Interpoma apre al dialogo sulla fiera unica italiana

“Siamo aperti al dialogo e ad accettare proposte sulla possibilità di collaborare con altre fiere italiane ma esistono delle difficoltà pratiche che non possiamo non considerare e che sono legate alla difficoltà di spostarsi dei nostri produttori anche per i press tour che portano i visitatori all’interno dei nostri frutteti”.

L’apertura. Così Thomas Mur, nuovo managing director di Fiera Bolzano, si apre al dibattito sulle fiere ortofrutticole italiane che sta accendendo le pagine della cronaca e lo fa a margine della presentazione della decima edizione di Interpoma avvenuta oggi nel corso della prima giornata di Fruit Logistica.

Dopo la proposta di fusione lanciata da Fruit Innovation a Macfrut (in attesa di vedere gli esiti della prossima edizione del trade show milanese che ha debuttato nel 2015 e che per la seconda edizione sarà ospitata all’interno di Tutto Food nel 2017); dopo, l’entrata in scena di Veronafiere con Fruit&Veg System, l’evento b2b espositivo e formativo che debutterà quest’anno dal 4 al 6 maggio nel quartiere fieristico scaligero, l’apertura di Fiera di Bolzano riaccende la miccia del dibattito.

I punti. “Il problema principale per noi – spiega Mur – è che Interpoma è un evento saldamente legato al territorio dal momento che prevede, accanto al calendario di convegni e incontri, anche un nutrito programma di tour-educativi per i frutteti, attraverso il quale i produttori si avvicinano ai visitatori della fiera. In questo senso sarà difficile immaginare uno spostamento fisico dell’evento. Ma in questa fase non posso dire nulla se non ribadire che comunque restiamo aperti al dialogo e alle proposte”.

Certo Interpoma che – per sua stessa definizione – ha la capacità di veicolare l’intera produzione melicola di eccellenza italiana, rappresenterebbe un tassello ghiotto all’interno del puzzle che si sta costruendo nel tentativo italiano di arrivare ad una fiera unica. Un tassello che porta come dote la sua rodata esperienza di network di produttori in cui la collaborazione tra pubblico e privato è stata sperimentata con successo, soprattutto in funzione dell’internazionalizzazione del comparto, ed ha permesso a quello che era un gruppo di sparuti e disorganizzati produttori nel primo dopo-guerra, di diventare – nei decenni successivi – una regione produttiva di eccellenza super-strutturata che esporta i suoi prodotti in decine di Paesi in tutto il mondo.

La logistica. Sul fronte logistico è inevitabile non pensare alla vicinanza logistica con la piattaforma veneta che rappresenta uno dei canali commerciali sfruttati dalla filiera melicola che si apre a tutte le principali rotte internazionali (nel continente europeo, africano e asiatico). Un vantaggio questo che potrebbe rappresentare un punto di vicinanza con il progetto veronese in fase di debutto.

“Il nostro obiettivo – ha precisato Mur – è quello di concentrarci sulle mele del sud-Tirolo per sostenere e incrementare il comparto su tutti i livelli sicché non chiudiamo le porte a tutto ciò che possa portare valore aggiunto alla nostra filiera. Quando e se arriveranno delle proposte, se ne parlerà. Intanto, per la prima volta quest’anno contiamo di arrivare a vendere tutti gli spazi espositivi e attendiamo circa 8mila visitatori”. Nel frattempo ecco alcune anticipazioni del programma della decima edizione di Interpoma, in programma dal 24 al 26 novembre che sarà suddiviso su tre pilastri fondamentali, uno per ogn giorno di fiera. Il primo giorno sarà dedicato al mercato e ai cambiamenti in corso; il secondo giorno di parlerà di consumi ed il terzo di innovazione e tecnologia.

Le novità. “Tra le novità in programma – anticipa Kurt Werth, coordinatore della conferenza internazionale delle mele nel mondo – quest’anno presenteremo il progetto Monnalisa on apple, che è un progetto locale che riunisce i centri di ricerca del Sud-Tirolo e che punterà a realizzare una sorta di monitoraggio sui principali parametri di sviluppo tecnologico applicati al concetto di qualità del comparto melicolo”.

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