Collaborare, dai campi allo scaffale, per tornare a far crescere il melone in Italia

summit melone

Un interessante congresso il Summit Melone 2023, promosso da Basf Nunhems, che ha visto un confronto sulla filiera dei meloni in Italia, dal campo fino ai punti di vendita, in un momento storico in cui le superfici coltivate sono in contrazione da 18 a 16mila ettari, secondo i dati esposti da Elisa Macchi del Cso Italy, che hanno preso in considerazione gli ultimi dieci anni, frutto di un processo di razionalizzazione. Nel 2023 non si sono toccate le 500mila tonnellate di produzione, ma anche di difficoltà a far fronte alle richieste di mercato.

Il lavoro di innovazione sul melone di Basf Nunhems

E come ha detto in chiusura dell’evento William Cavalieri, country sales manager Italy di Basf-Nunhems, è la collaborazione lungo tutta la filiera, la chiave per poter invertire la rotta, in un segmento in cui la società multinazionale ha lavorato da tempo per far giungere sul mercato nuove varietà, come si può vedere dalla slide qui sotto presentata da Mirko Barbieri, regional head Emea East di Basf-Nunhems, che ha ripercorso negli anni le innovazioni introdotte sul mercato.

Mirko Barbieri, regional head Emea East di Basf-Nunhems

Un lavoro di innovazione continuo su diversi segmenti che è alla base della proposta di Basf Nunhems, come ci aveva spiegato allo scorso Fruit Attraction Claudia Iannarella, presentandoci i risultati del lavoro sulla cipolla che non fa piangere e sull’anguria “portatile”, e che, tornando al concetto di collaborazione, ha visto la sua massima espressione nel successo commerciale dell’anguria Perla Nera.

L’evento si è chiuso con una tavola rotonda a cui hanno partecipato quattro buyer di importanti insegne distributive: Giordano Giorgi di Pac2000A Conad, Micaela Montano di Coop Italia, Marco Impeduglia di Eurogroup Italia, società che gestisce l’approvvigionamento ortofrutticolo in Italia del Gruppo Rewe (Penny Market) e Manuel Bonadio del Gruppo Poli (a pochi giorni dall’importante apertura dell’IperPoli a Trento).

Creare distintività sullo scaffale nella proposta al consumatore

È infatti sul punto di vendita che si chiude il cerchio, la categoria mantiene un posizionamento distintivo di interesse con questi driver d’innesco: prezzo, origine e provenienza, tutte aree di valore da approfondire e qualificare in comunicazione. È dunque utile sottolineare alcuni indirizzi strategici proposti da Salvo Garipoli, direttore di Sg Marketing, nel suo intervento: “Risulta rilevante lavorare su alcune aree critiche di successo come la presentazione del prodotto attraverso packaging e selezioni varietali in grado di veicolare l’aspetto sensoriale dell’offerta. Il presidio dell’offerta in chiave di tutela dell’ambientale a garanzia del consumo. Il sostegno in vendita di prodotto a presidio del territorio d’origine è in questo senso è interessante l’esperienza del Melone Mantovano. L’ingaggio del consumatore finale finalizzato ad ispirarne l’acquisto anche attraverso la leva del cross-marketing”.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome