Un cambio di visione per uscire dalla crisi dei consumi di frutta

Un convegno a Cavour, promosso da Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Torino, ha fatto il punto della situazione coinvolgendo alcuni retailer. Il consumatore acquista meno ma meglio. Servono maggiori investimenti in qualità e più volumi, anche aggregando le Op

La tavola rotonda con i relatori di Sogegross, Coop Italia e Caat
La tavola rotonda che ha coinvolto Sogegross, Coop Italia e Caat

Come rilanciare i consumi della frutta? Se ne è parlato in un convegno (Frutta: Piemonte, Italia, Europa – Dinamiche produttive e commerciali) che si è tenuto a Cavour (To) in occasione di TuttoMele, organizzato da Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Torino. Il ruolo del territorio, le filiere, la necessità di aggregazione le leve individuate, oltre a ricerca, innovazione, comunicazione.

Coinvolta anche la gdo. Salvo Garipoli, direttore di SG Marketing, ha moderato una tavola rotonda (Il valore della frutta per il mercato che cambia: il ruolo del territorio e le strategie di sostegno alla categoria in gdo e nel normal trade). Sono intervenuti Giovanni D’Alessandro, direttore di canale Basko e lead director progetto retail Gruppo Sogegross; Fabio Ferrari, direzione commerciale food Coop Italia, buyer ortofrutta, oltre a Gianluca Cornelio Meglio, direttore Generale di Caat, Centro Agroalimentare Torino.

La chiave per il futuro per Coop Italia, Sogegross e Caat

L’analisi di Fabio Ferrari è partita da una constatazione: ci troviamo di fronte a un cambio di paradigma del consumatore, che compra meno ma meglio. Vuole qualità più alta ed essere felice di quello che acquista. Vanno allora nella direzione della “ricerca spasmodica di qualità” gli investimenti che Coop Italia ha fatto nella mdd (che per il retailer ha una quota del 30% nell’ortofrutta), un fattore distintivo, con controlli continui lungo la filiera.

“La frammentazione dei produttori non incontra le necessità della gdo, che lavora con volumi importanti -ha affermato Fabio Ferrari-. Abbiamo scelto di valorizzare i prodotti del territorio e quelli locali attribuendo un posizionamento medio-alto, raccontandoli e facendoli emergere a scaffale. Ogni cooperativa attribuisce un nome specifico alle referenze: OrtoQui è per esempio il marchio collettivo scelto da Coop Consorzio Nord Ovest per identificare i prodotti tipici locali, ortaggi e frutta, coltivati in Liguria, Lombardia e Piemonte. Laddove possibile, se sono presenti i volumi, si cerca sempre di valorizzare il prodotto attribuendo il marchio Fior Fiore”.

La parola per il futuro secondo Giovanni D’Alessandro è racconto. L’insegna investe molto nella profondità delle gamme e nel loro racconto, coinvolgendo il personale del reparto, attraverso la formazione, con in fieri progetti di spazi di relazione e multimediali. Sogegross, nei suoi punti di vendita Basko, dedica uno spazio all’ortofrutta, a parità di superficie, superiore dell’8% a quello delle altre insegne.

“È forte l’attenzione da parte nostra nei confronti delle filiere dei territori, piemontese compresa -ha sottolineato Giovanni D’Alessandro-. Mettiamo un particolare impegno nella costruzione delle partnership e nei confronti delle filiere ortofrutticole prediligiamo le gamme complete ovvero numerose varietà dello stesso prodotto. Per valorizzare i prodotti cerchiamo di raccontare direttamente in reparto le caratteristiche delle singole referenze. Preferiamo poi costruire un rapporto tailorizzato con poche imprese produttive che ci garantiscano però costanza nella qualità da presentare a scaffale”.

Gianluca Cornelio Meglio ha infine ricordato come la valorizzazione dell’ortofrutta possa passare dai distretti, che favoriscono i localismi come momento di promozione del territorio e creazione di reti. “Penso ai servizi di digitalizzazione che offriamo, al ruolo di facilitatore dell’export, siamo iscritti alla Chambre de Commerce Franco Italienne. Lavoriamo con altri enti per implementare un sistema di certificazione di qualità di ‘identità del territorio’ da conferire al prodotto che transita dal Caat e viene sottoposto a verifiche”.

I numeri dei consumi di ortofrutta

L’agricoltura sta vivendo un momento senza precedenti: condizioni climatiche nuove, consumi in calo, alti costi di produzione. La spesa totale generata per l’ortofrutta nel nostro Paese è arrivata a 6,2 miliardi di euro, +1% (fonte Cso Italy). Nei primi sei mesi del 2023 i consumi sono calati dell’8% in Italia (213 mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso periodo del 2022: una diminuzione del 7% dei volumi. La frutta, in particolare, nel semestre è stata acquistata per un volume complessivo di 1,28 milioni di tonnellate (-10% sullo scorso anno) con il prezzo medio incrementato del +9%.

Mario Schiano Lo Moriello, analista di mercato Ismea ha presentato un focus sulla frutta fresca. Si evince un calo della superficie investita di 10.500 ettari in cinque anni (-4,2% vs 2018), una produzione che nello stesso periodo è scesa a 5,3 milioni di tonnellate (-320 milioni), con un valore della produzione alla fase agricola pari a 3.200 milioni di euro (+7,2 vs 2018). Numeri di crescita a valore più che dimezzati rispetto alle esportazioni, pari a 3 miliardi di euro, +435 milioni in 5 anni (+17%).

Le soluzioni individuate dagli operatori

L'intervento di Carola Gullino (Donne dell'ortofrutta)
L’intervento di Carola Gullino

“Occorre puntare su ricerca, innovazione, comunicazione e promozione. e aggregazione dei produttori” ha dunque riassunto Lo Moriello, in base ai dati.

“Un cambio di visione” è auspicato da Carola Gullino, presidente Associazione nazionale le donne dell’ortofrutta. “Qualità attraverso piani di comunicazione, un cappello unico per le tante Op e un marchio unico, così da aumentare il numero delle referenze per la gdo e spuntare anche un miglior prezzo” le soluzioni individuate.

“Il produttore resta al momento l’anello più debole della filiera, in Piemonte in particolare. Le situazioni contingenti, dalle dinamiche della crisi al post-Covid, non hanno consentito a chi produce di recuperare margini” ha lamentato Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino.

Si guarda anche ad altri modelli europei, Spagna e Polonia. Sono stati ospitati in streaming un player spagnolo, Llorenç Frigola della cooperativa Girona Fruits, che ha offerto una panoramica sulla filiera frutticola spagnola, e Miroslaw Maliszewski, presidente dell’Associazione dei coltivatori di frutta polacchi Zsrp.

“Dobbiamo aprirci al dialogo e alla conoscenza di mercati lontani dai nostri, che però dall’Italia tanto hanno imparato e che sono riusciti a crescere rapidamente” ha sottolineato Michele Ponso, presidente di Fnp, Federazione Nazionale Frutticoltura di Confagricoltura.

“Occorre Lavorare sul miglioramento del processo produttivo e logistico -ha rimarcato Salvo Garipoli – sull’innovazione varietale, comunicazione al consumatore. I dati ci dicono che il cliente finale è disposto a spendere per un prodotto del territorio e che, nonostante un calo nei volumi, è propenso a mangiare più frutta e verdura”.

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome