Vog Products modello contro lo spreco alimentare

Grazie alle attività di trasformazione della più grande azienda industriale di lavorazione delle mele in Europa, le perdite di raccolto e post-raccolta nella filiera italiana passano dal 20% dei volumi al 6-10%, secondo uno studio scientifico

Vog Products lavora circa il 70-80% del raccolto di mele italiano in un'unica sede
Vog Products lavora circa il 70-80% del raccolto di mele italiano

Ogni anno il 22% dei prodotti ortofrutticoli viene perso durante o subito dopo il raccolto. Lo ricorda Vog Products nella giornata nazionale contro lo spreco alimentare. L’organizzazione di produttori è impegnata concretamente a limitare questo fenomeno con azioni che generano valore per l’economia, le persone e il pianeta.

Organizzazione e investimenti permettono di ridurre gli scarti

Vog Products è la più grande azienda industriale di lavorazione delle mele in Europa: in un’unica sede, a Laives, lavora circa il 70-80% del raccolto italiano.

Uno studio scientifico condotto da Christian Fischer, professore di Economia agraria e alimentare presso l’Università di Bolzano, e presentato al Congresso internazionale di orticoltura 2022 di Angers (Francia), ha dimostrato che Vog Products è un esempio di successo e aiuta a prevenire le perdite di cibo.

L’azienda, scrive (The apple processing cooperative VOG Productsas a role model for minimising post-harvest crop losses – an empirical case study from South Tyrol, Italy). contribuisce a ridurre le perdite di raccolto e post-raccolta nella filiera italiana delle mele, passando dalla quota consueta a livello internazionale di un buon 20% del volume di coltivazione al 6-10% (a seconda dell’anno).

“Grazie a una buona organizzazione e a investimenti tecnologici lungo la filiera, le perdite di prodotto possono essere ridotte in modo significativo, garantendo una triplice vittoria per i produttori, i consumatori e l’ambiente” ha dichiarato Christoph Tappeiner, direttore di Vog Products.

Le attività dell’azienda creano ulteriori benefici: i produttori dell’organizzazione ricevono in media circa 4 mila euro (pro-capite) o 1.400 euro (per ettaro) per la loro merce destinata alla trasformazione.

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