Apo Conerpo: cala l’export, riaprire la Russia e i 4 giorni per raggiungerla

Presentato il bilancio del Gruppo Apo Conerpo: cala l'export, cresce la gdo, in lieve calo il fatturato complessivo rispetto allo scorso anno

apoconerpo bilancio 2018

Riaprire il commercio con la Russia: di fronte al calo del 13,91% a volume e del 6,78 a valore delle esportazioni di Apo Conerpo nel 2018, la risoluzione della questione russa viene invocata più volte dai vertici dell’Associazione di organizzazioni di produttori per calmierare la forte concorrenza che si è venuta a creare sulle piazze europee. “L’Asia e l’Oriente sono sicuramente dei mercati interessanti, ma oggi via nave occorrono 40 giorni per raggiungerli, mentre la Russia rappresenta un bacino di 150 milioni di consumatori ortofrutticoli a soli 4 giorni di viaggio dall’Italia”, commenta Davide Vernocchi, presidente Apo Conerpo durante la presentazione alla stampa dei dati 2018.

Un calo dell’export dovuto, oltre che dalla concorrenza di paesi produttori europei, come Spagna, Grecia, Belgio e Olanda, anche dalla minore disponibilità di materia prima a causa dell’andamento climatico avverso dello scorso anno. “Cambiamenti climatici che stanno determinando seri problemi fitosanitari come la cimice e l’alternaria nel pero che hanno eroso circa il 10% del fatturato del consorzio Opera, e la Sharka nel pesco e contro i quali gli agricoltori non hanno strumenti di difesa”, denuncia Vernocchi.

Fatturato 2018 di Apo Conerpo in contrazione

Nonostante il clima avverso, le problematiche fitosanitarie e la contrazione produttiva del 6,47%, il fatturato di Apo Conerpo ha mostrato una sostanziale tenuta, attestandosi sui 717 milioni di euro con una leggera riduzione (-2,5%) rispetto al valore record di 736 milioni del 2017, ma con un incremento del 2,3% rispetto alla media del quinquennio precedente. “L’utile netto –afferma il direttore Gabriele Chiesa– ha raggiunto i 171mila euro che verranno reinvestiti, il ristorno ai soci è salito a 400mila euro e i prezzi medi unitari di vendita dei prodotti sono aumentati del 4,1%”.

Nel 2018 il Gruppo ha collocato sul mercato 1,066 milioni di t di prodotti ortofrutticoli freschi. Quasi 106mila t (-13,91%) sono state indirizzate all’esportazione per un valore vicino ai 115 milioni di euro (-6,78%). È salito a 155 milioni di euro (+4,72%) il fatturato verso la gdo, a 90 milioni di euro (+1,34%) quello nel mercato tradizionale (1,34%) e a 82 milioni di euro quello verso l’industria di trasformazione. Il plusvalore del trasformato ha superato i 270 milioni.

I risultati produttivi

L’Aop ha prodotto 998.306 t di ortofrutta e patate, di cui 383.238 t di frutta (-1,43%), 567.740 t di ortaggi (-8,08%) e 47.328 di patate (-22,24%). La produzione di pomodoro collocata all’industria di trasformazione si è attestata sulle 415mila t, -7,4% rispetto all’anno precedente e rese pari a 71 t/ha.

Nel paniere della frutta proposto da Apo Conerpo le pere costituiscono il 42% (169.887 t), seguite da pesche, nettarine, percoche (17%, 70.459 t), mele (15%, 60.487t). Per quanto riguarda le orticole il 67% dell’offerta è rappresentata dai pomodori (442.816 t), seguiti dalle patate (10%). Apo Conerpo aggrega il 22% dell’intera superficie nazionale investita a piselli, il 19% di quella coltivata a pere, il 14% per i kaki, l’11% per i kiwi, il 9% per le nettarine, l’8% per le susine, quasi il 7% per i pomodori.

Produzione frutticola conferita e acquistata nel 2018

(La produzione acquistata ammonta al 6,5%)

Produzione orticola conferita e acquistata nel 2018

 

“Nell’ambito dell’Esecutivo Annuale 2018 – afferma il vice presidente Roberto Cera – Apo Conerpo, coadiuvata da Finaf, la più grande Associazione di Organizzazioni di Produttori europea, ha rendicontato per conto dei propri associati investimenti per oltre 41,5 milioni di euro così suddivisi: quasi 15,6 milioni indirizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, circa 8,8 milioni per le azioni ambientali, oltre 6,1 milioni per la pianificazione della produzione e dell’offerta, 5,7 milioni per l’incremento del valore commerciale dei prodotti, 3,1 milioni per la promozione dei prodotti freschi e trasformati, 2,2 milioni per i ritiri dal mercato e altre misure”.

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