Granfrutta Zani, agricoltura 4.0 e nuove varietà contro il climate change #vocidellortofrutta

Enrico Foschini, responsabile qualità e coordinatore dei tecnici di campagna, racconta la nuova strategia per contrastare i danni provocati da gelate e intemperie: “Ai soci una lista delle cultivar più adatte al territorio”

Enrico-Foschini, responsabile Qualità Granfrutta Zani
Enrico Foschini, Ufficio Qualità Granfrutta Zani

Il cambiamento climatico stravolge il ciclo delle coltivazioni e riduce la produttività, con i danni che arreca. Puntare su varietà più resilienti e gli strumenti di agricoltura 4.0 sono alcune delle soluzioni adottate da Granfrutta Zani, che mette a disposizione dei soci una lista (aggiornata e distribuita annualmente nella seconda parte dell’estate) con le varietà di piante da frutto aventi le migliori caratteristiche per produttività, qualità e adattamento alle condizioni climatiche dell’areale. Enrico Foschini, responsabile qualità e coordinatore dei tecnici di campagna, ci spiega la strategia.

Come ci si adatta al cambiamento climatico?

Una bella sfida. Come cooperativa siamo tenuti a portare avanti e a ideare strategie per adattarci. Veniamo da quattro anni dove abbiamo toccato con mano le gelate primaverili e conseguente carenza di prodotto. Quasi tutte le colture che gestiamo, drupacee, pere, mele e kiwi, sono soggette a danni più o meno gravi a seconda di quanto le temperature vanno sottozero. Su quattro anni, tre sono state di forti gelate. Nel 2020 in Romagna, dove abbiamo la maggior parte delle nostre aziende agricole, abbiamo avuto un danno intorno all’80% in meno sulle drupacee, pere e kiwi intorno a meno 50%; nel 2021 è stato meno 40-50% sulla frutta estiva e meno 20-30% sui kiwi. Dopo la scorsa annata, più o meno normale, quest’anno i danni sono meno 60% sulla frutta estiva e meno 50% per le pere e kiwi.

Una soluzione è dunque puntare su varietà di piante da frutto più resilienti e con diverso calendario commerciale.

Nettarine prodotte da Granfrutta Zani
Nettarine Granfrutta Zani

Fino a qualche anno fa la ricerca varietale teneva conto principalmente della qualità e aspetto del frutto, organolettico ed estetico: oggi stiamo cercando varietà che siano anche più resistenti. Cerchiamo, per esempio, cultivar con fioriture più tardive rispetto a quelle piantate fino a 5-6 anni fa: le piante che fioriscono a metà/fine marzo sono meno esposte a rischi di gelate tardive rispetto quelle che fioriscono a inizio del mese. I nostri tecnici sono in contatto quotidiano con i costitutori delle varietà, come Bradford, Psb, AC Fruit, Cot International e Ips per la ricerca delle migliori selezioni, le quali vengono prima testate nei nostri campi sperimentali per poi diffonderle ai soci.

Facciamo qualche esempio di queste varietà più adatte.

Abbiamo circa 300 soci, soprattutto in Emilia-Romagna, dove coltiviamo un po’ tutte le specie commercializzate dalla Granfrutta Zani,  ma anche Basilicata, Calabria, Puglia, Campania. Al Sud produciamo soprattutto fragole, drupacee e kiwi, quest’ultimo anche nel Lazio; al Nord, Veneto e Friuli, principalmente mele. Ogni anno inviamo a loro una lista varietale, sono circa 8-10 per ogni specie: dobbiamo cercare di riempire un calendario di commercializzazione che possa dare continuità di fornitura ai nostri clienti. Per esempio, tra le albicocche consigliamo come precoce la Flopria, più adatta per il Sud, che matura a fine maggio. Per la Romagna suggeriamo Delice Cot, Swired e Farbela, più tardive, che arrivano da metà giugno a inizio agosto. Per le nettarine gialle, Nectareine, Dorabelle, Nectavantop, Alma 2, varietà di luglio e agosto che fanno buon calibro e hanno un ottimo sapore, medio-tardive e adatte per l’areale romagnolo.

Quali strumenti di agricoltura 4.0 sono considerati necessari per la tutela del frutteto e quanto sono diffusi tra i vostri soci?

Partiamo dai sistemi di protezione degli impianti, spingiamo molto per le reti antigrandine: negli anni le grandinate sono e sempre più intense e frequenti. Poi per i sistemi antibrina su prodotti più a rischio, susine, pesche, nettarine, kiwi. Possono essere di vari tipi, ventole oppure sistemi di irrigazione antibrina. E per questi ci sono anche bandi regionali che danno finanziamenti cospicui. Consigliamo di approfittarne (finché ci sono): dai prossimi anni probabilmente non ci saranno più le assicurazioni per il gelo, le gelate sono ad alto rischio e le compagnie non propongono più polizze. Chi ha adottato queste protezioni negli ultimi anni è riuscito ad avere una buona produzione.  Stiamo poi lavorando con delle sperimentazioni. Alcune aziende agricole hanno installato delle centraline, sensori nel terreno e per l’aria, talvolta connessi con il sistema di irrigazione. Cerchiamo di diffonderli soprattutto tra i giovani agricoltori che sono più smart: sarà il futuro per un’agricoltura sempre più di precisione. Tramite il nostro sistema gestionale stiamo anche strutturando un sistema di consigli irrigui per le colture in base al fabbisogno da fornire ai nostri soci. Sono in corso di valutazione anche robot in campo per sfalcio e trinciatura dell’erba e probabilmente in futuro anche per altre operazioni colturali (per esempio i trattamenti fitosanitari).

Su quali prodotti state concentrando oggi la produzione per il mercato interno ed export e che aspettative, criticità ci sono?

Magazzino Sant'Andrea, Granfrutta Zani
Magazzino Sant’Andrea

Quest’anno manca prodotto in generale: pesche, nettarine e susine, in particolare, e le richieste sono alte. Quando abbiamo poco prodotto siamo costretti a ridurre qualche ordine soprattutto per l’export. A livello qualitativo la campagna è stata buona a partire dalla metà di luglio: nella prima parte le albicocche non erano eccezionali come grado brix per la troppa acqua e le alluvioni che hanno caratterizzato il mese di maggio. Con l’arrivo del caldo abbiamo avuto buona qualità e buon calibro su tutti i prodotti anche per la minore produzione. Abbiamo così privilegiato il mercato interno che predilige calibri più grossi.

Progetti in corso?

Quest’anno abbiamo ampliato la zona spedizione del magazzino di Sant’Andrea: i lavori sono finiti a giugno. Abbiamo poi installato dei pallettizatori automatici in fondo alle linee per ridurre il fabbisogno di manodopera e la movimentazione manuale dei carichi. Stiamo poi installando a Bagnacavallo un nuovo impianto fotovoltaico che sarà pronto a ottobre, successivamente ne sarà installato uno anche nel magazzino di Sant’Andrea. Con il solare oggi produciamo a Bagnacavallo circa il 25% del fabbisogno e a Sant’Andrea il 20%: con i due lavori andremo intorno al 35-40%.

 

 

 

 

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato iscriviti alla newsletter gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome