In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, celebrata ogni 22 marzo, la filiera pataticola sottolinea il ruolo fondamentale per il risparmio idrico. Tanto che l’Unione Europea ha deciso di valorizzarla con il progetto Potatoes Forever! che mira a informare il consumatore finale riguardo all’eccellenza delle pratiche pataticole europee. Cofinanziata dalla Ue, la campagna triennale è promossa in Italia da Unapa, Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate, e in Francia da Cnipt, Comité National Interprofessionnel de la Pomme de Terre.
Il controllo del consumo d’acqua e dei dati meteorologici per la riduzione del suo utilizzo avviene sia attraverso l’irrigazione a goccia, e sistemi automatizzati e controllati da remoto, sia diminuendo i volumi allo stretto necessario. In questo modo si ottiene un risparmio di risorsa idrica fino al 70% (dati Legambiente). Per massimizzare il risparmio, l’acqua che viene utilizzata nel lavaggio del prodotto è successivamente riciclata nei centri di confezionamento.
Italia prima in Europa per consumi d’acqua
Da uno studio Teha emerge che ogni italiano utilizza in media 215 litri d’acqua al giorno per le necessità quotidiane, per un’impronta idrica totale di 6,3 metri cubi al giorno pro capite.
La Penisola consuma in totale 130 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno, il valore più alto in Europa. Gran parte di questo totale – il 23,9% – è costituito dall’impronta idrica grigia, ovvero l’acqua dolce necessaria per diluire gli inquinanti generati principalmente nei processi industriali.
Il sondaggio nei supermercati: il 40% dei consumatori chiede una certificazione ambientale
A novembre 2024 è stata condotta la seconda edizione dell’indagine di Potatoes Forever! sulle abitudini di acquisto e di consumo degli italiani in materia di patate. Un campione rappresentativo di più di 6.500 persone è stato intervistato in una selezione di supermercati sparsi in sette regioni durante la spesa, rivelando insight interessanti sulle preferenze e i trend di consumo.
La maggior parte degli intervistati (circa il 39%) dichiara di mangiare patate una volta a settimana, con addirittura il 32% che afferma di consumarle più volte alla settimana.
Rispetto al sondaggio condotto l’anno precedente, le priorità degli italiani nell’acquisto di patate sono cambiate: mentre nel 2023 il buon rapporto qualità-prezzo era la priorità per ben il 40% del campione, oggi questa percentuale è scesa al 34%.
Il riguardo verso le tematiche ambientali sta crescendo: circa il 39% dei rispondenti dichiara che sarebbe incentivato all’acquisto di patate se provviste di una certificazione ambientale chiaramente indicata sull’etichetta (+8% rispetto al 2023).
L’88% del campione ritiene che una campagna di informazione sulle pratiche produttive e sugli standard qualitativi della filiera pataticola dell’Ue sia utile per il consumatore finale. L’argomento al quale gli intervistati si dimostrano più interessati sono le iniziative intraprese per la conservazione della biodiversità (25,6%, +13% rispetto al 2023).
Climate change e costi produttivi pregiudicano le rese
Secondo i dati Istat nel nostro Paese in totale sono stati 31.325 gli ettari di superficie dedicati alla coltivazione delle patate nel 2023. Un dato leggermente in calo (del 2%) rispetto agli anni precedenti, a causa dei costi di produzione (energia, concimi, fitofarmaci, caro carburante e tubero seme), ma anche degli effetti del cambiamento climatico, che pregiudicano le rese produttive. A causa dell’emergenza sanitaria causata dall’infestazione da elateridi, in alcuni distretti produttivi del nostro Paese potrebbe però verificarsi una contrazione degli investimenti, con punte del 20-25%.
Per rispondere al fabbisogno nazionale, l’Italia è costretta a importare prodotto, con un grave danno alla bilancia commerciale del nostro Paese. La riduzione degli investimenti in tutta l’Unione europea potrebbe causare l’aumento della dipendenza dal prodotto estero, diminuendo la nostra sovranità alimentare.