo partendo dai costi di produzione scegliendo un giusto compenso“.

 

I progetti attivati

Si sta lavorando su più fronti, da un lato i soci di Coldiretti hanno individuato e conservato oltre 2.000 germoplasma per proteggere i semi antichi. Ne sono stati identificati 70, i più importanti e storici, confezionati per essere proposti al pubblico in un pack che si può definire fai da te. In secondo luogo, si lavora per proteggere e salvaguardare prodotti che si rischia di perdere come nel caso del pomodoro Capri Rosé, che è il vecchio pomodoro della Costiera Amalfitana col quale si faceva la caprese. “Produciamo questo prodotto in Sicilia da dieci aziende consociate in zone fortemente tipiche come Pachino dove si coltiva il pomodoro Igp. L’accordo con Carrefour prevede che ci sia un impegno quantitativo di ritiro e su quello abbiamo organizzato i produttori -prosegue-. Va in commercio con un prezzo equo per i produttori e per l’insegna”.

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