Melinda, ricavi in crescita rispetto alle previsioni

La stagione 2024-25 si chiude con un fatturato lordo di circa 340 milioni di euro, per un liquidato ai soci di oltre 190 milioni, nonostante il maltempo che ha inciso sulla produzione

Mele Consorzio Melinda
Mele Melinda (Foto Archivio Consorzio)

Per Melinda la stagione 2024-25 si chiude con un risultato positivo. È il messaggio espresso dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio in occasione della presentazione del bilancio. L’incontro precede l’assemblea ufficiale con i soci programmata per novembre.

I dati

Il raccolto di mele 2024 risulta leggermente inferiore alle 380mila tonnellate (5% in meno circa nel confronto con l’anno precedente). La campagna commerciale ha generato un fatturato lordo di circa 340 milioni di euro che si è tradotto in un liquidato ai soci di oltre 190 milioni. I dati sono di poco inferiori a quelli registrati lo scorso anno (rispettivamente 350 e 200 milioni circa) ma superano al tempo stesso le previsioni iniziali e costituiscono uno dei migliori risultati degli ultimi anni.

Fare di più sulla prevenzione

Ernesto Seppi, presidente Melinda
Ernesto Seppi

Il Cda ha ricordato i punti di forza alla base della positiva campagna commerciale: la riconosciuta bontà dei prodotti e l’alta reputazione del brand, aspetti che hanno permesso di superare le difficoltà associate all’impatto del fattore climatico sulla produzione.  Quest’ultima è stata infatti condizionata dagli effetti meteo avversi, in particolare dal significativo calo delle temperature della primavera 2024. Tale fenomeno ha impattato su quantità e qualità generale dei prodotti. Problematico, inoltre, anche l’effetto delle piogge.

“Guardiamo al bilancio 2024-25 con la soddisfazione e la gratitudine per il gioco di squadra che abbiamo saputo costruire: un modello cooperativo efficace” ha dichiarato Ernesto Seppi, presidente del Consorzio Melinda. Fitopatie e climate change impongono però un crescente impegno sul fronte della prevenzione. “Sulla difesa della produzione possiamo e dobbiamo fare di più. In gioco non c’è soltanto la tenuta di un comparto, ma il futuro stesso dell’economia di una valle di montagna che vive di agricoltura, lavoro e coesione sociale”.

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