Il gelo mette in ginocchio la produzione di frutta italiana

Gravi danni ai raccolti di ciliegie, albicocche, pesche e nettarine, fragole, ma anche kiwi. In sofferenza anche alcune orticole, zucchine, peperoni, pomodori

Candele nei campi per aumentare le temperature e proteggere le colture dal freddo
Candele nei campi per proteggere le colture dal freddo

Il gelo ha dimezzato la produzione ortofrutticola, soprattutto estiva, in molti territori del nostro Paese. Albicocche, pesche e nettarine, fragole, ciliegie ma anche kiwi i prodotti che più hanno subito l’ondata di freddo e c’è timore per mele e pere.  Compromesse anche le produzioni al Nord di pomodori, zucchine, peperoni e diversi ortaggi, come denuncia Coldiretti. In sofferenza anche vite e ulivo.  Si attende il rialzo delle temperature, ma è già cominciata la conta dei danni.

Falò e candele nei campi per alzare la temperatura

Domenico Paschetta, presidente della Op Ortofruit Italia, con sede a Saluzzo
Domenico Paschetta, presidente della Op Ortofruit Italia

“Questi ritorni di freddo e di brina sono abbastanza frequenti nel periodo pasquale – sottolinea Domenico Paschetta, presidente di Ortofruit Italia-. Nella notte abbiamo registrato temperature quasi invernali: questo è un po’ anomalo anche perché arriva dopo una settimana con temperature che sfioravano i trenta gradi. Nelle nostre zone, nel Cuneese, abbiamo registrato meno 6 gradi. Questo ha danneggiato irreparabilmente il fiore”.

Le aziende si sono attrezzate con diverse soluzioni. “Spruzzando acqua, dove c’è la possibilità di averla, per mantenere la vegetazione sotto la coltre di ghiaccio.  Oppure si procede con miscelatori d’aria per alzare la temperatura di qualche grado. E utilizzando grosse candele che bruciano 6-7 ore nei campi. Io le ho usate questa notte per pesche e kiwi.

I danni maggiori sono per le frutticole: siamo in piena fioritura con ciliegie, pesche, susine. Molti raccolti sono compromessi. Io ho un’azienda di 16 ettari coltivata prevalentemente a piccoli frutti, poi pesche, kiwi arguta, uva fragola e ciliegie. Il raccolto delle ciliegie è perso, spero di avere salvato quello dei kiwi. Dovremo verificare i danni nei giorni a venire. C’è un clima asciutto che acuisce il problema. La temperatura, però, adesso dovrebbe alzarsi”.

Tra le regioni più colpite, il Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, ma anche, al centro, con gravi danni alle Drupacee di Emilia-Romagna, Marche, Toscana e fino al Lazio e Molise. A Padova -racconta Coldiretti- sono stati resi necessari falò notturni per riscaldare i ciliegi in fiore, mentre nelle serre è stato aumento il livello di riscaldamento con costi aggiuntivi per le imprese.

In un decennio il cambiamento climatico ha provocato danni all’agricoltura nazionale per 14 miliardi

I rischi ambientali sono sempre più rilevanti per l’economia, come racconta il World Economic Forum. Basta qualche numero per capire la dimensione: siamo passati da 250 eventi catastrofici ambientali globali nel 1980 a 750 nel 2015. Il cambiamento climatico è uno dei fattori critici, con effetti disastrosi sull’agricoltura. Coldiretti stima un danno di 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni a strutture e infrastrutture nelle campagne, con allagamenti, frane e smottamenti.

 

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