Agricola Moderna, insalate fuori suolo alle porte di Milano #vocidellortofrutta

La start up produce 30 mila kg l’anno di verdure a foglia e basilico in vertical farming. Prodotti certificati zero pesticidi e nichel free, distribuiti da Carrefour e Cortilia, come racconta il co-founder Pierluigi Giuliani. “Puntiamo ad ampliare l’impianto portandolo a un ettaro di coltivato indoor, 15 volte più grande”

Serre idroponiche di Agricola Moderna
L'impianto di Melzo di Agricola Moderna (credits Marco Garofalo)

Il vertical farming sta cambiando il volto dell’agricoltura. Tra i protagonisti c’è Agricola Moderna. Fondata nel 2018 a Milano, nasce dall’incontro di due amici e co-founder: Pierluigi Giuliani, una lunga esperienza nella gestione commerciale in ambito food and beverage, retail e horeca; e Benjamin Franchetti, ingegnere meccanico con Phd a Londra. Fanno parte della squadra agronomi e data scientist da tutto il mondo: su 18 persone, 14 sono dedicate alla ricerca e sviluppo. L’impianto di vertical farming, in idroponica, si trova a Melzo, alle porte della metropoli. Produce insalate a km 0, certificate zero e nichel free. Ben 800 mq di coltivato che diventa prodotto confezionato sugli scaffali di Carrefour e venduto online da Cortilia. “Attiriamo talenti italiani e stranieri: questo è il nostro patrimonio” sottolinea Giuliani.

Quali sono i volumi annui e le colture in cui siete specializzati?

I co-fondatori di Agricola Moderna, Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti
I co-founder di Agricola Moderna, Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti (credits Marco Garofalo)

Abbiamo un impianto di 800 metri quadri di coltivato in idroponica, che sale a 8-9 metri di altezza, dove avviene tutto il processo, dal seme al prodotto confezionato. Alcune parti sono totalmente automatizzate. Abbiamo celle chiuse dove controlliamo tutti i parametri di umidità, temperatura e Co2.

Facciamo circa 30 mila kg l’anno di insalate e aromatiche. Oltre ai tre mix che abbiamo lanciato più di un anno fa, da poco abbiamo introdotto due nuovi prodotti: il lattughino biondo e il basilico con Cortilia e nei prossimi mesi li svilupperemo su altri canali.

I prodotti di Agricola Moderna si trovano in Carrefour e Cortilia: sono stati stretti altri accordi con la gdo o sono in via di definizione?

Siamo stati la prima vertical farm in Italia a produrre in modo commerciale. Siamo partiti a maggio 2019 con Carrefour e a settembre con Cortilia. Siamo cresciuti molto da allora e oggi stiamo iniziando a lavorare anche con l’horeca: per il futuro abbiamo altri programmi, per ora riservati, sia sull’horeca sia sulla gdo.

Qual è il plus di Agricola Moderna?

Abbiamo un team multidisciplinare, agronomi, ingegneri, data scientist. Il vertical farming racchiude diverse competenze ed è fondamentale metterle insieme. Abbiamo sviluppato un nostro sistema di filiera che vediamo e controlliamo in toto: seminiamo, raccogliamo e impacchettiamo nella nostra farm. Prima di commercializzare il prodotto abbiamo fatto diversi anni di ricerca sviluppo. E miglioriamo sempre i parametri: gestione della luce, crescita, standardizzazione del prodotto.

Che qualità organolettiche ha il prodotto di Agricola Moderna e quali pack utilizzate?

I mix di insalate di quarta gamma di Agricola Moderna
I mix di insalate di Agricola Moderna

Il nostro prodotto è superiore per freschezza, gusto e pulizia: mantiene una croccantezza a lungo perché cresce nelle condizioni ideali e non viene mai “toccato” fino a momento del confezionamento. Infatti non è mai a contatto con l’acqua, è in ambiente protetto e ha migliore qualità microbiologica e sapore.

Lavoriamo con 4-5 aziende sementiere: condividiamo gli esperimenti, sezioniamo le varietà ad hoc, idem per i substrati. Abbiamo partnership per ogni segmento. Produciamo, per esempio, lattughino biondo, lattughe romane, senape ricce, spinacino giapponese, tatsoi. Cresce la richiesta di insalate orientaleggianti ma soprattutto di prodotti con più basso impatto ambientale. Sul packaging abbiamo una plastica riciclabile e a brevissimo entreremo con un plastic free, carta o compostabile.

Dove volete arrivare nella distribuzione?

Puntiamo a un raggio di circa 100 km massimo, in Lombardia e poco oltre.  Melzo è vicina a Milano ed è stata un’opportunità. I prodotti sono certificati pesticidi e nichel free, oltre ad avere Ifs e Global Gap.

Che fine fanno tutti i dati che elaborate?

Finiscono in un database che utilizziamo per le nostre ricerche e per prendere decisioni: abbiamo sensori ovunque. Abbiamo avviato collaborazioni con diverse università: Bologna e Milano per la parte agronomica; Roma per la parte legata all’intelligenza artificiale. Grazie a un progetto sviluppato con l’Università di Milano, abbiamo fatto fare delle analisi dei nostri prodotti, come rucola, lattuga. I parametri legati alle sostanze antiossidanti o antitumorali, come i glucosinolati, dai nostri test recenti sembrano risultare superiori rispetti a quelli del prodotto in campo.

Dove state investendo e quali gli obiettivi di sviluppo?

Investiamo tantissimo in ricerca e sviluppo. Puntiamo ad ampliare l’impianto portandolo a un ettaro di coltivato indoor, 15 volte circa più grande. L’idea è di avviarlo entro inizio 2022.

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