Climate change, come sarà la produzione ortofrutticola invernale?

Cali di volumi, scarso calibro, difficoltà di maturazione e aumento dei patogeni: le aziende agricole lanciano l’allarme e cercano soluzioni

L'arancia rossa ha bisogno di sbalzo termico per sviluppare la pigmentazione
L'arancia rossa ha bisogno di sbalzo termico per sviluppare il colore

“Con questo clima stranissimo, caldo anomalo, nascono melanzane con forme strane e curiose, a forma di cuore, bombate. La stessa cosa succede ai peperoni”. Tra gli effetti del clima c’è anche questo che indirettamente comporta l’aumento dello spreco alimentare, come denuncia di Nuccia Alboni, responsabile amministrazione vendite e marketing della cooperativa Ortonatura, nota per il marchio Melanzì. I vegetali autunnali e invernali non stanno maturando correttamente. La siccità limita la crescita e il calibro. E la scarsa escursione termica blocca la pigmentazione. La conseguenza è l’aumento di patogeni, da fronteggiare sempre più con meno armi, tanto che l’Ue chiede un taglio dei fitofarmaci fino al 62% entro il 2030.

Tra gli strumenti difensivi si invoca l’uso dei biostimolanti innovativi.  “I cambiamenti climatici stanno influenzando non solo la distribuzione geografica delle colture ma in alcuni casi anche la stessa lunghezza del loro ciclo: con temperature più alte si ha un anticipo della conclusione del ciclo della coltura” ha ammonito Maria Rosaria Stile, che dirige l’area Ricerca e Sviluppo del gruppo. K-Adriatica. Ma qual è la reale situazione in campo?

La varietà medio tardiva Perrina contro il calo dei volumi delle clementine

Marco Eleuteri (Op armonia)
Marco Eleuteri

Marco Eleuteri è presidente della Op Armonia, una delle maggiori realtà produttive e distributive italiane per clementine e mandarini. “Nella campagna 2021 il calo produttivo delle clementine italiane è stato intorno al 30-40%. Minori piogge, condizioni atmosferiche di caldo estremo hanno determinato un drastico calo produttivo. Anche quest’anno le prospettive di raccolta saranno gravi sulle varietà comuni di clementine. La coltivazione sta subendo negli ultimi anni drastici cali”.

I volumi produttivi di Op Armonia, nel solo segmento delle clementine, si attestano sui 6 milioni di chili annui, per un fatturato prossimo ai 9 milioni di euro. Circa il 90% viene realizzato nel canale commerciale della gdo italiana. E il 55% circa è realizzato dalla linea premium DolceClementina. Nel biennio 2020-21 Op Armonia ha investito, tra costi di impianti e diritti royalties, 1,5 milioni di euro.

Nei prossimi tre anni altri 2 milioni di euro verranno investiti nella Perrina, varietà medio tardiva dall’alto profilo gustativo che matura dalla seconda metà di dicembre fino alla fine di gennaio.”Sarà in piena produzione nella campagna 2024. Nel settore dell’agrumicoltura la vita utile del prodotto si è ridotta notevolmente negli ultimi vent’anni a causa dell’aumento della temperatura media e dello stress idrico. La carenza di acqua è un problema e lo sarà sempre di più in futuro. L’adattamento varietale sarà pertanto una delle frontiere dell’agrumicoltura in Italia. La maturazione tardiva della clementina Perrina fa sì che la pianta potrà far fronte al clima attuale. Se fino a trenta anni fa il raccolto durava tre mesi, oggi con la varietà comune si fa fatica ad arrivare alle quattro settimane di produzione. La Perrina ci permette di colmare questo drastico cambiamento”.

Carciofi che non maturano

Marco Lotta (Op Agricola Campidanese)
Marco Lotta

Tra le maggiori produzioni della Op agricola Campidanese (Orto di Eleonora) c’è il carciofo che sta cercando anche di esportare, mentre per l’Italia è attesa la produzione anche a residuo zero. “Il cambiamento climatico è evidente, ma per quanto già ora siano drammatiche le conseguenze che stiamo vivendo sulla nostra pelle, quello che ci preoccupa ancora di più sono le prospettive future -riflette Marco Lotta, responsabile commerciale della Op-.

L’anno scorso abbiamo fatto i conti con un settembre particolarmente caldo, e un ottobre mite anche se molto piovoso, ma nulla in confronto a questo autunno: il 2 novembre 2022 la stazione meteo segnava 26 gradi, una temperatura che normalmente si poteva avere a metà-fine settembre. In 90 giorni abbiamo avuto precipitazioni per solo 90mm. I carciofi stentano a decollare, le orticole stanno anticipando e concentrando la produzione con conseguenza che mancherà prodotto più in là e ora i mercati sono ‘ingolfati’. Se ogni anno avremo graduali innalzamenti della temperatura, cosa succederà?

Patata, si rischia l’abbandono della coltura

Giulio Romagnoli, ad di F.lli Romagnoli Spa
Giulio Romagnoli, ad F.lli Romagnoli

Romagnoli è fortemente impegnata a promuovere la diffusione di tecniche di coltivazione sostenibili, che rispondano ai nuovi rischi connessi ai cambiamenti climatici e ai patogeni. “L’attuale scenario che caratterizza la produzione pataticola italiana ed europea desta forte preoccupazione -racconta l’ad Giulio Romagnoli-. La siccità prolungata e l’azione particolarmente deleteria dei patogeni hanno portato a una riduzione del prodotto di prima qualità del 20% nell’ultima campagna di raccolta del Nord Italia, con significative perdite di calibro.

Il rialzo delle quotazioni e l’indisponibilità odierna di adeguati presidi fitosanitari contro il danno da parassiti, in primis gli elateridi completano il quadro di forte incertezza per il futuro di questa coltivazione. È necessario un intervento sinergico e partecipato da parte dell’intera filiera, a tutela del valore della produzione pataticola, patrimonio dell’agroalimentare italiano. Se non vi saranno interventi e sensibilità a sostegno del settore, il rischio di abbandono della coltivazione in molte aree vocate, sarà concreto, generando ulteriore dipendenza dal prodotto d’importazione Nord europeo”.

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