Manodopera, la ricetta di Giansanti

Per Confagricoltura mancano 200mila operai che bisogna trovare tra cassintegrati e reddito cittadinanza. Caselli (Areflh) commenta le linee guida Ue

Il presidente di Confagricoltura Massimo Giansanti
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura

Le raccolte della frutta estiva e degli ortaggi si avvicinano e nei campi manca la manopera. “Servono almeno 200mila persone. E servono subito”, dice il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“In Italia gli operai agricoli sono circa 1,1 milioni. E di questi i lavoratori stranieri regolari sono poco meno di 400mila, ovvero circa il 36%, la stragrande maggioranza dei quali rumeni -spiega dalle pagine del Corriere della Sera- Senza di loro si torna a un’agricoltura con sole braccia italiane, che a memoria non ricordo: gli ultimi campi senza immigrati saranno degli anni 70″.
“Avevamo chiesto all’Unione europea di creare una sorta di corridoi per permettere la mobilità di lavoratori agricoli all’interno della Ue – dice Giansanti – E la Commissione ha appena pubblicato degli orientamenti che vanno in questa direzione. Si tratta, però, di orientamenti, per cui non sono iniziative cogenti”.

E l’Italia cosa può fare? “La circolare del ministero dell’Interno che ha prorogato fino al 15 giugno i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio il 15 aprile è un primo passo. Ma non basta. Bisogna avviare in tempi rapidi l’iter per la definizione di un nuovo decreto flussi”, afferma, spiegando altre due misure che potrebbero essere introdotte.

“Abbiamo scritto alle ministre, Teresa Bellanova delle Politiche agricole e Nunzia Catalfo del Lavoro, per favorire l’incrocio tra domanda e offerta con il ricorso a manodopera italiana disponibile a lavorare nel settore agricolo, anche se al momento fruisce del reddito di cittadinanza -spiega-. Poi, si potrebbe fare una sorta di call per gli operai in cassa integrazione di altri settori o un reclutamento dei disoccupati con strumenti che facilitino le assunzioni, come i voucher”. Quanto alle possibili ripercussioni sui prezzi, Giansanti non le esclude. E per evitarle dice che “l’intera filiera deve fissare regole comuni per un giusto prezzo al consumatore e un giusto reddito per chi produce”.

Confeuro, coinvolgere anche chi prende reddito di cittadinanza

Sul reddito di cittadinanza torna anche Confeuro che – segnalando la mancanza di circa 370mila lavoratori stagionali – propone anche di lanciare subito un bando nazionale per il reclutamento di lavoratori agricoli, così come è stato fatto per medici e infermieri.  “Bisogna fare di tutto affinché l’emergenza sanitaria non si trasformi anche in una crisi alimentare -spiega il presidente nazionale, Andrea Michele Tiso– per questo occorre affrontare al più presto la situazione con misure straordinarie in modo da garantire nei prossimi mesi le forniture agricole a tutta la cittadinanza”. Oltre alle corsie verdi per fare arrivare in Italia i lavoratori agricoli stagionali, secondo Tiso, “è necessario chiamare all’appello tutte le risorse a disposizione per evitare di perdere i nostri raccolti, compromettere la filiera agroalimentare e mettere in crisi tutto il settore primario”.

Linee Guida Ue

Le linee guida pubblicate dall’Ue sulla libera circolazione dei lavoratori, individuano le persone che esercitano professioni critiche per le quali la libera circolazione continua è considerata essenziale. L’elenco fornito nelle linee guida non è, però, esaustivo. La Commissione esorta gli Stati membri a stabilire procedure specifiche libere da oneri e rapide per garantire un passaggio senza intoppi a questi lavoratori frontalieri, compreso uno screening sanitario proporzionato. Simona Caselli, presidente Areflh, spiega: “Per quanto riguarda i lavoratori stagionali, in particolare nel settore agricolo, gli Stati membri sono invitati a scambiare informazioni sulle loro diverse esigenze a livello tecnico e a stabilire procedure specifiche per garantire un passaggio agevole a tali lavoratori, al fine di rispondere alle carenze di manodopera dovute alla crisi. I lavoratori stagionali in agricoltura svolgono in determinate circostanze funzioni critiche di raccolta, piantagione e cura. In tale situazione, gli Stati membri dovrebbero trattare tali persone come lavoratori critici e comunicare ai datori di lavoro la necessità di prevedere un’adeguata protezione della salute e della sicurezza”.

 

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