Fragole, in Italia crescono gli investimenti al Sud

Complice la riduzione delle importazioni dalla Spagna l’andamento dei prezzi dell’ultima campagna, 2020-2021 ha avuto quotazioni più elevate rispetto al biennio precedente, con un picco per la cultivar Sabrosa. Ma la produzione negli ultimi cinque anni ha avuto un calo a due cifre e il saldo commerciale è negativo
Grazie alla riduzione delle importazioni dalla Spagna, l’andamento dei prezzi dell’ultima campagna 2020-2021 registra quotazioni più elevate rispetto al biennio precedente. Ma la produzione nazionale negli ultimi cinque anni ha avuto un calo a due cifre e il saldo commerciale è negativo

Fragole in serra. Le superfici italiane destinate alla coltivazione della fragola in coltura specializzata nel 2019 sono risultate in moderata crescita rispetto al 2018 con circa 3.800 ettari, corrispondenti all’1% in più sull’annata scorsa. Le performance di crescita riguardano quasi esclusivamente gli investimenti in serra, a fronte di una stabilità della coltivazione in campo aperto.

Attualmente, l’84% della superficie nazionale si riferisce a impianti in coltura protetta mentre il restante 16% riguarda colture in pieno campo. Le aree del Sud Italia, che rappresentano oltre il 60% della fragolicoltura nazionale, registrano una crescita del 3% sul 2018, mentre flettono del 4% gli investimenti nelle regioni al Nord. Bene la Basilicata, che con circa 976 ettari evidenzia un aumento del 10% rispetto alla superficie dell’annata scorsa e la Calabria che registra un +5%.

Anche per il 2019 la Basilicata, regione leader in Italia per la produzione di fragole, si distingue sul mercato per la cultivar Sabrosa, per la cui valorizzazione nel 2013 è nato un Consorzio, il Club Candonga, a cui aderiscono i produttori lucani (20 su una superficie di 400 ettari) che producono e commercializzano la varietà in Italia e all’estero con il marchio Candonga Fragola Top Quality®.

Le linee premium confermato quindi i buoni risultati degli anni scorsi, grazie alla qualità espressa dal prodotto nonostante una partenza non del tutto positiva a causa delle avversità atmosferiche. Sempre al Sud in leggera controtendenza la Campania che con i suoi 958 ettari circa (-1%) registra una parziale flessione.

Al Nord, le performance peggiori le ottiene il Veneto che scende del 6% sul 2018, circa 283 ettari e le coltivazioni dell’Emilia Romagna, -8%. Tra le altre regioni si registra un +1% in Piemonte e un dato negativo in Trentino Alto Adige (-1%).

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