Macfrut, la strategia di Apofruit sull’uva da tavola seedless

Presentato un articolato piano di sviluppo che punta su nuove varietà, pack sostenibile  e app di tracciabilità , crescita del bio e biodinamico e accordi con la manodopera

La presentazione del progetto di Apofruit a Macfrut 2021
La presentazione del progetto di Apofruit a Macfrut

Innovazione varietale, accordi per la manodopera, packaging sostenibile e crescita del biologico e del biodinamico: questi i quattro punti della strategia di sviluppo di Apofruit  per le uve da tavola seedless, presentata a Macfrut. “Porterà all’incremento dei volumi e a una nuova identità del prodotto, sostenibile, tracciabile, etico e internazionale” ha sottolineato il direttore generale Ernesto Fornari.

Le novità varietali

Apofruit, uva seedless bianca e nera a marchio Solarelli
Apofruit, uva seedless bianca e nera

Il primo punto è rappresentato dalle novità varietali. Apofruit dispone di varietà senza semi con un calendario che parte da luglio e arriva a novembre. Tra le uve bianche in evidenza la Timpson, che quest’anno ha un grado zuccherino eccezionale (22 gradi brix); grande interesse anche per AutumnCrisp, varietà club con eccellente aroma. Tra le rosse, notevoli performance sono attese dalle uve TimcoAllisonScarlotta.

“Le licenze esclusive per le uve senza semi hanno dato grandi possibilità di sviluppo a Op Terra di Bari – ha dichiarato il presidente Luigi Rizzo-. Stiamo acquisendo sempre maggiori quote sul mercato estero garantendo i redditi degli agricoltori con una prospettiva positiva di lungo termine”.

Gli accordi sulla manodopera

Apofruit, uva nera seedless
Apofruit, uva nera senza semi

La produzione di uva da tavola di Apofruit raggiunge circa 100 mila quintali annui. L’85% dei volumi è esportato  sui mercati esteri europei e il 5% su quelli extra Ue, come gli Emirati Arabi, Bahrain e Qatar. Gli areali coprono, grazie all’accordo di collaborazione con la Op Terra di Bari, il territorio di Noicattaro e Rutigliano, nel Sud Est barese, con una produzione di circa 50 mila quintali di uve da tavola apirene. Tale produzione viene realizzata nel periodo da luglio a novembre ed è suddivisa al 30% in produzione biologica e biodinamica e al 70% in produzione convenzionale/integrata.

A questa area di produzione si è sviluppata la zona metapontina, con un importante stabilimento a Scanzano Ionico dotato delle più avanzate tecnologie per la lavorazione e la conservazione della frutta, in particolare fragole e uva da tavola, con 45 mila quintali prodotti annualmente. “Saranno sempre più importanti i valori etico sociali della produzione -ha fatto notare Rizzo- e sono orgoglioso di dire che siamo riusciti a ratificare, con i sindacati, un accordo aziendale, unico nel nostro territorio, con l’utilizzo del nuovo istituto delle assunzioni congiunte, l’accordo sui corretti inquadramenti dei dipendenti nel rispetto dei contratti provinciali e l’inserimento di una misura di welfare aziendale”.

Packaging e tracciabilità

Terzo punto chiave,  packaging e tracciabilità. L’innovazione di Apofruit, sviluppata con la Op Terra di Bari e con Delajosrl, tocca il versante sostenibilità con l’introduzione di confezioni dedicate in cartone e filmatura in plastica biodegradabile stampabile, con tutte le informazioni sul prodotto, che permette di eliminare l’utilizzo delle etichette. Tramite Qr Code il consumatore potrà verificare direttamente la provenienza del prodotto e la sua storia dal campo alla tavola. Consente, inoltrem di gestire il quaderno di campagna e la tracciabilità del prodotto.

“Con il Qr Code sulla confezione – dichiara Francesco Ciavarella, direttore operativo di Op Terra di Bari e ideatore dell’innovativa AppDelajoche – è possibile comunicare al consumatore l’appezzamento di provenienza dell’uva da tavola acquistata, facendolo visualizzare su Google Earth. La AppDelajo fornisce, inoltre, i dati delle certificazioni di qualità del prodotto presente nella confezione”.

Focus sulla produzione biologica e biodinamica

La certificazione Verdèa si basa su un rigoroso disciplinare
Prodotti certificati Verdèa in Coop 3.0

Il quarto punto chiave è lo sviluppo della produzione biologica e biodinamica certificata Verdea. “Oggi la produzione di uva Apofruit certificata biologica rappresenta il 30% del totale dell’offerta -ha fatto notare Giacomo Mastrosimini, consulente tecnico di Op Terra di Bari-. L’impegno di Apofruit sul fronte del biologico e del biodinamico è fondamentale per soddisfare la crescente domanda di uva bio sia in Italia che in Europa”.

“La prevalenza di uve seedless di altissima qualità, sia a produzione integrata che biologiche e biodinamiche -ha rilevato Marcello Guidi, responsabile del mercato estero di Apofruit- ci hanno consentito di conquistare ampie fette di mercato in Europa”. In crescita la domanda in Scandinavia, Italia e Svizzera. Consolidate le performance in Germania e Regno Unito, con particolare attenzione per le linee premium.

 

 

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