Alluvioni in Emilia Romagna, almeno 1,5 miliardi di danni all’agricoltura

La stima è di Confagricoltura di Forlì-Cesena e Rimini. Sott’acqua 5mila aziende agricole, l'allarme di Coldiretti: frutteti, i campi di orticole tra Cesena e San Mauro Pascoli, colture di alto reddito, che registrano un danno del 100%

Frutteti sommersi nella campagna del Cesenate
L'alluvione a maggio 2023, frutteti sommersi nella campagna di Cesena

Di fronte agli straripamenti di fiumi e torrenti che hanno colpito soprattutto la Romagna si fa anche l’ennesima conta dei danni all’agricoltura. “Difficile stimare la portata, ma da una prima valutazione supererà 1,5 miliardi sul nostro territorio” ha affermato il presidente di Confagricoltura di Forlì-Cesena e Rimini Carlo Carli.

Fragole, kiwi, susine, pere e mele tra le colture più colpite

“Gli allagamenti riguardano migliaia di ettari coltivati tra le province di Forlì-Cesena e di Rimini, frutteti, coinvolgendo le infrastrutture (capannoni, magazzini). È  l’ondata di maltempo più severa dal dopoguerra ad oggi. I campi di orticole tra Cesena e San Mauro Pascoli, colture di alto reddito, registrano un danno del 100%; ci sono grosse criticità nelle serre di fragole del Cesenate, una coltura simbolo del territorio. E poi sono tantissimi i frutteti sommersi: le forti piogge hanno fatto emergere il limo nei terreni e quindi si rischia l’asfissia radicale, anche per le colture arboree. Il raccolto 2023 è compromesso”.

Dal monitoraggio di Coldiretti sugli effetti dell’alluvione in Romagna sono finite sott’acqua oltre 5mila aziende agricole, migliaia di ettari di terreno coltivato a kiwi, susine, pere e mele, vivai, ortaggi, macchinari di lavorazione e infrastrutture. Il settore più colpito -precisa l’associazione- è quello dell’ortofrutta con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio è far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive. Il timore è mandare in crisi una intera filiera fatta di agricoltura e delle aziende di trasformazione della frutta e degli ortaggi che fanno della Romagna la Fruit Valley italiana, con la produzione lorda vendibile dell’ortofrutta che vale nella regione 1,2 miliardi di euro.

“Stante la situazione straordinaria, riteniamo necessario un decreto legge speciale del Governo e il relativo stanziamento di risorse congrue ad affrontare i danni subiti che crescono di ora in ora per le attività agricole” ha evidenzia il presidente Ettore Prandini.

Il presidente di Cso Italy, Paolo Bruni, informa di costanti contatti con gli associati delle aree più colpite, tra Bologna, Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini, che rappresentano il cuore delle maggiori imprese. “Siamo passati dalla siccità all’alluvione che ha colpito ben quattro province di una regione perno della frutticoltura nazionale. In alcune zone sono caduti 300 mm d’acqua, la stessa quantità che si era registrata nell’intero arco del 2022.  È auspicabile che gli ingentissimi danni patiti dalle aziende agricole e dalle strutture di lavorazione dei prodotti agricoli vengano ristorati con immediati e urgenti provvedimenti governativi con il conseguente sgravio di oneri e contributi fiscali e con la sospensione delle rate sui mutui, proprio come era accaduto con il terremoto.

Gennaro Velardo, presidente dell’Unione Nazionale Italia Ortofrutta, a seguito della 54a assemblea annuale che si è tenuta a Roma, cui hanno partecipato rappresentanti di oltre 140 Op socie, alla presenza del ministro dell’Agricoltura, sovranità alimentare e forestale  Francesco Lollobrigida, si è rivolto al Governo, sollecitando misure rapide. “I danni per le attività agricole crescono di ora in ora, Italia Ortofrutta ritiene indispensabile che vi sia una gestione snella dell’emergenza, anche con la nomina di un commissario alla ricostruzione, se necessario”.

Legacoop Romagna invoca una “legge speciale di massima urgenza” per il sostegno ai territori colpiti che riconosca che la Romagna da una calamità naturale di portata eccezionale e storica. Oltre 100 cooperative, comunica. sono coinvolte nel disastro (51 a Ravenna, 39 a Forlì-Cesena, 12 a Rimini) per un totale di oltre 20mila lavoratori. Il comparto agricolo è in ginocchio, trasporto merci in difficoltà, ma si regge nell’approvvigionamento dei supermercati grazie all’impegno di soci e dipendenti Coop e Conad.

Prevenzione necessaria

Di fronte all’ennesima tragedia ci si interroga su come agire in fase di prevenzione. “Le emergenze da affrontare crescono in numero e varietà: oggi si parla di dissesto idrogeologico e alluvioni, poi ci saranno siccità e incendi estivi -dichiara Sabrina Diamanti, presidente Conaf (Consiglio degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali). C’è bisogno di ridurre la vulnerabilità di questo Paese con uno sguardo ampio e complesso. Le professioni tecniche possono contribuire attivamente alla salvaguardia del Paese, nelle emergenze ma soprattutto nella fase di prevenzione”.

“Appare sempre più urgente intervenire in maniera strutturata sulla gestione argini, controllo fauna e pulizia alvei fluviali, anche coinvolgendo gli agricoltori e semplificando la burocrazia che spesso rallenta la cura del territorio” sottolinea il presidente di Coldiretti.

“Appena usciti dall’emergenza -suggerisce Bruni– sarà poi necessario mettere mano anche ai progetti sulle casse di espansione ovvero quelle opere idrauliche concepite per ridurre la portata dell’acqua durante la piena di un fiume, opere realizzate solo parzialmente in Emilia-Romagna. I progetti ci sono, ma sono rimasti, in parte, nei cassetti della burocrazia”.

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